Benvenuto Francesco Pigliaru. Il saluto di Sardinia Post

Dunque oggi – salvo imprevisti dell’ultim’ora – la Sardegna avrà un nuovo governo. Le trattative sono state laboriose, come era prevedibile, perché la giunta che nasce è l’espressione di un governatore e, assieme, di una coalizione formata da ben undici forze politiche. Il risultato è inevitabilmente un compromesso, dove la parola non va intesa necessariamente in modo negativo. In politica il compromesso è, in una certa misura, inevitabile. Esistono anche i buoni compromessi che rendono più solide le alleanze e più forti i governi.

Il problema non è il compromesso, ma la sua misura e la sua qualità. E’, quando si scelgono le persone, l’equilibrio tra l’esigenza che siano politicamente affidabili e la necessità che siano anche capaci:’ l’equilibrio tra la compatibilità e la competenza. Fondamentale sempre, decisivo in questa fase economica drammatica. Gli scarsi mezzi a disposizione lasciano pochissimi spazi di manovra. E dare anche solo l’impressione che le scelte non vengano fatte nell’interesse generale, ma per tutelare in tutto o in parte il proprio elettorato, o peggio i propri sponsor, può dare il colpo definitivo alla credibilità della politica.

In quest’anno e mezzo di vita Sardinia Post ha documentato puntualmente – senza ricevere non solo querele, ma nemmeno smentite – le innumerevoli decisioni di carattere clientelare della giunta Cappellacci. Siamo stati una voce pressoché isolata. Non per nostro merito, ma per la condizione in cui si trova il settore dell’informazione in Sardegna. L’ex governatore, distribuendo con larghezza denaro ai principali gruppi editoriali che operano nell’Isola, ne è diventato una sorta di co-editore di fatto.

Abbiamo sostenuto la caduta di Cappellacci con convinzione. Non per ragioni ideologiche, ma per motivi molto banali e concreti: il mal governo, l’uso in chiave propagandistica del denaro pubblico, il sostanziale annullamento del criterio del merito. Seguiremo le vicende e le scelte della giunta guidata da Francesco Pigliaru con la stessa attenzione e lo stesso rigore. Ieri, nello scambio di consegne, Cappellacci curiosamente ha suggerito a Pigliaru di stare attento a come distribuire il suo tempo. A noi sarebbe bastato se Cappellacci fosse stato attento a come distribuiva il nostro denaro.

E siccome anche noi siamo cittadini, lavoratori, imprenditori – perché questo è una testata giornalistica: un’impresa culturale che vive il suo tempo e dunque le difficoltà del suo tempo – diciamo fin d’ora che ci aspettiamo dalla nuova giunta un intervento rapido a sostegno del comparto dell’informazione. Con la definizione di regole precise e chiare – basate su dati oggettivi – per l’assegnazione della pubblicità istituzionale. Con l’approvazione di una legge (ce ne sono tre, che giacciono da quasi due anni) che favorisca la nascita e il consolidamento di nuclei di informazione indipendente.

Si tratta di provvedimenti a costo zero. Infatti se si sommano le elargizioni che a vario titolo (oltre alla pubblicità istituzionale abbiamo l’affitto di immobili, il finanziamento di mostre, l’allestimento di stand, l’affidamento della stampa di opuscoli istituzionali) la giunta Cappellacci ha distribuito agli “editori amici”, raggiungiamo cifre che, se assegnate con criterio, sarebbero più che sufficienti a finanziare un intervento serio e produttivo a sostegno dell’intero comparto dell’editoria.  Un intervento in grado di garantire non solo il pluralismo dell’informazione – che è un valore costituzionale – ma anche posti di lavoro.

Non chiederemo mai alcun favore-  ma solo il rispetto dei diritti di tutti gli operatori dell’informazione – a questa giunta che pure, sicuramente, ci è più “amica” della precedente. Riteniamo, infatti, che il miglior “amico” per un giornalista sia quello che lo mette nelle condizioni di lavorare liberamente. Per un giornalista il migliore “amico” è quello di cui può diventare “nemico” senza temere di vedersi la bocca cucita.

Giovanni Maria Bellu

 

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