Scoppia un nuovo scandalo intorno all‘Insar, la partecipata della Regione (al 55,39 per cento) gestita da Pd e Forza Italia e finita di recente anche nel mirino della Corte dei Conti per via degli oltre due milioni di euro spesi in collaborazioni e consulenze dal 2015 (leggi qui): l’ultimo casus belli è il bando Ico Edili da due milioni e 750mila euro. L’Insar, che sviluppa politiche per il lavoro, l’ha pubblicato l’8 maggio scorso con l’obiettivo di rilanciare il settore del mattone. Ma a leggere le condizioni della gara, la spa prevede di raggiungere il traguardo finanziando, tra le altre cose, tirocini per fare le pulizie.
Sul bando Ico Edili c’è un’interrogazione in Regione: l’ha protocollata Francesco Agus, il consigliere del Campo Progressista (ex Sel) che già un anno e mezzo fa ne aveva presentata una per contestare la gestione “poco trasparente” della spa. Era aprile 2016 e Agus era intervenuto all’indomani dell’elenco pubblicato da Sardinia Post sui 129 collaboratori del 2015 (leggi qui). Di fatto la prima tranche di quella vagonata di contratti su cui la Corte dei Conti ha deciso di vederci chiaro.
Sono diversi i rilievi che Agus muove contro il bando Ico Edili. Il consigliere parla di “innumerevoli storture che rischiano di vanificare le attese del settore e distribuire in maniera dissennata i due milioni e 750mila euro a disposizione”, si legge. Di qui la richiesta al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, perché “fermi la gara e riveda le condizioni”. Analoga sollecitazione viene rivolta all’assessora al Lavoro, la dem Virginia Mura, cui spetta la super visione di Insar, attualmente amministrata dal commercialista di Forza Italia Antonello Melis, riconfermato a inizio 2014 dall’ex governatore Ugo Cappellacci ( i due, amici da anni, sono stati condannati insieme anche anche per il crac Sept).
Nell’interrogazione di Agus è scritto ancora: “Fare le pulizie c’entra come i cavoli a merenda col rilancio dell’edilizia. E lo stesso si può dire per i contratti previsti nel bando per le demolizioni navali, la produzione di compost e lo smaltimento dei rifiuti industriali. Non mi pare – sottolinea il consigliere – che si tratti di attività strettamente legate al settore del mattone. E anzi c’è il rischio concreto che finiscano per distrarre dall’obiettivo primario di crescita e sviluppo dell’edilizia. La quale sta effettivamente attraverso anni bui, con oltre 36mila buste paga perse negli ultimi otto anni”.
Il bando in questione prevede per i tirocinanti un rimborso di 500 euro mensili. Altrettanti verrebbero dati all’azienda che si offre per garantire la formazione. Su questo asse le risorse a disposizione sono un milione e 250mila euro. Il restante milione e 500mila euro è destinato ai cosiddetti percorsi di inserimento mirato (Pim) in aziende che dall’Insar riceverebbero un bonus da 5mila euro per assunzioni a tempo indeterminato o da 3mila euro per contratti tra i dodici e ventiquattro mesi.
Agus rileva: “L’Ico Edili non rispetta nemmeno la deliberazione della Giunta datata marzo 2017 sulle linee guida per i tirocini formativi: il dispositivo prevede che tutte le attività vengano svolte di concerto con l’Agenzia regionale Aspal (politiche attive per il lavoro). L’Insar invece sta agendo in autonomia, al di fuori di quel processo di condivisione voluto dall’Esecutivo per meglio assicurare il monitoraggio, anche sui risultati”. Infine nel bando Ico Edili “non è contemplata la distribuzione delle risorse per ambiti territoriali né sono previsti limiti dimensionali per le imprese partecipanti – conclude Agus -. È quindi molto probabile che si ripeta quanto avvenuto col precedente e fallimentare progetto Ico, sempre dell’Insar: le risorse se le sono accaparrate quasi esclusivamente le aziende più grandi, concentrate nella Città metropolitana di Cagliari”.
Insomma, è ormai un anno e mezzo che l’Insar inanella scandali e guerre. E strani intrecci ricostruiti anche da Sardinia Post (leggi qui). Chissà se per la gestione Melis, in accordo col Pd, sia davvero cominciato il conto alla rovescia”.
Al. Car.
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