Alcune domande ai parlamentari sardi del Movimento 5 Stelle

Sardinia Post è nata poco più di sei mesi fa con l’obiettivo di contribuire a instaurare in Sardegna un vero dibattito pubblico. Che poi è la condizione ordinaria, normale, di tutte le normali democrazie. C’è un problema e se ne discute apertamente. E i soggetti che ricoprono ruoli istituzionali che conferiscono loro il potere di risolvere quel problema, sono tenuti a far sapere come intendono affrontarlo. Rispondendo alle domande degli organi di informazione e dei cittadini. Perché – per utilizzare una definizione cara al Movimento 5 Stelle – chi ricopre cariche pubbliche ed è retribuito con i soldi dei cittadini è in un certo senso un ‘dipendente’ degli stessi cittadini.

A partire da questa assoluta ovvietà, constatiamo che fino a ora – ed è passato più di un mese dalla elezioni Politiche – ancora non si è avuta alcuna presa di posizione, né ufficiale né ufficiosa, da parte degli eletti sardi alla Camera e al Senato del Movimento 5 Stelle. Per esempio non si sa quale sia la loro posizione rispetto alla formazione del governo. Certo si sa (da Roma) che il gruppo parlamentare (quindi anche i deputati e i senatori sardi) ha votato in modo unanime contro il sostegno a un governo formato dai partiti tradizionali. Ma non si sa quale sia la risposta dei parlamentari 5 stelle sardi alla domanda che viene dalle grandi fabbriche sarde in crisi che vedono come una prospettiva catastrofica quella di dover condurre le loro vertenze senza un interlocutore credibile, cioè senza un governo.

E a oggi quindi non si sa se i deputati e i senatori sardi del Movimento 5 stelle ritengono o meno che la crisi sarda abbia un suo specifico, un grado speciale di drammaticità, che rende meno facile e scontata la decisione di non appoggiare alcun governo (se non quello, oggi evidentemente irrealistico, tecnicamente impossibile, “a 5 Stelle”). Una posizione, quella di escludere qualunque soluzione alla crisi, qualunque assunzione di responsabilità, che per l’Isola ha una valenza diversa. Perché il danno causato alla Sardegna da questa situazione di paralisi è più grave di quello, peraltro micidiale, che essa procura all’Italia.

In generale non si sa se un elettore sardo che abbia aderito al Movimento 5 Stelle abbia investito di qualunque decisione Beppe Grillo e Roberto Casaleggio o se invece possa avere, negli eletti in Sardegna, degli interlocutori politici dotati del grado di autonomia che nelle democrazie parlamentari è riconosciuto a quanti rappresentano i cittadini e che, a garanzia dell’effettività della rappresentanza, non sono imprigionati da vincoli di mandato.

Rivolgiamo queste domande ai deputati e ai senatori del Movimento 5 Stelle eletti nell’Isola sicuri che vorranno dare una risposta pubblica. E, nell’attesa, così come abbiamo fatto e stiamo facendo con i rappresentanti del Partito democratico in relazione alla vicenda della Fondazione del Banco di Sardegna, e come abbiamo fatto e faremo con l’ex assessore ai Trasporti Christian Solinas in relazione alla sua “laurea” conseguita nel New Mexico, e rispetto a innumerevoli altre vicende ben note ai nostri lettori, continueremo a riproporre periodicamente i quesiti. I cittadini sono tutti uguali. E anche chi li rappresenta.

Giovanni Maria Bellu

 

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share