Ugo ci riprova. E fa il “rivoluzionario”

Ugo Cappellacci parla alla Fiera di Cagliari. Paragona la Sardegna del 2009 a “una nave alla deriva” e dice di non averla potuta mettere in rotta.

“Quando cinque anni fa abbiamo preso in mano il governo della Regione, la nostra Isola era una nave alla deriva, senza controllo, in balia delle onde, coi cittadini relegati dentro le stive e alcuni cacciati. Volevamo rimetterla in rotta, la nave, ma abbiamo incontrato venti di burrasca: la peggior crisi economica dopo quella del 1929; uno Stato che si è rivelato patrigno anziché un buon padre di famiglia; un’Unione europea nata per essere dei popoli e invece diventata l’Ue dei banchieri e dei burocrati”. Sono le 11,13 quando Ugo Cappellacci comincia a parlare alla Fiera di Cagliari: un migliaio di sostenitori distribuiti in due sale del Padiglione D.

IL PARAINDIPENDENTISMO. Il governatore, uscente e ricandidato, usa settantadue minuti per intessere il suo j’accuse contro Roma e contro Bruxelles, così dopo i saluti “ai partiti alleati, ai miei figli e a tutti i giovani che sono il nostro futuro”. Cappellacci lo chiama “il più bastardo dei venti: è lo Stato che ha troppo debiti con noi, ma non ce li paga. Eppure siamo i Quattro Mori e i Fratelli d’Italia insieme, abbiamo un profondo senso di appartenenza alle istituzioni, ma a Roma ci ostacolano in tutti i modi. Abbiamo dovuto aprire un trentina di contenziosi contro la Corte Costituzionale (sono le leggi impugnate dal Governo). L’ultima sul Pps (Piano paesaggistico dei sardi): un rilievo di illegittimità che, guarda a caso, è arrivato lo stesso 17 gennaio in cui Pigliaru, alle 17, e fate gli scongiuri se siete scaramantici, avviava la propria campagna elettorale. Noi il Pps lo abbiamo cambiato in assoluta trasparenza, per aiutare gli enti locali, visto che solo 7 Comuni su 377 sono riusciti ad adeguare i loro piani urbanistici. Abbiamo anche censito da zero i beni identitari: 6mila su 10mila erano sbagliati”.

PARTITA ECONOMICA. Cappellacci bolla come “un pezzo di carta senza valore”, l’eredità della Vertenza Entrate, aperta nel 2004 dal centrosinistra: “La Sardegna non aveva beneficiato di alcun risultato. Siamo stati noi a lottare davanti alla Corte Costituzionale, vincendo due volte per poter incassare il maggior gettito di Iva e Irpef. Ma non lo possiamo spendere perché non è stato modificato il Patto di stabilità. Eravamo anche pronti a pignorare Palazzo Chigi. Il Governo è patrigno con la Sardegna. Lo sta dimostrando pure con le risorse dell’alluvione: la nostra Isola è stata ferita morte, i danni calcolati ammontano a 600 milioni. Ma ce ne hanno assegnato appena 150, di cui solo 50 spendibili subito. Eppure il centrosinistra non dice una parola per non andare contro il proprio premier Letta”.

CONTINUITÀ TERRITORIALE. Sui trasporti, il presidente uscente e ricandidato attacca Michela Murgia. “In queste elezioni c’è una candidata, la signora Michela, che ci rimprovera di non esserci seduti al tavolo con un armatore. Non fa il nome, ma lo dico io: l’armatore è Onorato. Noi non abbiamo da dire nulla ai signori dei mari e dei cieli”. Contro la Murgia, Cappellacci dirà più tardi: “Da tempo dialoghiamo con la Catalogna, non stiamo aspettando Sardegna Possibile”.

NUOVO CALL CENTER. Per il leader berlusconiano, “la lotta contro la burocrazia è un impegno chiave: vogliamo dedicare a questo enorme problema un assessorato ad hoc, e aprire anche un call center regionale per dare risposte ai cittadini, 24 ore su 24. Quanto i lacci amministrativi siano un ostacolo allo sviluppo, non lo dicono solo gli economisti, che è meglio lasciarli perdere, ma i cittadini. Vi invito a leggere il libro ‘Volevo solo vendere una pizza‘.

“L’ASSESSORU”. Così Cappellacci su Pigliaru: “Io non userò l’arma della bugia e della mistificazione, come fanno da quella parte. L’AsseSoru, nel 2006, ha firmato un bilancio falso, poi bocciato dalla Corte Costituzionale. L’AsseSoru è il padre nobile della tassa sul lusso, quella che ha messo in ginocchio la Sardegna. L’AsseSoru dice che bisogna ripartire da dove ‘Isola era rimasta nel 2004. L’AsseSoru vuole cominciare il domani, noi diciamo che la nostra terra è adesso, la Sardegna è ‘Qui ora‘. Per questo, dobbiamo essere tutti un po’ De Gasperi e fare meno i politici e più gli statisti, non pensando alle elezioni ma alle generazioni future”.

INDUSTRIA E IMPRESE. Cappellacci definisce “superato” il modello di sviluppo che “ha trasformato la Sardegna in polo chimico e manifatturiero: da decenni la classe dirigente doveva capirlo. Noi vogliamo lasciarci alle spalle quel tipo di industria e puntare sulla green economy e sullo sviluppo sostenibile che vanno messi in rete con turismo e agroalimentare”. Quanto alle imprese, nell’elenco delle “cose fatte” il governatore uscente mette sia “il fondo di garanzia per l’accesso al credito” sia “ il microcredito”. Col primo, “abbiamo già stanziato 250 milioni e vogliamo arrivare a 700, cioè quanto tutto il valore dei fondi Ue per la Sardegna nei prossimi sette anni. Sarà il più grande fondo di garanzia mai visto in Italia e forse in Europa. Per il microcredito, attraverso la Sfirs, ci sono a disposizione 100 milioni. Tutto questo si aggiunge al taglio dell’Irap, per il 70 per cento”.

ZONA FRANCA. Cappellacci sulla defiscalizzazione: “Non è vero che Bruxelles ci impedisce di fare la Zona Franca. Abbiamo parlato coi maggiori esponenti dell’Ue e ci hanno detto che deve decidere lo Stato italiano. Noi crediamo sia una battaglia giusta. Vero che non è mai stata concessa una Zona Franca su una superficie tanto grande come quella sarda, ma vogliamo essere i primi. Non accettiamo di pagare la benzina 1,70 euro al litro: di cui 70 centesimi sono di accise e 30 di Iva”. Il capo della Giunta legge poi un titolo del Corsera di oggi: “Si parla di Zona Franca, a riprova che parliamo anche noi di cose reali”.

“I NOSTRI SUCCESSI”. Prima di chiudere con una lista di traguardi, Cappellacci osserva: “In questi cinque anni potevamo fare di più, ma siamo stati i primi ad abolire le Province; i primi a tagliare da 80 a 60 il numero dei consiglieri regionali; i primi a dimezzare le indennità degli onorevoli; i primi a cancellare i vitalizi e i Cda. E non per parlare di me, ma da tre anni ho rinunciato allo stipendio da governatore e ho venduto l’auto blu che aveva comprato il mio predecessore. Era un’Audi. Io giro con la mia macchina”. In coda viene proiettato un video: immagini di sardi che sorridono.

BERLUSCONI. Intanto il 1° febbraio è atteso a Cagliari Silvio Berlusconi per sostenere la campagna elettorale di Cappellacci e del centrodestra. Ad annunciarlo, a margine della convention alla Fiera, lo stesso governatore uscente. “Per ora è previsto il suo arrivo”, ha detto indicando la data di febbraio che, comunque, andrà confermata nei prossimi giorni.

Alessandra Carta

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