Cleopatra, quattro anni fa la tragedia: 19 vittime e una ferita ancora aperta

L’allerta meteo sull’arrivo di ‘Cleopatra’, così la chiamarono i metereologi, era nota già da qualche giorno, e in effetti quel 17 novembre 2013 pioveva a dirotto, in Sardegna e in Gallura. Ma nessuno avrebbe mai immaginato che in poche ore quella pioggia si sarebbe trasformata in un’onda devastante di acqua e fango: una delle alluvioni più tragiche negli ultimi decenni in Sardegna. Il bilancio fu terribile: 18 morti, più un imprenditore di Orosei che si suicidò poche settimane dopo per la disperazione di aver perso tutto e un anziano che non sopravvisse al dolore per la morte della moglie. In Gallura si contarono 2300 sfollati, tantissimi animali morti, migliaia di chiamate per soccorsi e disastri alle aziende per milioni di euro. A quattro anni dall’alluvione Cleopatra la Gallura si prepara a ricordare la tragedia: sabato 18 novembre dalla chiesa di Sant’Antonio a Olbia alle 20.30 partirà una fiaccolata organizzata da un comitato di cittadini.

Nei giorni 17 e 18 novembre 2013 Sardinia Post seguì minuto per minuto l’evolversi di quelle ore: qui la drammatica cronaca con il bilancio, a fine giornata, di vittime, sfollati e disastri. A fine giornata Papa Francesco commentò il dramma sardo con un tweet: “sono profondamente commosso dall’immane tragedia che ha colpito la Sardegna. Chiedo di pregare per le vittime, specialmente per i bambini”.

La più piccola si chiamava Morgana Giagoni, appena due anni: la macchina in cui viaggiava con il padre Enzo e la mamma Patrizia Corona, 42 anni, fu travolta in via Belgio. L’uomo non riuscì a strappare la figlioletta e la moglie alla furia dell’acqua. Cleopatra portò via anche un altro bimbo, Enrico di tre anni, morto insieme al papà Francesco Mazzoccu in località Raica, sulla strada Olbia-Telti. Arzachena registrò la scomparsa di una famiglia intera: Isael e Cleidi Mara Passoni, originari del Brasile, vivevano nello scantinato di una villetta insieme ai figli Laine Kellen di 16 anni e Weriston di 20. Ancora in corso il processo per omicidio colposo contro Nicolina Brunetta Poggianti, 70 anni, proprietaria dell’abitazione: la struttura dove i quattro vivevano non aveva la certificazione di abitabilità.

Anna Ragnedda, disabile di 83 anni di Arzachena, annegò tra acqua e fango nella sua casa al primo piano di via Lazio a Olbia, mentre l’88enne Maria Massa di Olbia fu travolta dal fango mentre cercava aiuto fuori da casa sua, in via Romania.

Il crollo del ponte di Monte Pino, sulla strada provinciale tra Olbia e Tempio, ha causato la morte di Bruno Fiore di 68 anni e sua moglie Sebastiana Brundu di 61, e della consuocera Maria Loriga, 54 anni di Luras: la loro auto venne inghiottita nella voragine che si aprì sulla strada a causa della forza dell’acqua. Quel ponte ancora oggi, a distanza di quattro anni, non è mai stato rimesso a posto nonostante un finanziamento da 25,3 milioni di euro, di cui 9 regionali, individuati nell’ambito del progetto strategico “Italia sicura”: un regime commissariale gestito da Anas avrebbe dovuto garantire procedure rapide, ma la burocrazia ha frenato i lavori causando un disagio enorme agli abitanti; Tempio, inoltre, è sede di tribunale per tutta la Gallura. Il crollo, insieme alle auto che inghiottì con il fango, è ancora lì come lugubre monumento alla tragedia. Quel 18 novembre il Comune di Olbia proclamò due giorni di lutto cittadino.

“L’eredità” di Cleopatra: la voragine di Monte Pino identica dopo tre anni

Una voragine inghiottì anche la macchina su cui viaggiava il poliziotto di Urzulei Luca Tanzi, 40 anni: insieme a tre colleghi scortava un’ambulanza che trasportava una ragazza in ipotermia quando tra Nuoro e Oliena il ponte di Oloé cedette. Si trovava lì nonostante il suo turno di lavoro fosse già finito. Per il crollo del ponte e la morte del poliziotto oggi trenta persone sono sotto processo con l’accusa di omicidio e disastro colposo. La strada è stata ripristinata dopo 8 mesi con un finanziamento di 2,9 milioni di euro ma per questioni di sicurezza legate al rischio idrogeologico dal febbraio di quest’anno è nuovamente chiusa.

Ancora in provincia di Nuoro, a Torpé, perse la vita Maria Frigiolini, di 88 anni: la sua stanza fu invasa da un’ondata di acqua e fango e morì nel suo letto. Anche per questa morte c’è un processo in corso con 38 persone rinviate a giudizio.

A Uras, nell’Oristanese, la tragedia non ha dato scampo a Vannina Figus, 64 anni, morta nella sua casa mentre cercava di aiutare il marito Piero Pia, in difficoltà per problemi di salute. Pochi mesi dopo Pia, che durante la notte dell’alluvione era riuscito a salvarsi, morirà di crepacuore per la perdita della compagna. Luisa Spanu, insegnante 42enne di Guasila, morì in ospedale una settimana dopo il 18 novembre: non ha retto alle ferite riportate quella notte quando un albero si è abbattuto sulla sua auto a causa del maltempo. Tra le vittime di Cleopatra c’è anche Pasqualino Contu di Orosei: la disperazione per aver perso la sua impresa edile, già colpita da altri disastri naturali in passato, lo ha portato al suicidio poche settimane dopo.

Mentre sono ancora in corso i processi contro 68 persone accusate di omicidio e disastro colposo per il crollo dei ponti di Oloé, di Torpé e Galtellì (settanta imputati in tutto, quattro nomi tornano in tutti e tre i filoni di inchiesta: sono l’allora presidente della Provincia di Nuoro Roberto Deriu, il comandante provinciale e il direttore generale del Corpo forestale, rispettivamente Gavino Diana e Carlo Masnata, e Anna Maria Pirisi, dirigente della Forestale di Nuoro), si è chiuso poche settimane fa a Tempio il processo contro gli allora sindaci di Olbia Gianni Giovannelli e di Arzachena Alberto Ragnedda.

Processo per l’alluvione del 2013, assolti Giovannelli e Ragnedda

Insieme al capo della Protezione civile di Olbia Giuseppe Budroni e al dirigente dell’ufficio tecnico di Olbia Antonello Zanda, erano accusati di omicidio colposo plurimo e ritenuti responsabili di gravi negligenze nel dare l’allarme dell’arrivo del ciclone, nell’affrontare l’emergenza e nella gestione delle operazioni di manutenzione dei canali. Sono stati tutti assolti il 28 settembre scorso.

Francesca Mulas

 

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