Il “federalismo penale” di Forestas. Un’opportunità per la Sardegna e la Colombia

Abbiamo letto più di una volta, stentando a crederci, la delibera dell’amministratore unico di Forestas, Giuseppe Pulina, che introduce un nuovo principio nella pubblica amministrazione: la responsabilità penale non è solo personale, come stabilisce la Costituzione, ma è anche territoriale. Un’idea che avvicina la nostra piccola isola agli Stati Uniti d’America. Anche noi, pur non avendo ancora l’Fbi, abbiamo ora i nostri reati federali e nella lista non sono compresi la frode nelle pubbliche forniture e la turbativa d’asta. Si tratta, infatti, di comportamenti considerati disdicevoli solo in alcune contee, come quella di Seneghe.

Purtroppo la delibera del professor Pulina non chiarisce quali siano i confini territoriali interni del nuovo ordinamento penale isolano. Se, per esempio, a Ozieri sia punito l’abuso d’ufficio, a Senorbì la frode in commercio e a Villasimius il furto con destrezza. Peccato, perché si sarebbe trattato di indicazioni utilissime per individuare i luoghi migliori dove stabilire la residenza e anche per ripopolare le zone interne. Basterebbe, per esempio, depenalizzare l’evasione fiscale sul massiccio del Gennargentu.

Una scelta prudente, probabilmente dettata dal timore di tumultuosi e incontrollabili movimenti della popolazione. Quanto agli unici reati territoriali individuati al momento, l’amministratore unico di Forestas non ha voluto rivelare se la frode nelle pubbliche forniture e la turbativa d’asta siano puniti anche in altre contee, oltre a quella di Seneghe. Ma è stato categorico nell’escludere che siano considerati dei crimini in una speciale area del capoluogo, quella compresa tra il viale Trento e le vie Zara e Rovereto, dove hanno sede gli uffici della giunta regionale ai quali è indirizzata la delibera.

Scrive infatti il professor Pulina che anche nel caso malaugurato in cui il dottor Antonio Casula, da lui designato alla guida della direzione generale di Forestas, fosse condannato per i fatti e gli sono stati contestati come reati in relazione all’appalto della videosorveglianza a Seneghe, potrebbe tranquillamente guidare un ente regionale con 7mila dipendenti e un bilancio di 160 milioni di euro, perché il “procedimento penale è afferente a fatti asseritamente occorsi presso altra amministrazione”.

Se la giunta regionale farà propria questa tesi, si apriranno per la Sardegna nuove e straordinarie opportunità per acquisire a costi contenuti professionalità fino a ieri inarrivabili. Risulta, infatti, che attualmente sono liberi da qualunque incarico, e verrebbero volentieri a darci una mano, numerosi manager molto esperti che nei mesi scorsi sono incappati in vicende giudiziarie del tutto irrilevanti perché, appunto, afferenti ad “altre amministrazioni”. Anche penitenziarie.

Restiamo in attesa – nel caso di accoglimento da parte della giunta regionale dell’impostazione del professor Pulina – della lista completa dei comuni “law-free”. Sarà, ben più della mitica Zona franca, un incentivo agli investimenti nell’Isola da parte della migliore imprenditoria sudamericana.

G.M.B.

 

 

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