Circa un centinaio gli antifascisti presenti oggi in piazza Repubblica al sit-in promosso dal Coordinamento antifascista cagliaritano per opporsi alla giornata in ricordo delle foibe istituita nel 2004.
Nella mattinata di oggi, invece, si è tenuto al Parco dei martiri delle foibe il presidio per commemorare gli infoibati. Presenti i rappresentanti delle istituzioni, le Associazioni dei profughi, quelle dell’Arma e diversi aderenti a movimenti di estrema destra. In totale circa sessanta persone.
Per Enrico Puddu, portavoce del Coordinamento antifascista, “l’iniziativa di oggi si oppone all’incessante opera di revisionismo storico che porta oggi a riscrivere in maniera scorretta la storia, a istituire giornate della memoria su dati falsi e a intitolare piazze e vie a fascisti di ogni risma. Parlo di dati falsi e, aggiungo, di una cattiva e interessata interpretazione dei fatti storici – prosegue il portavoce del coordinamento antifascista – perché più volte la storiografia ha ridimensionato il numero delle vittime: si trattò di qualche centinaio di infoibati e non di diverse migliaia come si dice, in massima parte fascisti, che vennero gettati nelle cavità carsiche in seguito a vent’anni di occupazione militare, di italianizzazione forzata delle terre di confine, di una dura pulizia etnica e di una forte repressione contro gli antifascisti, slavi e non. Stesso discorso per il cosiddetto esodo: oggi si parla solo dell’esodo degli italiani d’Istria, ma non si parla di quello che cinvolse circa 100.000 sloveni croati della Venezia – Giulia che furono costretti ad andare via dalle loro terre a causa della politica razzista del fascismo”.
“Qui a Cagliari – fa eco Mauro Aresu- il problema del revisionismo è, come si sa, particolarmente stringente, visto che ogni 25 Aprile prefetto e questura autorizzano con puntualità la commemorazione dei repubblichini e i saluti romani. Bisognerà dunque vedere che cosa deciderà di fare il nuovo prefetto. Come coordinamento antifascista ribadiamo che nessun fascista può essere autorizzato a scendere in piazza, né il 25 aprile né mai”.
Intorno alle 17, dopo un’ora di presidio, i manifestanti si sono spostati di fronte al tribunale per un’assemblea pubblica.
Piero Loi