La “riconversione” degli orti domestici: dai pomodori alla marijuana

Dall’orto domestico, nel giardino di casa o nel piccolo fazzoletto di terra di proprietà, alla piccola piantagione di marijuana. Una forma di riconversione degli orti “fai da te”, i piccoli orticelli in cui prima si coltivavano peperoni e pomodori, che negli ultimi tempi sembra essere diventata una pratica largamente diffusa in Sardegna. Lo confermano i sequestri effettuati nelle ultime settimane da carabinieri, Guardia di finanza e polizia con i conseguenti arresti e denunce. Sempre più spesso a finire nei guai non sono pregiudicati o personaggi legati al mondo della piccola e grande criminalità, ma insospettabili agricoltori, allevatori, o disoccupati in cerca di “soldi facili”.

“È verosimile che dietro ad alcuni sequestri ci sia una riconversione dell’orto di casa ad altro prodotto ipoteticamente più remunerativo – sottolinea il tenente colonnello Ivan Giorno, comandante del Reparto operativo del Comando provinciale dei Carabinieri di Cagliari – spesso si tratta di persone improvvisate, non certamente spacciatori professionisti. Molto più semplicemente persone che vivono di espedienti e uno di questi può essere la coltivazione di marijuana: avendo a disposizione un piccolo lembo di terrà pensano di poter coltivare la droga e recuperare qualche soldo per vivere, o almeno in questo modo si giustificano quando noi li arrestiamo”.

Il sequestro a Solanas

Aveva, infatti, a disposizione un terreno accanto alla propria abitazione Luigi Scioni, di 54 anni, l’agricoltore arrestato ieri dai carabinieri della Compagnia di Dolianova per coltivazione di cannabis. I militari hanno sequestrato nel piccolo fazzoletto di terra in località Santa Barbara a Solanas 150 piante di marijuana alte anche quattro metri. In casa sono state recuperate altre 20 piante che erano in fase di essiccazione. Scioni erano noto alle forze dell’ordine per piccoli reati, ma non aveva mai coltivato droga.

La piantagione a Silius e l’incensurato di Calasetta 

Erano completamente incensurati Francesco Lallai, 66 anni e il figlio Salvatore, 40 arrestati tre giorni fa dai carabinieri a Silius. I militari hanno sorpreso padre e figlio mentre controllavano una piccola piantagione di marijuana. La coltivazione era mimetizzata tra la macchia mediterranea, uno stratagemma che comunque non è servito a evitare che venisse scoperta. I militari hanno sequestrato complessivamente 40 piante e per padre e figlio sono scattati gli arrestai domiciliari. Mai finito nei guai con le forze dell’ordine e la giustizia nemmeno il 56enne arrestato dagli agenti del Commissariato di Iglesias a Calasetta il 19 agosto scorso. Perquisendo l’abitazione in cui l’uomo aveva trascorso la notte e il terreno vicino in uso al 56enne sono state recuperate complessivamente 41 piante di cannabis.

Tre sequestri, tre operazioni antidroga nel giro di una decina di giorni che confermano quanto la riconversione degli orti di casa in coltivazioni di marijuana siano diffuse, soprattutto d’estate quando il clima favorisce la crescita delle piante.

“Con noi si giustificano dicendo che era solo un tentativo di guadagnare qualche cosa – evidenzia ancora il tenente colonnello Giorno – certamente non ci dicono come avrebbero smerciato la marijuana. In quasi tutti i casi sono loro stessi, con buona probabilità a smerciarla, ma non si può  nemmeno escludere collegamenti con veri e propri spacciatori che si riforniscono di quantitativi di droga non consistenti dai piccoli produttori”.

Di sicuro il mercato è in espansione e il guadagno sembra essere facile dalla piantagione sequestrata ieri dai carabinieri sarebbe stata recuperata droga per 200 mila euro.

Manuel Scordo

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