Strappo in Sel: sì all’alleanza con iRs e RossoMori, ma votano solo in 28 su 108

Strappo tra i vendoliani sardi: in 28 su 108 votano la virata sovranista. Respinta la proposta nazionale della Sinistra italiana.

È il new deal di Sinistra ecologia e libertà: Sel Sardegna ha deciso ufficialmente di allearsi con RossoMori e iRs, scaricando il Centro Democratico di Roberto Capelli e il Pds di Paolo Maninchedda. La nuova tappa è stata decisa al termine di un duro scontro che ha animato all’assemblea regionale organizzata oggi a Oristano. Riunione-fiume per i vendoliani sardi che solo alle otto di sera hanno spento le luci della sala convegni all’hotel Mariano IV.

Sel in versione “Partito sardo” segna di fatto la vittoria di Massimo Zedda, il sindaco di Cagliari che ha pensato e alla fine imposto la propria linea. Il primo cittadino ha poi fatto convergere verso la proposta sovranista sia il segretario sardo, Luca Pizzuto, che il senatore Luciano Uras, il quale non avrebbe voluto mollare né Capelli né Maninchedda. Decisivo è risultato il lavoro di diplomazia interna portato avanti, nelle scorse settimane, dal consigliere regionale Francesco Agus, fedelissimo del sindaco.

Debole, però, la conta finale delle preferenze: la proposta Zedda è passata con soli 28 voti, sui 108 dell’Assemblea. Il correntone guidato dal deputato Michele Piras – ne fa parte anche il vicepresidente del Consiglio regionale, Eugenio Lai – è uscito prima che si votasse. Piras e i suoi sostenevano la linea nazionale del progetto Sinistra italiana, ovvero un nuovo partito che unirà Sel e i fuoriusciti dal Pd.

A vuoto sono andati i tentativi dell’area Piras di trovare una mediazione. Se n’è fatto portavoce Marcello Cadeddu, il quale a nome del gruppo ha proposto di rinviare la decisione a dicembre, in una nuova assemblea da convocare alla presenza del leader nazionale Nichi Vendola.

Ma il tridente Zedda-Uras-Pizzuto non ne ha voluto sapere. Alla votazione era presente lo stesso primo cittadino di Cagliari, arrivato a Oristano sul finire dell’assemblea. Soprattutto Zedda aveva necessità di chiudere in fretta la partita per dare un segnale al segretario-premier del Pd, Matteo Renzi, insofferente rispetto alla possibilità che il Partito democratico sostenga, alle amministrative 2016, un qualche candidato sindaco vicino al percorso di Sinistra italiana.

Da subito, invece, a Oristano erano presenti sia Pizzuto, relatore della proposta di alleanza con RossoMori e iRs, che lo stesso Uras. Il senatore, peraltro, nel suo primo intervento ha minacciato di lasciare il partito, nel caso in cui avesse prevalso la proposta Piras.

Così non è stato: quei 28 voti hanno certificato la virata sovranista di Sel Sardegna che sarà federata con un partito nazionale. E dovrebbe essere la stessa Sinistra, Ecologia e libertà che, però, ha i mesi contati, visto il progetto di Sinistra italiana. Vien da sé che questo aspetto sia un po’ confuso, e di certo non secondario, insomma meritevole di una spiegazione. Dovranno darla Zedda, Pizzuto e Uras. L’area Piras continua comunque sulla propria strada: lunedì è programmata un’assemblea a Sassari, proprio per promuovere la nascita del nuovo partito ‘rosso’. Non sono annunciati ricorsi contro il voto odierno dei 28.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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