Sospensione di 18 mesi finita, in Aula tornano i tre condannati per peculato

Oscar Cherchi, Mariolino Floris e Alberto Randazzo tornano in Consiglio regionale: per i tre esponenti della massima assemblea sarda, condannati il 20 febbraio 2017 nell’ambito dell’inchiesta sui fondi ai gruppi, si concludono in questi giorni i diciotto mesi di sospensione scattati con la legge Severino sull’anticorruzione per via del peculato aggravato di cui sono stati considerati responsabili nel processo di primo grado. Le sedute riprendono a settembre, ma ai fini dello stipendio fa fede la data del 21 agosto, a partire dalla quale gli uffici di via Roma devono nuovamente metterli a libro paga del Palazzo.

Cherchi e Randazzo, oristanese l’uno e cagliaritano l’altro, sono stati eletti nel 2014 con Forza Italia; Floris è invece il leader e fondatore dell’Uds. Per i tre la sospensione sopraggiunse in base al comma 3 dell’articolo 8 della Severino, lo stesso che adesso sancisce il loro ritorno in Aula visto che in questi diciotto mesi non c’è stata sentenza d’appello. Se invece fosse arrivato un pronunciamento di secondo grado concluso con un’ulteriore condanna superiore ai due anni, i tre sarebbero scattati altri dodici mesi di sospensione.

A febbraio 2017 Cherchi, Floris e Randazzo erano stati ritenuti responsabili di peculato aggravato insieme ad altri dieci consiglieri regionale (o ex) relativamente all’utilizzo dei fondi ai gruppi durante la XIII legislatura, dal 2004 al 2009. Cherchi venne condannato 4 anni, Randazzo a 3 anni e Floris a 4 anni e 6 mesi. La sentenza di diciotto mesi fa, emessa dal collegio presieduto da Mauro Grandesso (a latere Silvia Badas e Giorgio Cannas), chiuse il primo processo cominciato nel 2009. Il Pm titolare di tutte le indagini sulle presunte spese pazze nel palazzo di via Roma è Marco Cocco. I consiglieri coinvolti sono un’ottantina.

Contestualmente al reintegro dei tre sospesi, escono dal Consiglio i sostituti: Gennaro Fuoco aveva preso il posto di Floris, Mariano Contu quello di Randazzo, Domenico Gallus fece la staffetta con Cherchi. I tre subentrati hanno seguito in questi diciotto mesi un proprio personale percorso: Fuoco non è rimasto nell’Uds, ma è passato coi Fratelli d’Italia; Gallus, primo dei non eletti nel 2014 con Forza Italia, è entrato nel gruppo di Psd’Az-La Base; Contu, berlusconiano convinto, è stato il solo rimasto nell’originario partito azzurro.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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