Chi pensava che le elezioni Politiche avrebbero determinato la caduta della giunta Cappellacci deve ricredersi. Si è affrettato a chiarirlo lo stesso governatore, Ugo Cappellacci, poco dopo che si era concluso lo spoglio delle sezioni dell’Isola. «Se guardiamo la somma dei partiti che appartengono alla coalizione di governo – ha detto – abbiamo i numeri per governare la Regione anche dopo le Politiche».
Un calcolo aritmetico. Il centrodestra ha ottenuto alla Camera dei deputati il 23,7 per cento, la lista Monti il 9,42 per cento e i sardisti il 2 per cento. Il totale è 35,09 per cento. E siccome il centrosinistra ha ottenuto poco meno del 30 per cento, ecco che il governatore può dire di avere “i numeri per governare”.
Per farlo ‘ingloba’ nella maggioranza attuale che governa la Regione l’intera lista Monti (formata da Udc, Riformatori e Fli), trascura il fatto che uno dei suoi principali esponenti, l’assessore al Bilancio Giorgio La Spisa, si è dimesso. E ‘prende’ tutti i voti dei sardisti.
Si va verso un ‘rimpasto’. O forse verso un vero e proprio azzeramento della giunta regionale, con l’obiettivo di andare avanti ancora per un anno, fino al febbraio del 2014, scadenza naturale della legislatura.
Già, nelle prime dichiarazioni del dopo-voto, i leader dei sindacati hanno manifestato la preoccupazione che l’incontro tra la situazione di ingovernabilità a livello nazionale e l’annunciato stallo a livello regionale creino una situazione esplosiva. La Sardegna, infatti, rischia di non aver a Roma un interlocutore forte e credibile e di non avere a Cagliari un esecutivo regionale rappresentativo.
La giunta Cappellacci ha infatti la “maggioranza” solo all’interno del Palazzo di viale Trento. Solo tra le forze politiche che nell’ormai lontanissimo 2009 elessero loro rappresentanti al Consiglio regionale. Ma se si prendono i numeri di queste elezioni, i numeri ‘veri’, si ha un risultato ben diverso.
Anche a sommarli considerandoli omogenei tra loro, i voti della coalizione di centrodestra, della lista Monti e dei sardisti sono poco più di 320mila. Mentre i voti ottenuti dal centrosinistra e dal Movimento 5 Stelle sono oltre 550mila. Se poi si considera il numero totale degli elettori sardi (poco meno di un mlione e 400mila) si ha come risultato che la ‘maggioranza’ di Cappellacci ha il consenso di un elettore isolano su quattro e ha in modo esplicito la sfiducia di quasi due elettori su quattro.
Come in queste condizioni si possa andare avanti per un anno è il quesito che Sardinia Post porrà fin da oggi ai protagonisti della vita politica ed economica dell’Isola.