Tirrenia-Moby, le reazioni del mondo politico

“Un anno fa il Consiglio regionale ha discusso una mozione di Forza Italia e approvato un ordine del giorno che impegnava la Giunta a contrastare in ogni sede l’ipotesi monopolio e a combattere il fenomeno del caro traghetti. Spiace che soltanto ora, forse tardivamente, la Giunta regionale si svegli dal suo torpore e prenda carta e penna per scrivere all’Antitrust”. Lo afferma la consigliera regionale di Forza Italia, Alessandra Zedda in merito alla scalata in Tirrenia da parte di Vincenzo Onorato. “In un anno e mezzo le uniche modifiche della convenzione sono state a vantaggio della compagnia di navigazione e l’esecutivo non si è minimamente preoccupato del miglioramento delle tariffe e delle tratte per i sardi e per i turisti – aggiunge l’esponente dell’opposizione -. Hanno deposto la bandiera della battaglia promossa nella scorsa Legislatura che è stata caratterizzata da due vittorie importanti: la prima è quella della giunta Cappellacci e dei consumatori davanti all’antitrust contro il caro traghetti con quel ricorso di cui qualcuno negava l’esistenza e che invece non solo esisteva ma è stato vittorioso. Anche la flotta sarda, tanto odiata nei palazzi della politica quanto apprezzata dai sardi, non solo ha portato mezzo milione di turisti in Sardegna, ma ha svolto, come testimoniato dall’antitrust, un ruolo di calmiere dei prezzi – osserva Zedda -. Per questo meritava una difesa più determinata da parte di chi invece, come un piccolo Monti, si è adeguato al ce lo chiede l’Europa. La seconda è quella che ha visto l’esecutivo del centrodestra prevalere sullo Stato davanti ai giudici costituzionali con una sentenza storica perché da allora in poi nessuna decisione può essere presa senza il consenso della Sardegna”.

“Nel caso andasse a buon fine la scalata a Cin-Tirrenia da parte del presidente della Moby Vincenzo Onorato, il mercato dei mari sardo cadrebbe per il 90% nelle mani di un’unica società sotto il controllo di Onorato stesso. Questo contesto segnerebbe l’addio alla libera concorrenza, ai diritti dei consumatori a tariffe sostenibili, al marketing territoriale, allo yield management, alla pianificazione turistica e alle politiche commerciali sull’import/export delle merci”. Così, in una nota, gli indipendentisti di Irs che vedono all’orizzonte “un ulteriore e conclusivo scippo alla Sardegna della sua già quasi inesistente sovranità sui trasporti”. “Bene hanno fatto la Giunta e l’assessore ai Trasporti Massimo Deiana a presentare un esposto all’Autorità garante della concorrenza e del mercato avverso la scalata dell’armatore Vincenzo Onorato a Cin-Tirrenia, poiché – si legge ancora nella nota – non è accettabile che la quasi totalità delle quote di mercato risiedano nelle mani di una sola società, certificando di fatto un regime di monopolio finanziato oltretutto con 72 milioni di euro di contributi pubblici”. Irs sostiene l’azione della Giunta “nel voler bloccare la scalata dell’armatore Onorato. Se si vuole ripartire con una politica dei trasporti seria la prima cosa da eludere è che si formi un monopolio di fatto – conclude il comunicato – iRS ha da sempre sostenuto la creazione di una flotta sarda capace di garantire il diritto dei sardi alla mobilità e che rappresentasse, in secondo luogo, un dispositivo di programmazione economico e turistico”.

“Va bene il ricorso all’antitrust presentato dall’assessore regionale ai Trasporti Massimo Deiana ma è ora di porre fine al governo campano dei nostri porti”. Il consigliere regionale de La Base Efisio Arbau va dritto al cuore del problema senza circumnavigazioni lessicali. “Non possiamo dare le chiavi di casa ai baroni del mare per poi arrabbiarci perché ci fanno pagare anche l’affitto. Che il padrone di Tirrenia si chiami Morace o Onorato o entrambi insieme poco cambia: utilizzano i nostri soldi per risolvere i loro problemi occupazionali”. “La soluzione è semplice ed una sola: dobbiamo riprenderci le chiavi di casa, dobbiamo – continua Arbau uscendo dalla metafora – interrompere la convenzione con Tirrenia e concentrarci sui nostri problemi e non su quelli dei Campani. Pensiamo a come trasportare i sardi e le nostre merci da e per la Sardegna. I soldi della continuità devono essere incassati dalla Regione. Il resto è solo perdita di tempo, di soldi ed una colossale presa per i fondelli dei nostri conterranei”.

“Onorato ha fatto il suo mestiere di imprenditore. Chi non ha controllato è stato il governo centrale che non ha favorito una vera concorrenza nel settore, mentre la Regione ha risposto come ha potuto e con forze limitate”. Lo afferma Antonio Satta, segretario dell’Unione Popolare Cristiana (Upc) e componente del direttivo Anci. “Ora quello che importa è che ci siano tariffe adeguate e collegamenti efficienti, per evitare che si riproponga quell’isolazionismo che per tanti anni ha caratterizzato la Sardegna – afferma ancora – le autorità competenti vigilino, perché un servizio pubblico non può essere lasciato solo alla concorrenza. Onorato è uomo d’esperienza e penso che saprà valorizzare i trasporti da e per la Sardegna – conclude Satta – Lo Stato non dimentichi che questo settore ha bisogno di regole chiare e vincolanti”.

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