Diana e Bruno (Pd): “Grave perdita di autonomia per La Nuova”

La Nuova Sardegna, col passaggio alla Finegil, perderà la sua organizzazione societaria e ciò per la testata giornalistica rappresenta una grave caduta di autonomia“. Così Giampaolo Diana, capogruppo Pd in Consiglio regionale commenta le ultime notizie sul gruppo a cui appartiene la storica testata sassarese.

“La Nuova – continua Diana in una nota stampa – ha finora rappresentato una voce autorevole nel raccontare la Sardegna in tutte le sue espressioni. Non vorrei che la perdita della condizione di società per azioni, preluda al venir meno della sua indipendenza che finora ha consentito al giornale di rappresentare senza condizionamenti le varie espressioni culturali e politiche di un’isola fortemente radicata ai suoi valori autonomistici”.

E incalza sul dibattito dell’informazione nell’Isola: “Tutto ciò avviene nel silenzio tombale del Governo Cappellacci, totalmente distratto, invece di preoccuparsi di garantire il pluralismo e l’autonomia dell’informazione in Sardegna”.

Anche il vicepresidente del Consiglio regionale Mario Bruno (Pd) commenta il passaggio de La Nuova Sardegna alla società Finegil “E’ un preoccupante segnale di ridimensionamento di una realtà importante dell’informazione sarda. Ci preoccupa per i tempi e i modi con la quale avviene e per il serio rischio di perdita di autonomia della testata sarda dopo 120 anni”.  “La decisione – prosegue Bruno – non è stata condivisa e giustamente sta provocando la dura reazione dei lavoratori de La Nuova, cui va il nostro pieno appoggio. Come rappresentante delle istituzioni, ritengo non si possa accettare una simile decisione senza un forte segnale di protesta da parte dei massimi vertici regionali”.

Sulla situazione interviene anche la presidente della Provincia di Sassari, Alessandra Giudici: ”Chi oggi decide di limitare così pesantemente l’indipendenza e l’autonomia del quotidiano sassarese ignora la storia stessa di questa testata. In oltre 120 anni di vita, La Nuova ha sempre rappresentato un presidio a difesa dell’autonomia sarda, che ha tutelato anche di recente attraverso significative campagne giornalistiche contro chi pensa di poter solo avere dalla Sardegna, senza dare mai niente in cambio e senza riconoscere uno dei tratti più significativi dell’identità del nostro popolo e della nostra terra. Invito – conclude la presidente della Provincia – l’ingegner De Benedetti a farci visita, per confrontarsi proficuamente sul tema dell’autonomia sarda, oggi minacciata da una decisione presa con troppa superficialità”.

Anche il centrodestra in Consiglio regionale esprime attestati di solidarietà ai giornalisti de La Nuova Sardegna che hanno proclamato due giorni di sciopero contro al decisione del Cda di avviare il percorso di incorporazione nel gruppo Finegil-L’Espresso paventando lo spostamento della sede legale della testata da Sassari a Roma. “La Nuova Sardegna non è soltanto un mezzo di informazione ma, da oltre un secolo, rappresenta uno dei simboli nella nostra Isola – spiega il leader di Mpa, Franco Cuccureddu – Spostare la sede legale al di fuori della Sardegna, pertanto, rappresenta un fatto estremamente significativo anche sul piano simbolico, oltre che un danno per le finanze regionali”. “Non bastavano le banche sassaresi ad essere fuse con realtà della penisola, ora ci tolgono anche la prestigiosa testata giornalistica di Sassari che sarà incorporata definitivamente al gruppo l’Espresso, determinandone il trasferendo della sede editoriale oltre Tirreno – tuona il consigliere regionale del Pdl, Antonello Peru – La vicenda di oggi della Nuova Sardegna conferma come stiamo ancora perdendo i pochi spazi di libertà a favore di una autarchia imposta dai grandi gruppi editoriali che vorrebbero livellare verso il basso tutta l’informazione”. Anche il gruppo dei Riformatori esprime preoccupazione e ritiene che la testata non possa “abbandonare il campo proprio in un momento di crisi così forte, in cui la presenza di una fonte di informazione autorevole e vicina alla gente è necessaria per seguire l’evolversi dei fatti che stanno condizionando la convivenza civile, economica e culturale della nostra terra”.

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