Tsunami Zedda, la nuova giunta di Cagliari rimescola le carte nel Pd sardo

Il Zedda bis, con l’esclusione di Nicola Montaldo dall’Esecutivo, sta producendo un doppio effetto dentro e fuori il Partito democratico.

Non sembra seguita da un giorno di festa la nomina del Zedda bis a Cagliari. Anzi. Passate ventiquattro ore dalla trattativa che ha costretto il sindaco e gli alleati a scegliere gli assessori ai tempi supplementari (qui la cronaca), a venire fuori sono adesso le ragioni delle liti e dei ritardi. C’è un comunicato. Lo firmano gli ex civatiani de La Traversata. La nota è di poche righe, ma durissime. “Le dinamiche seguite per la composizione della Giunta – si legge – sono le stesse che stanno paralizzando la scelta del segretario regionale del Pd”. Il dito è puntato contro “la politica guidata dal cinismo e da rendite di posizione slegate dalle idee, dal merito e dalle competenze”, ciò che “ci sta facendo perdere credibilità e consenso”, si legge.

All’apparenza è un j’accuse tutto interno al Pd, quello messo su bianco dalla componente dem che in Consiglio comunale ha eletto Matteo Lecis Cocco Ortu, il quinto più votato del partito con 801 preferenze. Ma nella sostanza è chiamato in causa anche il sindaco Massimo Zedda che l’Esecutivo lo ha deciso imponendo, per esempio, l’esclusione di Nicola Montaldo, renziano della prima ora e segretario cittadino dei dem. Adesso, però, trapela che Lecis Cocco Ortu ha ricevuto lo stesso trattamento: era nella lista dei desiderata Pd, ma la sua candidatura non è stata presa in considerazione.

Agli ex civatiani, insomma, non è chiaro in base a quali criteri ciò sia avvenuto, visto che il Zedda bis mischia tecnici e politici senza un ordine apparente. Non solo: il caso delle esclusioni non motivate si è ripetuto pure con Paola Porcu e Francesca Desogus, altre due esponenti de La Traversata proposte dal gruppo quando nel centrosinistra si è aperta la caccia alla quarta quota rosa mancante. L’episodio si è ripetuto due volte nel giro di ventiquattro ore: martedì il forfait dato dal Psd’Az sulla nomina dell’assessore donna; ieri l’improvvisa rinuncia della soriana Barbara Argiolas che ha fatto un passo indietro in segno di solidarietà verso Montaldo. Ma in entrambi è stato Zedda a scrivere il finale.

Gli ex civatiani osservano ancora: “Siamo convinti che Cagliari possa essere un laboratorio politico per il centrosinistra, se si avrà il coraggio di valorizzare progetti liberi e indipendenti“. Quindi la promessa con monito: “Saremo certo leali come noi crediamo si debba essere in una comunità politica, ma con la stessa convinzione saremo dialettici, decisi e determinati nella difesa dei programmi e dell’identità di una sinistra libera di volare e di credere che la forza delle idee non ha bisogno di protettori”.

Alla luce della nota firmata da La Traversata, la sensazione è che tra il sindaco e parti del Pd si rischi un punto di non ritorno, senza correttivi sulla composizione della Giunta. Di più: i renziani, che ieri notte avevano ugualmente annunciato una nota, oggi hanno deciso di prendersi un’altra pausa di riflessione, probabilmente per capire se da Zedda arrivi un qualche segnale di apertura. Non tanto per un cambio immediato nella squadra di governo, quanto per concertare una staffetta nei mesi a venire.

La nuova trattativa dovrà obbligatoriamente ripartire dal nodo: Claudia Medda, preferita a Montaldo, non è una scelta del Pd sardo. Il suo nome non l’ha fatto nessuna delle correnti isolane. Men che meno i renziani, sebbene Zedda abbia fatto passare questo messaggio. Tanto che dalla stessa componente dem filtra un’indiscrezione: scegliendo la Medda il sindaco avrebbe urtato anche il sottosegretario alla presidente del Consiglio, Luca Lotti, allineato su Montaldo, al pari dei referenti renziani nell’Isola. Ovvero il consigliere regionale Gavino Manca e l’ex della massima assemblea sarda Chicco Porcu.

Ieri sera circolava addirittura la voce che Lotti avesse mandato a Zedda un sms di fuoco, nel quale la nomina della Medda veniva bollata come “un’offesa personale”. Tuttavia,  è difficile pensare che il sindaco l’abbia scelta sapendo di mettersi tutti contro. La Medda, almeno fino al recente passato, aveva un filo diretto con il premier Matteo Renzi, in virtù delle ripetute partecipazioni agli incontri alla Leopolda di Firenze.

A conferma del malcontento all’interno del Pd, è sufficiente un calcolo aritmetico: negli accordi di coalizione i democratici avrebbero dovuto indicare quattro assessori, mentre Zedda uno. Ma adesso i dem si ritrovano a quota due (con Danilo Fadda e Yuri Marcialis), mentre il sindaco ha messo il cappello su una coppia di caselle: la nuova vicesindaca Luisanna Marras (che tuttavia è una Pd di area Cabras) e appunto la new entry Medda.

Lo scontro su Cagliari ha certamente segnato il partito anche a livello regionale: il passo indietro di Barbara Argiolas per solidarietà con Montaldo dà avvio alla nuova alleanza tra renziani della prima ora e soriani, rimescolando le carte rispetto al congresso del 2013, quando le due componente dem erano avversarie. Soru, allora, era alleato con la componente popolare-riformista guidata da Antonello Cabras e Paolo Fadda. I renziani, invece, sostenevano Ignazio Angioni insieme agli ex Ds e agli ex popolari della cosiddetta area Giagu.

Rispetto a questo nuovo assetto, gli ex civatiani de La Traversata non stanno prendendo posizione. Anzi: una loro prerogativa è la totale autonomia rispetto alle correnti storiche che si caratterizzano per aver big al proprio interno. Ma siccome nelle prossime settimane è attesa la convocazione del direttorio per decidere il nuovo segretario regionale (l’ultimo conclave di Oristano è saltato), non si può escludere che La Traversata possa entrare nel ragionamento di soriani e renziani. Del resto per eleggere un leader serve la maggioranza in Assemblea e gli ex civatiani, che nei giorni scorsi si sono proposti per guidare il partito, potrebbero garantire quei numeri in più necessari a raggiungere l’obiettivo.

Sul fronte delle componenti Cabras e Fadda, cioè l’area popolare-riformista, si regista ugualmente un cambio di alleanze. Tutto si lega ancora al Zedda bis e al fatto che a Montaldo e alla Argiolas non sarebbe dispiaciuto se pure Marcialis e Fadda jr avessero rinunciato alla nomina, quando Zedda ha optato per la Medda. La speranza è rimasta delusa, ma sotto il profilo degli equilibri interni potrebbe volere dire che la componente bersaniana-cuperliana di Marcialis abbia deciso di prendere le distanze dai renziani della prima ora, rompendo così l’accordo siglato nel congresso del 2013.

Quanto a Zedda e ai suoi rapporti col Pd, va rilevata la rottura tra il sindaco e i soriani. Il divorzio si è materializzato con la rinuncia della Argiolas – cugina di Soru – a entrare in Giunta. Basta andare appena indietro con la storia per capire che si tratta di una circostanza di per sé straordinaria: nel 2011, anno della sua prima candidatura in Comune, Zedda ottenne dall’ex governatore una sorta di benedizione politica. Zedda era considerato un rottamatore ante litteram perché alle primarie del centrosinistra aveva battuto Cabras, ciclicamente amico e avversario di Soru.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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