Le tartarughe marine Caretta caretta e l’immortalità di Antonio Gramsci

Ne siamo consapevoli: mettere in relazione Antonio Gramsci e le tartarughe marine può apparire un temerario azzardo. Qualcosa che ricorda un capolavoro assoluto della letteratura umoristica, Gli asparagi e l’immortalità dell’anima, dove Achille Campanile svolge un articolato ed esilarante ragionamento per arrivare alla conclusione che tra le due cose non c’è alcun rapporto.
Fatto sta che le tartarughe marine Caretta caretta e Gramsci sono i protagonisti del nuovo numero, un altro numero da collezione, del bimestrale Sardinia Post Magazine, da oggi in tutte le edicole della Sardegna. Alle prime è dedicata la copertina, a Gramsci un ampio servizio – realizzato da Francesca Mulas – corredato da un planisfero che dà un’idea della diffusione del pensiero gramsciamo in ogni angolo del mondo, dal Sudamerica all’Oceania.

E questa, a pensarci bene, è una prima relazione. Le Caretta caretta, come il pensiero gramsciano, sono diffuse in tutto il Pianeta. E da un po’ di tempo a questa parte hanno assunto un ruolo nuovo: sono diventate le sentinelle della salute dei mari. L’analisi di ciò che mangiano – come ci racconta Manuel Scordo – dà la misura della gravità dell’inquinamento prodotto dalla plastica e dei danni causati dall’uomo all’ambiente. Lanciano infatti un duro j’accuse e chiedono che si ponga fine a un sistema di produzione e di smaltimento che ha già generato negli oceani un’isola di plastica grande quanto la Francia.

Anche la diffusione del pensiero gramsciano può essere interpretata come un invito a interrompere un fenomeno di inquinamento – politico e culturale – nel quale alla plastica corrispondono le false notizie, i pregiudizi, gli slogan, l’idea che la democrazia sia una somma di like nei social e non il frutto dello studio e del lavoro.

Inoltre le tartarughe esistono da 220 milioni di anni, c’erano già al tempo dei dinosauri, dei quali hanno visto l’estinzione, e avevano già totalmente egemonizzato il mondo quando noi umani siamo apparsi sulla Terra. Esistono da sempre, proprio come l’aspirazione degli umani a una vita serena e ordinata. Solo che sono molto più pazienti, generose e tenaci. Fino al punto di mettere a disposizione il loro corpo per salvare l’ambiente. Senza, per questo, rinunciare a vivere e a deporre le loro uova nelle superstiti spiagge incontaminate. Sono dotate del pessimismo dell’intelligenza e dell’ottimismo della volontà.

In definitiva, non è affatto sacrilego, né umoristico, mettere in relazione le tartarughe e l’immortalità di Gramsci.

Buona lettura da Sardinia Post

 

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