Nel Marganai non solo pellet: dalla legna anche un boomerang

Pochi giorni fa La Nuova Sardegna ha pubblicato un lungo peana dedicato ai vertici dell’Ente foreste e al progetto di radere al suolo oltre 550 ettari di lecceta nel compendio naturalistico del Marganai: “Chi è incompetente faccia un passo indietro”, auspicava l’autore Felice Corda. Chi era costui? L’ex numero uno dell’Ente foreste di Nuoro. Ma questo titolo, forse per eccesso di modestia dell’autore, non viene indicato.

Si potrà immaginare lo stupore, quindi, nel leggere fin dalle prime righe che i 35 ettari di lecceta già abbattuti rappresenterebbero, secondo Corda, appena lo 0,58% del compendio. Questo perché, secondo l’ex dipendente dell’Ente foreste, l’area si estenderebbe per ben 5560 ettari. Il Piano particolareggiato del Marganai, compilato dalle due società toscane che proprio per conto dell’Ente foreste, dietro un compenso di oltre un milione di euro, stanno redigendo i Pfp delle foreste sarde, smentiscono Corda. Cosa dicono (guarda) quei documenti? Che la lecceta del Marganai si estende per 2.351 ettari – compresi gli alberelli sui costoni rocciosi – mentre la totale superficie del compendio arriva a circa 4.600 ettari, contando l’area di Gutturu pala. Nei conti di Corda, ci sono appena mille ettari in più.

All’estensore del commento poi non piacciono i droni: de gustibus. Ma da qui a sostenere che “le fotografie o le riprese aeree” siano servite a “sfruttare dal punto di vista dell’informazione e strumentalizzare ideologicamente, politicamente e/o professionalmente” la vicenda Marganai, ce ne passa parecchio. Corda si riferisce ai due reportage (guarda) pubblicati di recente da Sardinia Post (che omette di citare). Peraltro, nella squadra dei presunti “strumentalizzatori” saremmo pure in buona compagnia. Fatti salvi i suoi ex compagni di lavoro, il commentatore se la prende un po’ con tutti: ecologisti, politici e persino “personaggi [testuale, ndr] come il Sopraintendente Belle arti e Paesaggio” di Cagliari e Oristano Fausto Martino, reo di aver spento le motoseghe. Per Corda, avrebbe scambiato i tagli “provvisori e migliorativi” dell’Ente foreste per modifiche “permanenti e definitive”. Ma questo mica lo dice il Sovrintendente Martino: lo dicono sempre gli esperti pagati dall’Ente foreste, quando specificano nero su bianco che i tagli non sono migliorativi, ma finalizzati alla produzione. Ovvero fare soldi. Che non parrebbe , così a naso, il primo scopo di un ente pubblico non economico.

Tra le righe non manca nemmeno uno scoop: secondo Corda, il progetto del Marganai è stato sottoposto alla procedura di Valutazione ambientale strategica. Fosse vero… La Vas è stata fatta per il Piano forestale della Regione, non per il Marganai, per il quale gli uffici regionali del Servizio sostenibilità ambientale hanno deciso di bypassare la valutazione in quanto, scrivevano nel 2010, i tagli “non sembrano poter avere effetti significativi sugli habitat e sulle specie”. A smentirli, pochi anni dopo, sono stati ancora gli esperti toscani ingaggiati dall’Ente foreste: dopo i tagli, i danni ci sono e sono “di gravità elevata”. Va da sé che gli interventi difesi da Corda non sono né “provvisori” e ancor meno “migliorativi”. Ma nemmanco “urgenti e indifferibili”, posto che sono stati spalmati su una decina d’anni.

Infine, chiede sardonico l’ex direttore territoriale dell’Ente foreste: “E allora di che cosa stiamo parlando di un Ente che è improvvisamente diventato una banda di vandali?”. Domanda interessante. Almeno quanto la risposta dei professionisti d’oltre Tirreno reclutati dall’Ente foreste, che sancisce il lungo effetto boomerang del commento di Corda: una volta effettuati i tagli, “la rinnovazione del bosco è assente”. Come dire: dove son passate le motoseghe, non cresce più l’erba. Insomma, qui Corda ci è andato vicino. Anche se ha confuso gli Unni con gli altri.

Pablo Sole

sole@sardiniapost.it

 

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