Mandiamo i razzisti nuragici in giro per il mondo

La notizia di qualche settimana fa era che Cecile Kyenge il 22 settembre avrebbe accolto, in rappresentanza del governo, il Papa nella sua visita a Cagliari. Si scatenò una tale quantità di reazioni negative, alcune dai toni esplicitamente razzisti, che persino il prudente quotidiano di Cagliari pubblicò un editoriale molto preoccupato. Alla fine, ed è la notizia di ieri, il programma è cambiato: a rappresentare il governo (succede sempre quando il Papa gira per l’Italia) non sarà più il ministro Cecile Kyenge ma il ministro Anna Maria Cancellieri.

Ci si domanda se esista una relazione tra il rigurgito razzista e questa decisione. Una risposta ufficiale non arriverà mai. In casi del genere, dichiarare la motivazione reale vuol dire in una certa misura sancire la vittoria degli intolleranti. Perché non c’è dubbio che se il governo dicesse che la Kyenge è stata sostituita per il timore di contestazioni nel corso della visita del Papa, in qualche modo formalizzerebbe il “successo” di quanti hanno criticato la decisione di inviarla a Cagliari.

Ma che una relazione esista è altamente probabile, se non certo. La visita di un Papa è un impegno organizzativo e di ordine pubblico di per sé molto gravoso. Aggiungervi problemi ulteriori è considerato inopportuno. Molti indizi facevano temere che questi problemi sarebbero sorti e si è deciso di eliminare alla radice la possibilità che si verificassero: fuori la ministra nera, dentro una ministra bianca.

Cagliari diventa così – nelle valutazioni del ministero dell’Interno e dei responsabili dell’ordine pubblico – una città “a rischio”. Una città dove sono presenti non irrilevanti sacche di intolleranza e di violenza, quantomeno verbale. Non è esattamente una medaglia d’oro sul gonfalone cittadino. Anche se non lo si vede, è un bollino nero di cui ci si dovrebbe vergognare.

Val la pena di rileggere i commenti anti-Kyenge e la loro evoluzione. Prima della sostituzione con la Cancellieri ne sono apparsi alcuni così violentemente razzisti da rientrare nelle previsioni del codice penale. Dopo la sostituzione, si è spostato il tema dal “ministro nero” al “ministro italiano”. L’argomento ora è che i sardi sono perfettamente in grado di accogliere il Papa da soli, con le loro autorità, senza la necessità della presenza di esponenti del governo nazionale.

Abbiamo, in effetti, una giunta regionale per metà indagata dalla magistratura e questo dovrebbe consentire al Papa di esercitare appieno la virtù della misericordia e del perdono. Purtroppo Graziano Mesina è detenuto, altrimenti tutti i dubbi sulla scelta del rappresentante sarebbero stati risolti in un baleno.

Molti dei commentatori contestano alla Kyenge di aver parlato di una “Italia meticcia”. Una ovvietà assoluta, perché è “meticcio” tutto il mondo. L’esistenza delle razze, di una loro “purezza”, sono concetti superati non solo sul piano culturale, ma anche scientifico. Molti di questi nostri imbecilli, se si trasferissero in Marocco o in Tunisia, non verrebbero mai individuati come stranieri. Ma se, invece, andassero a fare un giro in Germania o in Olanda, potrebbero trovare qualche nordico imbecille come loro pronto a chiamarli “africani”. Chissà, forse comincerebbero a rivedere le loro idee sull’umanità. Facciamo una colletta per consentire ai nostri razzisti di girare il mondo.

G.M.B.

 

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