Il dopo Sel, Massimo Zedda ha deciso: starà col Pd (di Renzi)

Il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, ha partecipato a Bologna al battesimo della Coalizione progressista, il nuovo progetto politico di Giuliano Pisapia.

“I sindaci non è che fondano un partito: l’idea è di mettere insieme le persone di buona volontà politica nell’ottica di ricostruire un campo di relazioni e progetti per il Paese, partendo dal livello locale e regionale”. Il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, lo ha detto alla tv dell’Huffington Post, a Bologna, dove ieri è stata tenuta a battesimo la Coalizione progressista. Ovvero, l’alternativa a Sel lanciata dall’ex primo cittadino di Milano, Giuliano Pisapia e alla quale Zedda ha aderito.

Il progetto politico si fonda su un presupposto: l’alleanza col Pd. “Che non è autosufficiente – ha rimarcato Pisapia – e deve decidere se vuole stare a destra o sinistra”. Pisapia lo parlato prima di tutto da sindaco arancione quale è stato, quando l’Ulivo, nel 2011, era tenuto in vita proprio dalle primarie del centrosinistra per le Comunali. Ma rispetto ad allora è stato individuato un interlocutore prediletto, nella figura di Matteo Renzi. Tanto che a Bologna i fedelissimi dell’ex premier-segretario hanno partecipato numerosi, a cominciare dal parlamentare Sandro Gozi. Il quale è stato il più esplicato nel confermare la vicinanza della Coalizione progressista con la componente dell’ex capo del Governo. “Levati gli ormeggi – ha detto Gozi a Bologna – la nave della sinistra può proseguire col benestare del Pd renziano”.

Pisapia e Zedda si sono uniti nel nuovo progetto avendo il problema di trovare una collocazione politica dopo lo scioglimento di Sel, percorso che si dovrebbe concludere a febbraio col congresso fondativo di Sinistra italiana (Si). Lì confluiranno lo storico leader Nichi Vendola e il coordinatore nazionale uscente, Nicola Fratoianni. Ma non appunto l’ex sindaco di Milano e quello di Cagliari.

Per Pisapia e Zedda sulla carta sono molteplici gli effetti che, in vista delle prossime elezioni Politiche, possono derivare dal progetto della Coalizione progressista: i due troverebbero un’identità politica autonoma, si porrebbero come alternativa a Si e potrebbero aiutare il Pd a riagganciare la base del partito, quell’elettorato collocato più a sinistra e che non si è più riconosciuto nelle politiche democratiche. I renziani, dal canto loro, con l’appoggio a questa operazione si darebbero una veste nuova, specie per indebolire la minoranza interna. A conti fatti una convergenza di vantaggi che nel Pd ha incuriosito anche il governatore del Lazio, Luca Zingaretti, e l’ex ministro Fabrizio Barca, entrambi presenti a Bologna.

L’unico punto non ancora chiarito è come la Coalizione di presenterà agli elettori: si tratterà di capire se avrà un proprio simbolo o all’interno del Pd saranno previste quote di candidature riservate agli ex Sel. Ma sino a quando il governo Gentiloni resterà in piedi, il problema non si porrà. L’unico lavoro di Pisapia e Zedda sarà portare in giro per l’Italia questa nuova rete politica.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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