Grandi manovre attorno al Banco. Ecco la domanda da fare (subito)

Per quel che risulta agli analisti finanziari, i vertici delle grandi banche popolari sono al lavoro per promuovere delle aggregazioni e per costituire noccioli duri di soci in modo da poter stabilizzare la loro governance e, conseguentemente, salvare il loro posto di comando. Particolarmente attivo su questo fronte risulterebbe l’amministratore delegato della Banca popolare dell’Emilia Romagna Alessandro Vandelli. Infatti attorno alla banca modenese si starebbero concentrando le attenzioni di tre colossi della finanza internazionale che avrebbero espresso dubbi e perplessità su talune scelte operative e gestionali di quella banca.

È sembrato quindi opportuno dare conto a quanti ci seguono su Sardinia.post sulle ultime novità. I due gruppi interessati sono il Dimensional Fund Advisors, il gruppo d’investimento di Austin (Texas), oggi azionista di riferimento numero uno in Bper con il 3,17%, e la Blackrock, attualmente la più grande società di investimento nel mondo che gestisce un patrimonio totale di 4320 miliardi di dollari, che ne detiene circa il 2,23%.

Occorre ancora precisare che questi due fondi hanno finora investito sulle Popolari interessate dalla riforma Renzi rispettivamente 450 e 530 milioni di Euro (Blackrock è tra l’altro il secondo azionista della Popolare di Milano, da sempre interessata ad un accordo con Bper).

Sempre nel suo capitale è presente con il 2,15% la Norges Bank Investment Management, la società di Oslo che gestisce il più grande fondo sovrano al mondo con un patrimonio da 864 miliardi di euro, ed il cui amministratore delegato non ha fatto mistero di volersi interessare delle sei Popolari più forti (in fase di trasformazione in Spa), su cui ha già promosso investimenti per circa 400 milioni di euro.

Perché noi di Amsicora stiamo prestando molta attenzione a queste manovre? La ragione è presto detta. Perché delle sorti future della Bper (nelle alleanze e sotto quale gruppo di controllo) sarà inevitabilmente interessato il Banco di Sardegna. Anche perché gran parte delle aggregazioni allo studio (stando alle voci) riguarderebbero banche nel nord, come le due Popolari di Sondrio e quella di Milano.

Per quel che si può capire da Cagliari – che in fatto di finanza è certamente “l’ultima provincia dell’impero” – si è di fronte ad uno scenario assai fluido e complesso, anche perché i tre fondi internazionali qui ricordati, “investono per gestire”, cioè per poter influire sulla gestione diretta della banca (e la redditività del gruppo Bper sarebbe oggetto di pesanti rilievi).

Ora, se le nostre informazioni sono esatte, ci sarebbe una concordanza degli analisti nel ritenere che le sorti della Bper e del Banco di Sardegna dovrebbero (o potrebbero) dividersi a breve, in quanto territorialmente ed economicamente impegnati in aree fra loro diseguali. E quindi difficilmente omogeinizzabili

D’altra parte anche in quel di Modena, Vandelli & C. sarebbero sulla stessa lunghezza d’onda, dato che dall’istituto sassarese hanno prelevato tutto quel che interessava (l’ultima preda sarebbe la Banca di Sassari che, trasformata in società-prodotto, emigrerebbe oltretirreno – si dice – con un’operazione baratto, facsimile di quella utilizzata per la Sardaleasing), ed ora risulterebbe più un peso che un valore.

Quale sorte dunque toccherebbe al Banco di Sardegna? È questa la domanda che intriga noi di Amsicora, anche perché non si conoscono le reali intenzioni della Fondazione, che ancor oggi “avrebbe” in portafoglio il 49% del Banco, ma che dovrebbe cederne il 25-30% alla Bper (?), presumibilmente in cambio di azioni di quest’ultima, divenendone così, sempre presumibilmente, l’azionista di riferimento. La Fondazione si troverebbe quindi a dover dialogare con quei tre colossi della finanza internazionale per decidere (a) le sorti della Bper, (b) il futuro del Banco.

Per ora, attorno a questi eventi, in Sardegna c’è un silenzio assoluto, quasi che s’avesse il timore (o il terrore?) di toccare – come dice la saggezza popolare per indicare aree off limits – pisci in cadinu.

Certamente qualcosa se ne se ne verrà a sapere con l’approvazione del bilancio consuntivo al 31 dicembre 2014 che la Fondazione dovrebbe approvare entro questo mese di maggio.

Ora, per quel che abbiamo sempre sostenuto, le decisioni della Fondazione – soprattutto queste riguardanti gli investimenti del notevole patrimonio dei sardi che ha in gestione – non possono che riguardare, per la loro rilevanza, un interesse pubblico generale.

Sembrerebbe quindi legittimo che il Presidente della Regione, a nome dell’intera comunità sarda, venga informato (o, autonomamente chieda informazioni) su quanto verrà deciso nel palazzo sassarese di via Carlo Alberto e, conseguentemente, ne vengano informati sia il Consiglio regionale che i suoi stakeholder (cioè i portatori d’interesse che sono tutti i sardi). Per doverosa trasparenza e per obbligante dovere.

Seppure si sia convinti che le decisioni che prenderà l’istituzione presieduta da Antonello Cabras saranno di certo a tutela e nell’interesse dell’isola, crediamo che una preventiva informazione possa servire per esprimere un giudizio (o, ancor meglio, per fornire anche utili suggerimenti e consigli), da quanti, da sardi, intendono essere partecipanti attivi di quel che viene deciso sull’economia regionale.

Noi, comunque, attendiamo vigili e fiduciosi, perché non vorremmo che anche il Banco, voluto e conquistato dai nostri padri autonomistici settant’anni or sono, sparisca come nuova preda dei tanti saccheggiatori forestieri che, nei secoli, hanno depredato la nostra isola. Sotto i nostri occhi e grazie alla nostra connivenza.

Amsicora

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share