A Cagliari l’omaggio di Sciola a Gramsci. A fine settembre il festival di Sant’Arte

Sant’Arte, il festival di arti visive ispirato all’eredità artistica e filosofica di Pinuccio Sciola (in scena dal 29 settembre al 1 ottobre a San Sperate) ha già fatto il miracolo. La monumentale opera in granito dal titolo “Omaggio a Gramsci”, attualmente ospitata nel bosco di pietre di San Sperate, sarà posizionata in tempi brevissimi, forse addirittura ai primi di ottobre, nel centro della restaurata piazza Gramsci, a Cagliari. Un regalo inatteso per la città, e di cui Pinuccio, lassù, nella sua costellazione di stelle, si starà sicuramente rallegrando. Sciola aveva lavorato con scrupolo e dedizione alla figura di Gramsci, al dramma della carcerazione, e già agli inizi del 2010 aveva voluto recarsi personalmente tra le mura livide del Palazzaccio di Turi, il carcere a una trentina di chilometri da Bari in cui Gramsci, matricola 7047, era stato recluso fino al 1933 e dove incontrò “il socialista” ovvero l’ex presidente Sandro Pertini. E proprio a Turi, il cui carcere conserva vuota e spoglia “la stanza di Gramsci”, Sciola voleva fosse installata l’opera; la burocrazia, però, ancora una volta lavorò contro, e quel monumento tanto annunciato non fu mai inaugurato.

SciolaStone
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La storia oggi si riprende la rivincita, ed è con un pizzico di orgoglio che Paolo Frau, assessore alla cultura del Comune di Cagliari, assieme a Maria Luisa Frongia, professoressa del dipartimento di Storia e Beni Culturali dell’ateneo cagliaritano, ha annunciato questa mattina, in apertura di presentazione del festival, che i lavori per il posizionamento del monumento sono giunti al termine. “Stiamo lavorando all’assetto delle luci, per poter offrire al visitatore la percezione migliore della scultura, ma accogliere simbolicamente questa accoppiata Gramsci-Sciola mi rende intimamente felice” ha commentato Frau.

A un anno dalla scomparsa, il seme di Pinuccio mette radici e germoglia, manifestandosi in tutta la sua potenza creativa in quel festival di Sant’Arte che avrebbe tanto voluto vedere realizzato in vita. Preludio all’edizione del 2018, il festival intende fare di San Sperate una fucina di sperimentazione artistica attraverso la messinscena di molteplici spettacoli dal vivo, proponendosi al contempo come momento di riflessione teorico-critica sui nuovi scenari dell’arte contemporanea. E dell’arte, in particolare dell’arte pubblica era innamorato Sciola, di porte e cortili e strade che si aprono e si vestono a festa, trasformandosi in originali palcoscenici senza tempo. Paragonava l’arte a un santo rendendola divina. E non era solo una provocazione. “E’ il gesto artistico che rende l’uomo più vicino a Dio” raccontava. E, inascoltato, non si stancava mai di metterlo in pratica.

Patrocinato dal Ministero dei Beni Culturali, il festival di Sant’Arte andrà in scena per tre giorni con oltre cento artisti e un cartellone ricco di appuntamenti, spettacoli, tavole rotonde e progetti site-specific. Emozionati i figli Maria e Tomaso Sciola nel presentare il calendario: “Il patrimonio del festival siete voi, sono le persone -sottolinea Maria- ce lo ha insegnato bene babbo e non smetteremo mai di mettere in pratica il suo insegnamento”. (Informazioni su orari e programmi: www.santarte.it)

Donatella Percivale

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