Claudia Lombardo: “Pensionata a 41 anni. Ma sono regole che non ho fatto io”

Dopo giorni di voci e veleni, l’ex presidente del Consiglio regionale esce allo scoperto per “fare chiarezza”: “Percepirò 5000 euro al mese. E’ un automatismo creato da altri”

Nel 2009, Claudia Lombardo ha ‘festeggiato’ la quarta legislatura consecutiva con la presidenza del Consiglio regionale. I cinque anni successivi li ha trascorsi in larga parte con le forbici in mano, come le ha riconosciuto perfino l’opposizione di centrosinistra: la stagione delle polemiche sui costi della politica pretendeva risposte e lei ha tagliato un po’ qua e un po’ là. “Parliamo di un risparmio complessivo di circa 26,5 milioni di euro. Il costo del Consiglio è passato dunque da 85 a 58,5 milioni annui”, dice oggi, nel pieno delle polemiche sui vitalizi degli onorevoli regionali.

Ed è proprio sull’ex presidente del Consiglio che nell’ambiente si concentrano le voci più incontrollate. Nell’ordine: una leggina ad hoc firmata dalla stessa Lombardo per permetterle di incassare il vitalizio ventiquattr’ore dopo aver lasciato il Consiglio, a 41 anni; un cospicuo assegno di fine mandato; un esposto in Procura contro l’ex presidente del Consiglio.

Veleni? Per tentare di capire ci siamo rivolti alla diretta interessata. Che gentilmente ha risposto. Andando con ordine: è vero che Claudia Lombardo, a 41 anni, percepisce già il vitalizio? Sì. Il perché lo spiega lei stessa. “Sono la prima a voler fare chiarezza – premette -. Innanzitutto, parliamo di 5.100 euro netti al mese. Capisco che questa cifra possa generare indignazione nell’opinione pubblica, ma non sono norme che abbiamo approvato noi. L’idea che io stessa abbia firmato un documento ad hoc per assicurarmi il vitalizio non appena lasciato il Consiglio, è pura follia. Per la precisione – aggiunge Lombardo – si tratta di una disposizione approvata a metà degli anni ’80, quindi trent’anni fa, poi modificata nel 2000. Quella norma anticipava alla fine della consiliatura l’erogazione del vitalizio, a favore dei consiglieri che avevano versato i contributi per un periodo non inferiore ai vent’anni o quattro legislature. Si tratta cioè di un diritto acquisito, applicato in automatico a tutti i consiglieri che ovviamente hanno i requisiti per beneficiare della predetta norma”.

Nel 2000 si stabilì che dal 2004 il vitalizio si poteva percepire, in base alle consiliature, dai 60 anni. Ma i diritti acquisiti non potevano appunto essere cancellati. E così per il calcolo della ‘pensione’ e dell’età in cui questa poteva essere percepita, per i consiglieri eletti prima del 2004 gli uffici hanno applicato le norme in vigore fino ad allora. È il caso appunto – ma non solo – anche di Claudia Lombardo, arrivata in via Roma nel 1994, a 21 anni. Dopo aver dato uno sguardo all’archivio del consiglio regionale, è sufficiente fare un piccolo calcolo per sapere se altri onorevoli siano in possesso dei requisiti per beneficiare della norma approvata trent’anni fa. E in effetti anche Andrea Biancareddu, ex assessore all’Ambiente dell’Udc nell’ultima giunta Cappellacci e indagato per peculato nell’ambito dell’inchiesta sui fondi ai gruppi, dal marzo scorso ha diritto al vitalizio, a 48 anni. 

“Per inciso – puntualizza Claudia Lombardo – io di questa norma non ero nemmeno a conoscenza, l’ho scoperto nel marzo scorso, quando sono stati preparati i decreti per tutti i consiglieri regionali della passata legislatura. Pensavo al contrario che avrei incassato il vitalizio a partire dai 50 anni. Vitalizio, peraltro, che sotto la mia presidenza è stato abolito a cominciare dall’attuale legislatura. Non potevamo cancellarlo prima perché avremmo leso diritti acquisiti e, magari, ci saremmo anche esposti a cause legali”. Ma le norme varate nel dicembre del 2012 dal governo Monti, non fissavano l’età per il vitalizio a 66 anni? “Sì – conferma Claudia Lombardo – ma dicevano anche che da questa prescrizione erano esentate le regioni che avevano già legiferato. E noi, che su questi temi siamo stati dei precursori, avevamo già messo tutto nero su bianco un anno prima, nel novembre del 2011, quando appunto abolimmo il vitalizio”.

Ma come si arriva a 5.100 euro mensili? Attraverso dei coefficienti legati agli anni trascorsi in consiglio regionale, che nel 2000 sono stati modificati abbassando di parecchio l’entità dei vitalizi. In sostanza, la cifra finale è determinata in base al numero di legislature, e quindi anche in base ai contributi detratti ogni mese dallo ‘stipendio’ dei consiglieri regionali (leggi).

Diverso il discorso per l’assegno di fine mandato. Prima del 2009, ogni consigliere versava in un apposito fondo il 6,7% dell’indennità e una volta terminata la legislatura, maturava una cifra pari a cinque indennità per legislatura. “E noi abbiamo aumentato la quota dal 6,7 al 10% (circa 950 euro, ndr) – dice oggi Claudia Lombardo –. Di fatto, ogni consigliere ha incassato ciò che ha accantonato, senza costi aggiuntivi per il bilancio del Consiglio”. L’unica eccezione si è avuta nella 12ma legislatura, quando il presidente dell’Aula era il sardista Efisio Serrenti e le mensilità vennero portate da cinque a dodici (per la consiliatura 2004/2009) prima di essere di nuovo ridimensionate a cinque dal suo successore, Giacomo Spissu. Il resto è matematica e vale per tutti gli ex onorevoli che ‘interrompono’ ogni rapporto col Consiglio, ovvero non si ricandidano. C’è poi da considerare che nella quasi totalità dei casi i consiglieri richiedono un’anticipazione della ‘liquidazione’. I denari provengono dalle casse del Consiglio dietro il pagamento di una quota di interessi pari all’1%. A fine legislatura, gli uffici verificano l’entità del denaro già erogato, applicano l’interesse e definiscono quindi il saldo finale, accreditato quando il consigliere chiude i rapporti con via Roma o congelato in caso di rielezione. Spesso, comunque, il dovuto è già ‘incassato’ attraverso le anticipazioni.

Infine, il presunto esposto presentato in Procura. “Non ho alcuna informazione in merito ma posso dire solo una cosa: spero che ci sia e che soprattutto sia firmato – conclude la politica sulcitana –. Diciamo che avrò molte cose da dire e sarà un’occasione per fare chiarezza, in tutta trasparenza, spazzando via i veleni e gli attacchi strumentali e gratuiti”.

Pablo Sole

sole@sardiniapost.it 

 

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