Zona Franca, Fi e Fdi rilanciano la battaglia in Consiglio. Tour nell’Isola

Forza Italia e Fratelli d’Italia rilanciano la battaglia per ottenere il riconoscimento della zona franca integrale in tutta la Sardegna. Lo fanno con un’interrogazione in Consiglio regionale e con un tour nell’Isola per promuovere il dibattito su questo tema. Gli esponenti dell’opposizione attaccano la “Giunta dei professori”: “stanno portando l’Isola verso il baratro”. Secondo il coordinatore regionale di Fi, Ugo Cappellacci, “di fronte a questa contingenza negativa, allo svantaggio in termini di trasporto, infrastrutture, all’esiguo numero di abitanti e alla condizione di insularità non modificabile, l’unico fatto che è a portata di mano è quello di agire sull’imposizione fiscale e quindi serve un atteggiamento diverso sia da parte della Regione che dello Stato. La legge approvata dal Consiglio nel novembre 2013 giace ancora nei cassetti del parlamento. Con la nuova Giunta tutto questo è stato abbandonato”.

“La Lombardia ha chiesto di attivare la zona franca per i Comuni al confine con la Svizzera. La zona franca doganale si sta attivando in tutti i porti – precisa – mentre quella integrale è un nostro diritto”. Il senatore di Fi Emilio Floris sollecita il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, a “portare la richiesta per l’istituzione della zona franca in conferenza Stato-Regioni: da parte nostra noi solleciteremo la Camera e il Senato”. Dello stesso avviso il deputato Fdi Bruno Murgia che si dice pronto anche alla “campagna elettorale e alle elezioni anticipate: questa è un’iniziativa concreta di autonomia che riguarda al vita delle imprese e dei cittadini”. “Siamo di fronte al fallimento delle politiche di questa Giunta di centrosinistra che vuole andare avanti con una logica di prebende e assistenzialismo – attacca Paolo Truzzu di Fdi – la zona franca è l’esatto contrario”. Infine il consigliere Fi Stefano Tunis: “La condotta in materia di sviluppo della Giunta ci sta portando ad altissima velocità verso la desertificazione economica, mentre il più importante sindacato regionale è stato in silenzio”.

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