Il silenzio e l’oblio. Dopo due biglietti omaggio andata e ritorno per le Mauritius, Marco Veneziani, segretario nazionale della Uil Trasporti e Meridiana, la compagnia aerea controparte su vari e complessi tavoli di trattative, hanno altro che li accomuna: il silenzio assordante su una vicenda che puntano a far dimenticare. La tecnica è quella consolidata dell’oblio: le persone dimenticano i fatti quando si smette di parlarne. Dunque nessuna replica, oltre a quella diffusa dall’azienda nell’immediatezza della scoperta. Veneziani sta in silenzio, non trova necessario spiegare come mai abbia avuto due biglietti gratuiti per un luogo esotico di villeggiatura dalla compagnia aerea che dovrebbe affrontare con il coltello tra i denti per difendere i posti di lavoro degli iscritti al sindacato.
Senza l’assunzione di responsabilità, senza spiegazioni o giustificazioni, si vuole così confinare la vicenda in una sorta di sfera privata. Ma un sindacalista deve rendere conto dei suoi comportamenti e se non lo fa, se non solo non smentisce ma nemmeno commenta una notizia così grave, mette a rischio non solo il suo ruolo e la sua credibilità, ma anche quelli dell’intero sindacato.
Poi c’è l’azienda. Le repliche dell’amministratore delegato, Roberto Scaramella, lasciano di stucco. Per Meridiana è privato il comportamento di Veneziani che va in vacanza con il biglietto pagato dalla compagnia aerea, ma lo è ancor più quello dell’azienda: “L’azionista è privato e tali restano le sue decisioni”. Non è così. Il ruolo sindacale è eminentemente pubblico, il sindacalista risponde dunque all’opinione pubblica. Ma anche l’azienda ne deve rispondere. E non solo per ragioni di tipo etico, non solo perché le relazioni sindacali devono essere trasparenti. C’è in questo caso una ragione molto concreta: Meridiana resta in piedi non solo col denaro dell’Aga Khan, ma anche grazie alla cassa integrazione. Oltre 1500 dipendenti usufruiscono degli ammortizzatori sociali pagati da tutti noi. Questo silenzio non è ammissibile.
Giandomenico Mele
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