Il Banco di Sardegna finanzia (e ci rimette) l’hotel veneziano dei Vip. Una notizia, qualche domanda

Ma che c’azzecca – per dirla alla Di Pietro – la Sardegna, la banca che ne porta il nome e l’interesse dei sardi, con il più lussuoso hotel d’Europa, distante dall’Isola un migliaio e passa di chilometri e affacciato, tra l’altro, su di un altro mare? Ma che c’azzecca, domandiamo ancora, il Banco di Sardegna con l’hotel Danieli di Venezia?

La risposta a queste domande porta a scoprire una storia curiosa e, per altro verso, sconcertante. Una storia che racconta come tra i prestiti concessi dalla banca sarda ne esista uno, multimilionario e andato in contenzioso, accordato anni fa proprio alla proprietà di quello storico albergo veneziano. Perché quell’hotel è davvero ricco di storia: venne aperto infatti due secoli fa in un palazzo dogale lungo la Riva degli Schiavoni, a pochi passi da Piazza San Marco, il cuore della città. Lo si considera uno degli hotel più conosciuti e lussuosi del mondo. Vi hanno soggiornato, fra le tante celebrità, Wolfang Goethe, Winston Churchill, Marlene Dietrich, Ernest Hemingway e Jacqueline Bouvier Kennedy. Una camera doppia oggi costa “solo” 795 euro a notte!

Occorre andare con ordine. Sul Corriere della sera del 9 luglio scorso è apparso infatti un articolo, a firma di Mario Gerevini, dal titolo assai intrigante: “Le molte vite dell’hotel Danieli (che non paga alle banche le rate del mutuo)”. Leggendolo, si scopre che fra quelle banche c’è anche il Banco di Sardegna, e per una doppia cifra a sei zeri (naturalmente in euro). Beneficiaria del finanziamento “sardo” sarebbe stata, scrive Gerevini, “la società Danieli Property, controllata dalla Mdp Holding, controllata dalla Sth Sub Holding, controllata dalla Sth Holding, sotto il controllo, finalmente, della Sth Hotels di proprietà del finanziere campano Giuseppe Statuto”. Una vera e propria matrioska finanziaria che – scrive sempre il giornalista – appare “funzionale a spacchettare i rischi ed i debiti o per favorire l’ingresso di nuovi partner”. Oltre che a rendere sempre più intricato il tracciamento delle responsabilità tra proprietà e gestione nella riscossione dei crediti insoluti.

Occorre anche aggiungere che quel Giuseppe Statuto viene indicato come il proprietario, oltre che del Danieli, di molte altre strutture dell’hotelerie di lusso del nostro Paese, ma assai noto, da tempo, come “cattivo pagatore”, titolare tra l’altro di un’esposizione debitoria globale con le banche molto vicina al miliardo di euro.

L’operazione che ha interessato il Banco di Sardegna, per un finanziamento iniziale di 160 milioni di euro, sarebbe nata in pool con il Monte dei Paschi di Siena (per quel che si dice, fifty-fifty), sotto l’egida della Popolare dell’Emilia Romagna (Bper), controllante dell’istituto sardo. Va da sé – viste le premesse – che le rate del mutuo sarebbero risultate impagate da subito, ponendo l’intero credito in sofferenza, che, con gli aggravi degli interessi di mora e le spese, avrebbe superato i 200 milioni. Scrive sempre Gerevini che risultarono senza esiti “lunghi solleciti, intimazioni, azioni legali, ufficiali giudiziari, pignoramenti, azioni di esproprio”.

Per completare la storia, soltanto poche settimane fa il Banco – tramite la Bper Credit management – sarebbe riuscito a venirne fuori, riuscendo a recuperare, sempre secondo la ricostruzione del “Corriere” – poco meno dell’80 per cento del credito vantato (la perdita sarebbe comunque nell’ordine di una ventina di milioni). L’acquirente del debito del Danieli con il Banco, secondo le voci raccolte dall’articolista, risulterebbe essere non il signor Statuto, ma “la Elliott Capital Management, il grande gestore americano di fondi”. Che potrebbe così divenire “il nuovo padrone dello storico hotel”. Dato che, per altre voci, la stessa Elliot avrebbe in mano un prestito obbligazionario (al tasso dell’11,47%) a carico del gruppo Statuto per un importo assai rilevante. Tutto questo ginepraio (frutto d’una finanza assai spericolata) appare molto utile per formulare delle legittime perplessità sulla genesi di un’operazione finanziario da cui, per quel che si viene a sapere, sarebbe stato meglio tenersene lontani.

Perché questa notizia c’è apparsa così sconcertante e, per altro verso, anche illuminante?
La risposta la si trova in quel che si va da sempre sostenendo, l’essere cioè il Banco di Sardegna nella disponibilità di interessi e poteri esterni all’Isola, apparendo sempre più come una dipendenza funzionale e strumentale ai progetti ed alle esigenze dei banchieri modenesi. La vicenda dell’hotel Danieli appare appunto come la conferma che ormai la conduzione del Banco, e l’utilizzo delle intere sue disponibilità liquide (che si valutano in qualche miliardo di euro), è ormai in mano e gestita “in toto” dalla Bper, sulla testa del suo Consiglio di amministrazione e della sua Direzione generale. Tanto che per decidere di un finanziamento di poche migliaia di euro o di nominare o spostare un capo ufficio, occorra che sia Modena a disporlo. Eppure, per quanto dispone il Codice civile, la piena responsabilità dell’amministrazione societaria (compreso, quindi, il finanziamento al signor Statuto) rimane tutta in capo ai suoi amministratori.

Ora, proprio per l’attenzione che noi di Amsicora portiamo nei confronti del Banco di Sardegna e delle sue vicende, queste osservazioni sono motivate esclusivamente dal fatto che si tratta non di una società privata (come qualcuno vorrebbe sostenere), ma dove è presente un concreto interesse pubblico. E questo perché nel suo capitale sono presenti diverse centinaia di milioni di euro, i cui titolari sono tutti i sardi (e, quindi, si tratta di denari pubblici). Anche la stessa Fondazione, che ne detiene pro tempore la gestione, è di fatto un’entità pubblica, pur autorizzata ad operare secondo il diritto privato. Del cui operato i suoi amministratori devono risponderne poi pubblicamente a tutti i sardi che, attraverso le loro istituzioni, li hanno scelti ed eletti. Per questo, quanto accaduto con l’hotel veneziano, malaccortamente sovvenzionato con denaro frutto del risparmio dei sardi, non può che interessare la pubblica opinione isolana. Anche perché ci si possa tener distanti, con preveggenza, da quegli sconquassi bancari che hanno pesantemente interessato, e condizionato, in questi ultimi tempi l’economia nazionale (dal Monte dei Paschi alle banche venete).

Amsicora

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