Il riscatto facile dei contributi. Un altro privilegio nascosto

 C’è un aspetto trascurato nella vicenda dei vitalizi ai consiglieri regionali. Eppure è emerso nelle dichiarazioni rese da alcuni di loro in questi giorni. Riguarda la possibilità di riscattare il periodo durante il quale, alla fine della penultima legislatura, i  contributi non furono pagati per via dello scioglimento anticipato del Consiglio. La legislatura 2004-2009, infatti, finì poco meno di quattro mesi prima del previsto.

Il riscatto dei contributi – e la possibilità di farlo – è un problema ben noto a molti lavoratori. Consente di maturare prima il diritto alla pensione o di accrescerne il valore economico. Così anche per i consiglieri regionali. Questa possibilità è stata presentata come un fatto di routine, un adempimentoi burocratico sollecitato dagli uffici. Ma lo si può davvero considerare tale? E’ il problema che pone Carlo Mannoni in questo articolo che facciamo nostro.

Nella vicenda dei vitalizi ai consiglieri regionali della nostra Regione che, in base al coacervo delle norme del consiglio regionale esistenti, ha consentito agli ex consiglieri Claudio Lombardo e Andrea Biancareddu di goderne alle età record (rispettivamente, di 41 e 48 anni) mi ha colpito, tra l’altro, l’aspetto del riscatto dei periodi di consigliere regionale non esercitati.

Ignoravo, francamente, che tale diritto fosse riconosciuto ai nostri consiglieri regionali. Anzi, ad essere sincero, pensavo che tale diritto non fosse neanche stato preso in considerazione. L’altro ieri mi sono invece imbattuto con una certa sorpresa nella dichiarazione della Lombardo che, nel ricostruire la vicenda del suo vitalizio come diritto acquisto, ha dichiarato quanto segue: “Lo scorso 20 febbraio ho solo risposto positivamente al quesito formulato dall’amministrazione a tutti i consiglieri cessati dal mandato nella XIII legislatura (2004-2009), circa la volontà di procedere al “riscatto” dei contributi non versati, relativi ai tre mesi e venticinque giorni di scioglimento anticipato della legislatura 2004- 2009”.

Da quanto apprendo dai giornali si tratta di un diritto, evidentemente deliberato a suo tempo nell’esercizio della sua autonomia dal consiglio regionale – che come tutti gli organi legislativi non ha bisogno di leggi per disciplinare le sue modalità di funzionamento compresi i diritti dei consiglieri regionali – di cui i consiglieri si sono sempre avvalsi e quindi non ne faccio una questione di legalità.

Mi pongo però una domanda sul merito della questione, ma prima di esporla faccio una breve premessa.

Con i “contributi da riscatto” i normali lavoratori possono ottenere una copertura pensionistica estesa ai periodi per i quali non vi sia stato alcun versamento contributivo. La legge disciplina tassativamente tale possibilità legandola a particolari situazioni della vita lavorativa del lavoratore. Tra questi cito i periodi di studio universitario, i periodi di lavoro svolto all’estero, i periodi di formazione professionale, i periodi di lavoro par-time, i periodi di congedo per gravi motivi familiari, i periodi di assistenza di figlio o familiari portatori di handicap, i periodi di lavoro discontinuo, saltuario, precario e stagionale ed, infine, i periodi di interruzione o sospensione del rapporto di lavoro per un massimo di tre anni, non coperti da contribuzione figurativa o volontaria.

Fatta questa premessa formulo la domanda tenuta in sospeso: sul piano etico e della civiltà giuridica può la funzione legislativa e di rappresentanza popolare svolta dai consiglieri regionali, che non mi pare possano essere qualificabili né come lavoratori subordinati e tanto meno lavoratori autonomi, essere riscattata ai fini del vitalizio (sia per la determinazione della sua entità che per la decorrenza della sua erogazione) quando questa non sia stata esercitata? Si può riscattare, insomma, la più alta funzione politica, ovvero l’attività legislativa, che non sia stata svolta?

C’è da chiedersi, a questo punto, quanti consiglieri regionali abbiano riscattato, così come la Lombardo nello scorso mese di febbraio, a vitalizi ormai aboliti, i quasi quattro mesi di consigliere regionale della legislatura 2004-2009 non esercitati per l’anticipata interruzione della legislatura stessa. Sarebbe utile, inoltre, sapere se tale riscatto ha consentito loro di ottenere un importo maggiore di vitalizio e, soprattutto, di goderne anticipatamente rispetto agli ordinari termini legati all’effettivo esercizio della funzione di consigliere regionale.

Sono domande semplici che attendono semplici e chiare risposte. Niente di più.

Carlo Mannoni

 

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