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CORSIVO. La “ricetta Maninchedda” e l’uso della carne nelle diete vegetariane

Prima di tutto le date, per evitare di perdere il filo. Dunque, il 12 luglio viene eletto il nuovo capogruppo del Psd’Az al consiglio regionale. Tra gli altri partecipa alla votazione il consigliere regionale Paolo Maninchedda. Il 21 luglio, nove giorni dopo, si tiene a Nuraghe Losa l’assemblea fondativa di un nuovo Partito dei sardi. Il suo leader, Paolo Maninchedda, chiede e ottiene il mandato a trattare col centrosinistra per l’ingresso nella coalizione che si presenterà alle Regionali del 2014.

Se si fosse chiamato Antonio Sanna, il problema non si sarebbe posto: si sarebbe preso atto del caso di omonimia. Il sardista Antonio Sanna avrebbe continuato a lavorare nel Psd’Az e a verificare se possono ricrearsi le condizioni per rinnovare l’alleanza col centrodestra berlusconiano di Ugo Cappellacci, mentre il sovranista Antonio Sanna avrebbe intrapreso il suo percorso dentro la coalizione di centrosinistra per mandar via Ugo Cappellacci dal Palazzo di viale Trento. Ma si chiama Paolo Maninchedda e non solo non ha omonimi, ma nemmeno eguali. E’ noto per essere uno degli uomini più intelligenti della Sardegna e, dunque, tra i primi in Italia e in un’ottima posizione nella classifica mondiale.

Non c’è dubbio, infatti, che Maninchedda abbia le qualità intellettuali per essere assieme un consigliere regionale sardista e il leader del concorrente Partito dei sardi. Tutti i giorni, mentre si fa la barba, discute appassionatamente davanti allo specchio con l’altro se stesso. Che stima moltissimo e ritiene il suo interlocutore più colto e affidabile. Hanno trascorso assieme momenti indimenticabili fin da ragazzi. Assistettero, nel 1982, alla finale del Mundial di calcio tifando uno per l’Italia e l’altro per la Germania. E praticano una rigorosa dieta vegetariana a base di costate di manzo.

Però, purtroppo, l’elettore medio, specie quello del centrosinistra, quel cretino, per intenderci, che non riesce ancora a immaginare che si possano salire le scale discendendole, che ci si possa tuffare in mare restando asciutti, che si possa avere la botte piena e la moglie ubriaca e che quando la mattina si fa la barba non sobbalza, tra l’altro rischiando di tagliarsi, alla vista di un genio, ha una certa difficoltà a capire come si possa stare in un partito e, contemporaneamente, fondarne un altro. Chissà che le forze della coalizione non lo domandino a Paolo Maninchedda. Forse scoprirebbero la ricetta magica per spiegare ai loro elettori che quando hanno votato contro Silvio Berlusconi stavano anche decidendo di mandare al ministero dell’Interno Angelino Alfano.

G.M.B.

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