Il giudice: “Fuori dal carcere potevano inquinare le prove”

Pericolo di inquinamento delle prove e gravi indizi di colpevolezza. Sono queste le motivazioni alla base dell’arresto di Massimo Cellino e di Mauro Contini. Motivazioni rafforzate anche dallo speciale rapporto di amicizia che lega i due. Il giudice per le indagini preliminari Giampaolo Casula, infatti, fa riferimento all’intercettazione di una telefonata nella quale Cellino, riferendosi al sindaco di Quartu, dice: “”Se sono diventato presidente del Cagliari è colpa sua. Mauro è quello che mi ha portato per la prima volta a vedere una partita al Sant’Elia”.

L’ordinanza di custodia cautelare è composta da 56 pagine. Secondo il magistrato, una misura diversa da quella del carcere (gli arresti domiciliari, per esempio) in questa fase dell’indagine non sarebbe stata praticabile perché gli indagati sarebbero in qualche modo venuti a conoscenza “delle intercettazioni telefoniche e ambientali in atto”.

Le accuse – falso e tentato peculato – sono le stesse che portarono in cella a fine novembre i due dirigenti del comune di Quartu e l’amministraztore unico dell’impresa Andreoni. In questi tre mesi l’indagine è andata avanti, non solo con l’interrogatorio degli indagati e di nuovi testimoni, ma anche con intercettazioni telefoniche e ambientali. Che con tutta probabilità, come va intendere il giudice, sono ancora in atto.

 

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