I sindaci sardi (e quarantenni) aprono la sfida all’anti-politica di M5s e Lega

Per arrivare a dire che sia nato il movimento dei sindaci, è presto. Ma le fasce tricolori dell’Isola si stanno organizzando e hanno deciso di darsi appuntamento a Tempio per il 5 maggio. Titolo dell’incontro: “I Comuni e le comunità, un’idea per il  futuro della Sardegna”. I primi cittadini saranno ospiti del circolo culturale Don Primo Mazzolari per parlare di “speranza, buon governo, altruismo, generosità e visione”, secondo un progetto che “vede alleati le città e i paesi, le periferie e le marginalità urbane e rurali”, si legge in una nota.

Nessun’altra anticipazione sui contenuti viene data. Ma sono sufficienti i nomi dei sindaci che partecipano all’iniziativa per capire quanto l’assemblea di Tempio possa diventare un punto di svolta politico, anche e soprattutto in vista delle Regionali 2019. Nell’elenco dei relatori figurano Massimo Zedda ed Emiliano Deiana, l’uno alla guida del Comune di Cagliari, l’altro a Bortigiadas nonché presidente di Anci Sardegna. E poi Carla Medau (Pula), Andrea Soddu (Nuoro), Daniela Falconi (Fonni), Roberto Ragnedda (Arzachena) e Marisa Careddu (Luras).

L’idea che gli amministratori locali si stiano preparando a diventare un movimento è suggerita intanto dalla composita provenienza politica dei sindaci-relatori, appartenenti tanto al centrosinistra quando al centrodestra. E anzi: il superamento degli schieramenti tradizionali, come forse è già in atto dalle Politiche del 4 marzo scorso, si può cogliere in un altro passaggio del comunicato stampa. È scritto: “I Comuni hanno governato la crisi economica in un momento terribile della Repubblica e hanno, ad ogni latitudine, salvato la coesione sociale a lungo minata, e in parte lo è ancora, dalla disoccupazione, dalla povertà e dall’emarginazione”. E ancora: “Tutti abbiamo lavorato con sempre meno risorse e sempre più responsabilità che vanno anche oltre la singolarità del municipio e la contingenza”.

Aderire all’iniziativa del prossimo 5 maggio non implica necessariamente sposare definitivamente un progetto. Ma dall’elenco dei relatori si ricava un altro elemento che spinge a pensare quanto l’appuntamento di Tempio sia destinato a diventare un laboratorio politico: i sindaci-relatori del centrosinistra in particolare – cioè Zedda, Deiana, Medau e Falconi – sono tutti quarantenni e rappresentano la generazione del rinnovamento in una coalizione che deve obbligatoriamente cambiare volti e dinamiche, se vuole sopravvivere all’avanzata delle forze anti-sistema, come M5s e Lega.

Si aggiunga che i sindaci, rispetto all’intera gerarchia politica composta di consiglieri regionali e parlamentari, possono vantare il contatto più stretto con i cittadini. A livello locale, infatti, il consenso non è dato dal voto di opinione, come succede alle elezioni nazionali, ma si costruire esclusivamente sul riconoscimento della buona capacità di gestione dei servizi pubblici. Un terreno, questo, dove M5s e Lega, almeno in Sardegna, sono più deboli perché meno rappresentati. Vuol dire che ragionando con lo sguardo lungo verso le Regionali 2019, i partiti tradizionali non potranno fare a meno di puntare sui sindaci per provare a ridurre la distanza con l’elettorato.

Alessandra Carta
@alessacart on Twitter)

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