Usi civici, il Grig: “Svendita permanente, un nuovo Editto delle chiudende”

“Una svendita permanente, senza nessuna vergogna”. Così l’associazione ambientalista Gruppo di intervento giuridico ha definito la “riapertura per due anni dei termini per la sclassificazione (cioè sdemanializzazione) dei terreni appartenenti ai demani civici, su richiesta dei Comuni”, prevista nella Finanziaria della giunta Pigliaru attualmente in discussione in Consiglio regionale.

Una possibilità che, come denunciato dal Grig, viene estesa anche ai “terreni già trasformati a fini industriali, come per esempio l’inquinante bacino dei fanghi rossi dell’Eurallumina Spa di Portovesme, al centro dell’obsoleto progetto di riconversione industriale basato su una nuova centrale a carbone”.

I terreni ad uso civico “costituiscono un patrimonio di grandissimo rilievo per le Collettività locali in Sardegna, sia sotto il profilo economico-sociale che per gli aspetti di salvaguardia ambientale, che al termine degli accertamenti di legge” interesseranno circa un quinto del territorio isolano, pari a 400 mila ettari.

“Ma non basta – si legge in una nota dell’associazione ambientalista -. Nella seduta consiliare del 23 marzo 2016 risulterebbe approvato l’emendamento n. 519 a firma degli onorevoli Piermario Manca (Partito dei Sardi), Rossella Pinna (Pd), Augusto Cherchi (Partito dei Sardi), Gianfranco Congiu (Partito dei Sardi), Alessandro Unali (Rifondazione-Comunisti Italiani-Sinistra Sarda), Anna Maria Busia (Centro Democratico), Roberto Desini (Centro Democratico), Gianmario Tendas (Pd) e Daniela Forma (Pd).  In pratica, con tali disposizioni volute dal centro-sinistra sardo con in prima fila gli identitari del Partito dei Sardi, sarebbe sempre possibile depredare i demani civici dei Comuni sardi dopo occupazioni illecite e vendite non autorizzate”.

“Ciliegina sulla torta è la sdemanializzazione ad personas – prosegue il Grig – dei terreni a uso civico di Irgoli (Nu), già destinati ad agricoltori fin dagli anni ’50 del secolo scorso è già affrancabili, senza tante difficoltà, attraverso l’istituto della legittimazione. È un nuovo Editto delle Chiudende, portato avanti innanzitutto da chi sbandiera ideali identitari e indipendentisti alla faccia delle identità e del patrimonio delle Collettività locali”.

Eppure, l’inventario dei terreni risulta concluso dall’aprile del 2012, senza che però siano partiti i “procedimenti di dichiarazione dei diritti di uso civico e dei demani civici in ben 120 ulteriori Comuni della Sardegna”, denuncia il Grig, che ricorda come “il mancato utilizzo del risultato di appalti di servizi regolarmente collaudato e il cui corrispettivo sia stato liquidato senza comprovati motivi o cause di forza maggiore”, potrebbe portare ad eventuali ipotesi di responsabilità per danno erariale.

Anche per questo l’intera vicenda è stata segnalata al Procuratore generale della Corte dei conti per la Sardegna, il Commissario per gli usi civici per la Sardegna e il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari.

“Per giunta, alla data odierna – conclude la nota – le cariche di Direttore del Servizio Attuazione misure agroambientali e Salvaguardia della biodiversità dell’Assessorato regionale dell’Agricoltura e di Direttore del Settore Usi civici risultano vacanti, mentre – secondo la citata interrogazione consiliare n. 309/A – sarebbe stato costituito un non meglio precisato “gruppo di lavoro” non formalizzato con componenti e compiti non conosciuti. Preludio di una nuova operazione di accertamento, magari annacquato, con conseguente esborso di parecchi soldi pubblici? Preludio dell’ennesima depredazione ai danni dei demani civici? Speriamo proprio di no”.

 

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