Christian Carminati, manager algherese a Singapore: “La ristorazione? Un mix di competenze gestionali e di tecnologia”

La passione è nata tra i banchi di scuola, all’istituto alberghiero della sua città –Alghero – una tra le eccellenze scolastiche della nostra isola «mi ha dato basi solide e indirizzato verso una realtà molto importante» ed è cresciuta nel corso delle varie tappe lavorative del suo giro del mondo. A Singapore da dicembre del 2012, reduce da esperienze a Dubai (due anni) e, ancora prima a Dublino – dove è rimasto sei anni – Christian Carminati è un manager alberghiero ambizioso che ha già scalato diverse vette della professione.

A 31 anni è Assistant Food & Beverage Manager al Fairmont hotel di Singapore – struttura a cinque stelle tra le più prestigiose dell’Asia – e coordina un maxi-gruppo di 200 collaboratori: «Sovrintendo all’attività di sette ristoranti e del room service e banqueting. Coordino la gestione degli outlets, dalla parte finanziaria, al marketing, passando per la formazione, le assunzioni, e più in generale il personale. Mi occupo inoltre della creazione di menu, dei rapporti con i fornitori, delle carte dei vini e di molti aspetti procedurali legati alle certificazioni di qualità».

L’approccio col mestiere è maturato ancor prima del diploma: «Durante il quinto anno di studi, dopo varie esperienze nei ristoranti e hotel di Alghero – racconta Christian – iniziai a lavorare all’Hotel Cervo della catena Starwood dove feci tre stagioni estive. Poi la compagnia mi trovò una sistemazione a Dublino al Westin Hotel; era il 2004 e iniziai dal ruolo di cameriere. Dopo un po’ mi proposero di fare l’assistant manager e così decisi di restare in Irlanda più a lungo; a distanza di tempo posso affermare che è stata la scelta migliore che potessi fare perché mi ha consentito di acquisire tutte le capacità di gestione manageriale. In Italia sarebbe stato pressoché impossibile».

Forte di un percorso in costante crescita – impreziosito da molti riconoscimenti a Dublino, Dubai e ultimamente anche a Singapore dove il Fairmont ha ottenuto il premio come migliore breakfast hotel room in tutta l’Asia – Christian ha le idee chiare. «Come mi vedo tra dieci anni? Vorrei essere Food and Beverage Director a capo di svariati hotel cinque stelle, sempre nel sud-est asiatico ma non nascondo che mi piacerebbe aprire un ristorante tutto mio in qualche parte del mondo che amo. Comunque penso di rimanere ancora a lungo in Asia perché il mercato è in continua crescita ed è molto innovativo. Singapore e l’Estremo Oriente sono i posti migliori in cui sviluppare un certo tipo di ristorazione per tutto l’anno, senza dover pensare alle stagioni estive o invernali; inoltre la qualità media e le risorse a disposizione sono molto alte e ti permettono una gestione ottimale. Se hai buone idee e lavori duramente ti permettono di fare ciò che vuoi potendo contare su mezzi sempre adeguati. Il segreto per fare carriera ad alti livelli si poggia a mio parere sul superamento di due limiti: la paura di allontanarsi dalla propria terra e l’idea che la ristorazione vera sia solo quella che ti pone a contatto con il cliente. Per affermarsi, infatti, bisogna aspirare a diventare un manager a 360 gradi; perciò è essenziale saper gestire tutta la parte finanziaria ma anche la crescita del personale, il marketing e la programmazione; tutto questo però lo si può apprendere solo nei grandi hotel cinque stelle».

Contesto lontano anni luce da quello italiano: «Il settore da noi è afflitto da tanti problemi gestionali, di formazione e di regole. In Sardegna, poi, ci sarebbero tanti interventi da fare, soprattutto a livello di strutture che devono attrezzarsi per essere sempre appetibili, trecentossessantacinque giorni l’anno».

Il futuro, comunque, è tracciato e si chiama restaurant revenue management: «Si deve puntare con decisione a un servizio diversificato. Ad esempio, se un cliente vuol fare una prenotazione il sabato sera alle 20.30, un ristorante potrebbe fargli pagare 5 euro in più, vista la domanda a quell’ora; tuttavia se si vuole quello stesso tavolo un’ora dopo, il prezzo potrebbe essere minore. Detto altrimenti, ritengo che ci sia la possibilità di aumentare i ricavi vendendo il prodotto giusto, al cliente giusto, nel momento giusto avvalendosi della tecnologia adeguata che può aiutare a ottimizzare i costi. Ai giovani diplomati suggerisco di uscire dall’isola e di fare quanta più esperienza possibile, curando con particolare attenzione la lingua inglese.  Per avere un futuro in questo settore occorre puntare ad ambienti di qualità dove poter apprendere il più possibile, non fermandosi solo al guadagno».

Giovanni Runchina

 

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