Un euro-blitz a vanvera nella foresta del Marganai

“Tutti vogliono dire la loro e parlano a vanvera. NESSUNO però fino a ieri è mai andato sul posto a verificare di persona”.

Il post con cui l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Giulia Moi ha annunciato la sua “ispezione” nella foresta del Marganai – con la guida non proprio neutrale e disinteressata del sindaco – è una perfetta, anche se involontaria, sintesi di una certa idea della politica. O meglio di una modalità. Una modalità trasversale. Il fatto che l’onorevole Moi faccia parte del Movimento 5 Stelle è da questo punto di vista del tutto indifferente (e se non è completamente indifferente, eventualmente è perché i grillini su questo fronte sono più scaltri). Questa modalità, infatti, è adottata da politici di tutti i partiti (ma per fortuna non da tutti i politici) perché il merito delle questioni è del tutto secondario. Quel che conta è il politico in quanto tale. Il politico che interviene, con i suoi superpoteri, a risolvere i problemi. Di più: è lui stesso a riconoscerli come tali facendo assurgere al ruolo di problemi vicende che altrimenti sarebbero sarebbe rimaste nell’ombra.

È una tecnica (di propaganda), e come tale ha le sue regole. La prima è quella di evitare espressioni impegnative come “tutti parlano a vanvera” o “fino a ieri nessuno è mai andato sul posto” senza essersi informati. Perché – nel caso del Marganai – sul posto ci sono andate parecchie persone: tecnici che hanno scritto delle lunghissime relazioni, giornalisti che hanno fatto fotografie e realizzato video. Un materiale – le relazioni, le inchieste giornalistiche, le note delle giunte comunali, gli scambi di lettere tra tecnici e amministratori – che compone un quadro complesso.

Chissà, se l’avesse conosciuto, questo quadro, Giulia Moi avrebbe potuto rivolgere ai suoi ciceroni silvestri domande ancora più precise. E magari ne avrebbe restituito il senso ai suoi elettori, magari proprio sulla pagina Facebook. Aiutandoci a saperne qualcosa di più. Ma, purtroppo, per il momento c’è solo quel post. Che è accompagnato dall’hashtag un po’ supponente: maisuccessoprima.

Ecco, questo non è esatto. E’ successo tantissime volte che dei politici, di tutti i partiti, abbiano tentato di farsi un po’ di pubblicità a buon mercato inserendosi all’improvviso in vicende che fino a un attimo prima avevano ignorato. E che abbiano poi fatto delle uscite, o dei post, a vanvera.

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