Giornalismo, a Gavoi convegno per ricordare Piras, professionista del “buco”

Se c’è un cronista sardo che ha lasciato il segno, pur non avendo scalato le vette della carriera giornalistica, questo cronista è Francesco Piras, noto Cecio, nato a Gavoi nel 1932. Lui del resto non era fatto per la monotona vita della scrivania, preferiva la  strada, il contatto con le gente, la soddisfazione delle sue curiosità, tante, che
voleva verificare direttamente sul posto dove succedevano i fatti.

Chissà come si sarebbe trovato Cecio Piras, nell’affollato e narcisistico  mondo della stampa di oggi, tra  i comunicati stampa istituzionali comodamente confezionati da altri e con la tecnologia che fa rimbalzare le notizie alla velocità della luce nell’era di internet. Lui all’epoca, cercava le notizie vere, quelle che arrivano a qualunque ora del giorno e della notte, durante le ferie e persino in occasione dei ricoveri ospedalieri, “perché le notizie-amava ripetere Cecio – non timbrano il cartellino”. E’ stato forse l’operaio più produttivo  della catena di montaggio dell’informazione sarda degli anni sessanta, settanta e ottanta. E dalle colonne della Nuova Sardegna raccontava ciò che succedeva nella Barbagia dilaniata dalle faide interne, dai continui omicidi, dai sequestri di persona.

Era un professionista del “buco” Francesco Piras, quello che aveva la notizia prima degli altri e faceva fare magre figure alla testata concorrente che immancabilmente, su quegli argomenti, arrivava seconda. Entrare negli ambienti giusti per avere la notizia, a quei tempi e in quel luogo, non era proprio un’operazione per dilettanti. Ma Francesco Piras ha dimostrato di essere un segugio: con il suo maggiolone – che quando girava nei paesi della provincia di Nuoro era sintomo che qualcosa di grave era successo – arrivava in tutti i paesi del Nuorese. Nessuna casa gli era preclusa,  né ovile, o zilleri che fosse. Il ricordo di Cecio Piras col sigaro in bocca, la macchina fotografica a tracolla e il gettone telefonico sempre in tasca è indelebile in chi ha vissuto nei paesi della Provincia di Nuoro all’epoca. E’ morto nel 1987, a soli 55 anni, dopo 40 di vita professionale, di cui gli ultimi venti passati nella redazione della Nuova. Ma la sua professione era inziata nei primi anni ’50 con la collaborazione a diverse testate nazionali:  il Tempo, il Giornale, l’Ansa e  alla Nuova, anche se fino al 1976, essendo lui un insegnante di scuola elementare, collaborava  a pezzo.

Solo dopo 25 anni di insegnamento, quando andò in pensione, fu assunto dal giornale di Sassari, ma la redazione gli stava stretta, per lui era un punto d’appoggio e null’altro. La sua palestra di giornalismo era la strada, era il tempo impegnato a costrire quella fitta rete di relazioni che lo portava ogni volta ad avere la notizia per primo bruciando la testata concorrente. Ieri il Comune di Gavoi con il patrocinio dell’Ordine regionale dei giornalisti gli ha dedicato un convegno: “Francesco Piras una vita da cronista” per ricordare la figura del principe della cronaca nera barbaricina scomparso 25 anni fa. Lo hanno ricordato  il sindaco di Gavoi Nanni Porcu, il consigliere Elia Anna Sanna, il giornalista della Nuova Sardegna Piero Mannironi, il presidente dell’ordine dei giornalisti Filippo Peretti, il segretario dell’Assostampa Francesco Birocchi, il segretario nazionale della Federazione della stampa Franco Siddi e  il giornalista Paolo Pillonca all’epoca capocronista dell’Unione sarda.

Le testimonianze dei colleghi hanno dato la cifra del professionista,  ma anche del personaggio Francesco Piras: “ Una volta-ha detto Filippo Peretti – mi mandarono come inviato nel Nuorese per un omicidio. Mi accompagnò sul posto Francesco. Fecci il mio pezzo e me ne andai, lui mi rassicurò dicendomi che qualcunque cosa fosse successa sarebbe intervenuto. La mattina successiva aprii il giornale  e trovai che era stato arrestato l’assassino. Una notizia che io non avevo ma Francesco era intervenuto nella notte. E’ stato  uno scoop a totale mia insaputa”. Piero Mannironi che ha lavorato fianco a fianco con Piras nella redazione della Nuova di Nuoro, ha raccontato la passione del cronista e  il coinvolgimento dell’uomo nelle storie: due elementi che viaggiavano di pari passo nella sua vita professionale. “Aveva una capacità incredibile di tessere rapporti umani e riusciva a dialogare in un mondo oscuro – ha spiegato Mannironi -. Ma di questi incontri portava il fardello dei
destini personali e familiari, le vite distrutte con tutto il dolore che ne conseguiva”.

L’alter ego di di Francesco Piras, in tanti anni di professione alla Nuova, era Claudio Gualà, il fotografo che all’epoca ha documentato con l’obiettivo della macchina fotografica i maggiori fatti di cronaca e che con Francesco Piras partiva a tutte le ore verso mete ignote e forse qualche volta pericolose. Anche lui ieri era  presente al convegno di Gavoi per ricordare l’amico e collega. La  giornata lavorativa di Francesco Piras inziava poco dopo l’alba alla stazione dell’Arst, crocevia di storie di paese: c’erano giovani mogli dirette al carcere a trovare il proprio marito, amici che gli raccontavano cosa era successo la notte in  paese e tante persone che andavano a lavorare, sempre portatori di notizie anche  nelle conversazioni apparentemente insignificanti. Capitava che i suoi rapporti con quel mondo fatto di storie di violenza fossero  tesi, ma sapeva sempre trovare un equilibrio per evitare conseguenze. “Eravamo concorrenti, ma tra noi nacque una bellissima amicizia-ha detto Paolo Pillonca, allora capocronista della redazione di Nuoro dell’Unione sarda- . Lui aveva la passione fortissima  per il mestiere di cronista, per questo il suo orgoglio era arrivare ovunque e arrivare prima degli inquirenti. La migliore notizia-diceva – è quella che i Carabinieri non hanno. Infatti se c’era una cosa che lo faceva uscire fuori di  testa era l’imprevisto che gli impediva di cogliere l’attimo. Una volta ha dovuto accompgnare il figlio a scuola perché aveva preso una nota e si era dovuto trattenere con la maestra, mancando di prendere quella telefonata del rilascio di due sequestrate a  Su Verrinau. Sarebbe arrivato sul posto prima degli inquirenti. Quella volta il figlio Raimonodo (che ieri raccontava  l’episodio divertito), gli aveva dato un grosso buco.
Nella vita di Francesco Pieras non c’è stato solo il lavoro di giornalista e di insegnante, ma anche il suo impegno in politica. Dal 1965 al 1970 era stato consigliere comunale a Gavoi, dal 1970 al 1975 è stato consigliere provinciale e assessore al Bilancio della Provincia di Nuoro.  Al convegno ha partecipato la moglie del cronista Francesca Piras (a cui il presidente dell’Ordine dei Gionalisti Filippo Peretti ha consegnato una targa dell’ordine) e i due figli Raimondo e Gianluca. “Era spesso assente da casa, ma quando poi c’era diventava una presenza impegnativa – ha raccontato la moglie -. Ci coinvolegeva tutti nelle sue cose: avevamo tre telefoni nell’appartamento per poter arrivare a rispondere nel minor tempo possibile. Spesso è toccato scrivere anche a me per lui perché nel frattempo stava dettando al telefono un’altra notizia. Aveva tanta energia per poter lavorare giorno e notte. Il suo stile di vita purtroppo  lo ha pagato caro: andandosene prematuralemente  a soli 55 anni”.
Maria Giovanna Fossati

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share