Abbattiamoli, prima che ci abbattano

Dallo scrittore Giorgio Todde riceviamo e volentieri pubblichiamo questa ironica riflessione sugli ultimi sviluppi del caso Marganai.

Gentili amici di Sardiniapost,

una riflessione a proposito della foresta del Marganai che il Ministero e un Sovrintendente hanno condannato a morte per mancata ceduazione negando ai sardi il diritto al proprio pellet.

Voglio esprimere la mia solidarietà al Sindaco di Domusnovas, al quale il Ministero ha bloccato per sempre la crescita, e all’Amministratore Unico – ma si vede che uno non basta – dell’Agenzia Regionale spiritosamente chiamata Fo.Re.S.T.A.S.

Che è una specie di acronimo delle parole: Forestale, Regionale, Sviluppo, Territorio, Ambiente, Sardegna.

Un’Agenzia innovativa perché nell’isola abbiamo capito tra i primi che il territorio e l’ambiente non li dobbiamo proteggere. Li dobbiamo sviluppare.

A buon intenditor.

E vi ripeto quello che dico sempre agli amici.

Gli alberi abbattiamoli noi, prima che ci abbattano loro.

Sono maligni. Si appostano e aspettano di schiantarsi su un innocente. Sono come un tumore, gli alberi, che se ne tagli un pezzo ricresce.

Dice una relazione magistrale dell’agronomo comunale di Cagliari che tutto questo verde alle volte è malsano, triste e monotono. E ha ragione. All’ombra si diventa rachitici. Oltretutto gli alberi sono spesso piegati, deformi e nei rendering ci stanno proprio male, li rovinano.

E poi se li capitozzi fanno quelle pericolose cicatrici lungo i rami che, ci spiega lo stesso agronomo, si chiamano “teste di gatto”. Roba dannosa, come suggerisce il nome. Non te ne liberi più delle “teste di gatto”.

E poi con tutti questi alberi che figura ci facciamo con i turisti? Ai turisti raccontiamo che in Sardegna ci sono pochi alberi e che ci possono venire tranquilli. E quelli ci vengono tranquilli.

Invece sbarcano e quando meno se l’aspettano trovano alberi in agguato dappertutto. Nessuno abbastanza onesto da dirgli che disgraziatamente qualche albero è rimasto e che in Sardegna non li abbiamo ancora debellati del tutto.

Le amministrazioni che si succedono continuano la lotta all’albero. L’altro giorno ho visto che ne abbattevano alcuni con una ruspa, come gli abusi edilizi che invece non si abbattono mai. L’obiettivo primario è almeno il pareggio tra abusi edilizi e alberi.

Per fortuna la lotta agli alberi si è diffusa un po’ dappertutto nei comuni sardi. Ma il cammino è lungo e ci sono ancora, se si può dire, delle ombre e qualche albero imboscato.

Quanto ci sarebbe da fare.

Nella giornata degli alberi si possono portare le scolaresche ad abbattere almeno gli alberi piccoli che poi diventano grandi. Spiegare ai bambini che abbattere un albero grande e grosso costa, meglio farlo fuori da piccolo. Oppure si bruciano, però può essere pericoloso, specie per i bambini che poi magari ci prendono gusto e incendiano la casa. Però un poco alla volta bruciare si possono. E anche in questo siamo tra i primi.

Non tutto va male dunque.

Alcuni obiettivi li abbiamo raggiunti e guai a essere disfattisti.

Per esempio a Cagliari c’è un lungo viale con un solo albero. E abbattuto quello finalmente viale Sant’Avendrace lo si potrà chiamare via e non viale. Ci hanno provato anche in viale Trieste, ma lì le piante sono feroci e hanno perfino radici tutte storte. Però basterà qualche altro intervento e anche in viale Trieste il sole non avrà più ostacoli, gli uccelli non avranno nidi e l’ombra la faranno solo i palazzi. D’altronde siamo in città, mica in un bosco.

E si dice “via del progresso”, non “viale del progresso”. Casomai il viale è del tramonto.

Molto avanti anche con gli oleandri che, si sa, sono velenosissimi e mietono vittime, così, prima che ci ammazzino e governino il mondo, li mietiamo noi. Ne restano pochissimi nelle città.

Nutro la speranza che il Sindaco di Domusnovas e l’Agenzia regionale si ribellino a questo sopruso che proviene dallo Stato italiano. Sono certo che un giorno scompariranno tutti gli alberi che circolano nelle vie e nelle piazze dove uno ha diritto di prendersi un po’ di sole.

Oggi, amici di Sardiniapost, questo diritto è stato negato ai sardi anche per colpa vostra.

Cordialmente,

Giorgio Todde

 

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share