Sblocca Italia, i Comuni sardi aprono la guerra: ricorso alla Consulta

Il decreto Sblocca Italia, quello che gli ambientalisti sardi hanno ribattezzato Sblocca trivelle, finirà davanti alla Corte Costituzionale.

Il decreto Sblocca Italia, quello che gli ambientalisti sardi hanno ribattezzato Sblocca trivelle, finirà davanti alla Corte Costituzionale. I Comuni isolani hanno accolto la proposta di impugnativa avanzata dall’Isde (Associazione medici per l’ambiente), guidata in Sardegna da Vincenzo Migaleddu. Sono già 30 le amministrazioni locali che hanno votato a favore del ricorso, per affidare al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, il compito di sollevare la questione di legittimità davanti alla Consulta (Testo integrale Isde questo il testo della delibera).

Sono molteplici le ragioni per le quali si aprirà la contestazione davanti alla Corte Costituzionale, e non è solo un problema di trivelle che, secondo l’Isde, potranno essere autorizzate da Roma senza passare per l’ok delle Regioni. Anche se, nel dibattito emerso nelle scorse settimane, il deputato Caterina Pes (Pd) ha messo l’accento su un comma che, secondo la parlamentare democratica, fa invece salva la competenza delle Regioni a statuto speciale come la Sardegna.

Fatto sta che per l’Isde l’Isola si avvia verso una perdita di poteri e competenze, in una nuova cornice normativa che, anche attraverso il dl Destina Italia, “assegna allo Stato il ruolo di guida e di coordinamento per lo sviluppo del settore geotermico”. Entrando invece nel merito dello Sblocca-Italia, l’associazione spiega che “vengono stabilite una serie di misure che compromettono lo sviluppo sostenibile della nostra Regione, in particolare con gli articoli 7, 34, 35, 36, 37, 38, annullando di fatto il ruolo politico-decisionale di Comuni e Regioni e generando un incremento del rischio sanitario per i cittadini”.

Secondo l’Isde (qui la relazione intregrale firmata da Migaleddu), le autonomie locali sarde possono vincere la battaglia davanti alla Consulta, “in base agli articoli 116 e 117 del titolo V delle Costituzione, i quali stabiliscono che gli Statuti speciali delle Regioni sono di rango costituzionale e quindi non possono essere abrogati da una legge ordinaria dello Stato senza modificare la Carta”.

Per gli ambientalisti “l’articolo 7 minaccia il diritto all’acqua come bene pubblico“. L’articolo 34, invece, “mette a rischio le procedure di bonifica e messa in sicurezza dei siti contaminati, con gravi conseguenze dovute al potenziale protrarsi dei pericoli sanitari per i cittadini che continuerebbero a vivere in aree non efficacemente ed efficientemente bonificate”. Poi: l’articolo 35 “rappresenta un sostegno di fatto alla pratica dell’incenerimento dei rifiuti e va in direzione opposta ai recenti indirizzi della Comunità Europea finalizzati a preferire il recupero di materia a quello di energia”.

Nella lista delle parti dove l’associazione riscontra illegittimità c’è pure “il capo VIII che tende a favorire le compagnie petrolifere in danno alla tutela ambientale e sanitaria dei residenti e alla possibilità di autodeterminazione dei territori e delle Comunità”. Per l’Isde, “l’articolo 37 determina una grave violazione del diritto delle Comunità locali di esprimersi sull’utilizzo del proprio territorio da parte di soggetti privati. Le pubbliche amministrazioni sono espropriate del potere autorizzativo”. Non è tutto: “L‘articolo 38 rappresenta una grave minaccia ambientale e sanitaria per le Comunità interessate da attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi e di fatto annulla il ruolo dei Comuni e della Regione nei processi decisionali”.

L’Isde lancia un appello ai sindaci e alle Giunte locali perché approvino la delibera in difesa della specialità statutaria sarda.

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share