“Sarò candidato a sindaco anche senza il Pd”

Mario Bruno, vincitore a tavolino delle primarie che ad Alghero non si sono fatte per mancanza di competitor, è pronto alla rottura col ‘suo’ Pd.

«Mi sono messo a disposizione dei cittadini algheresi per candidarmi a sindaco, in risposta a un loro preciso appello». Mario Bruno, ex consigliere regionale, dirigente del partito, da sempre vicino a Soru, lo conferma al telefono all’ora di pranzo, quando manca un pugno di ore al vertice col quale il centrosinistra definirà le alleanze in vista delle amministrative del prossimo 25 maggio. Bruno è il candidato d’ufficio della coalizione: tre settimane fa, è stato l’unico a raccogliere le firme per partecipare alle primarie che non si sono tenute per mancanza di competitors. Bruno il vincitore a tavolino. Ma adesso nel Pd non ci sarebbe più l’unità sul nome dell’ex consigliere regionale.

Allora Onorevole, ad Alghero sarà lei o no il candidato sindaco del centrosinistra?

«In base allo Statuto del Pd, quindi alle regole, dovrei essere io: lo stabilisce il comma 8 dell’articolo 29, nei casi in cui un solo competitor si presenta alle primarie. E l’ho fatto col sostegno dei 641 cittadini algheresi che hanno sottoscritto la mia candidatura».

Le liste delle amministrative vanno presentate entro le 12 del 26 aprile: il Pd quando ha intenzione di sciogliere le riserve?

«Il Pd ha in corso una trattativa con forze politiche esterne al perimetro classico del centrosinistra, e intendo la coalizione che vinto le Regionali insieme a Francesco Pigliaru. Il dialogo è aperto coi partiti moderati: in particolare Udc, Riformatori e sardisti».

La riunione è stasera. Sulla sua candidatura che segnali le stanno arrivando?

«Segnali non univoci, notizie contrastanti».

Il Pd potrebbe convergere su un nome in quota Riformatori, per esempio quello di Francesco Marinaro, già sconfitto dall’ex sindaco Lubrano alle amministrative del 2012. È vero?

«Sarebbe incredibile, ma pare possibile».

Ammettiamo che lei venga escluso: cosa farà?

«Se serve, io mi metto a disposizione».

Sarebbe pronto a correre anche senza il ‘suo’ Pd?

«Io credo che il Partito democratico tenga conto delle regole, anche perché, con la mia candidatura alle primarie, ho risposto ad un preciso appello di impegno chiestomi dai cittadini. Ma se così non fosse, ci sono altre strade che gli algheresi mi invitano a percorrere».

La lista civica Bruno?

«Ripeto: mi viene difficile pensare che nel Pd venga meno il rispetto dello Statuto. Resta il fatto che io sono al servizio della città».

Nel caso in cui lei dovesse scaricare il Pd, si porterebbe dietro i soriani, tanto per cominciare.

«Inutile dire che non ci sarebbe più un partito unito. Ma più che i soriani, molti cittadini penso sosterrebbero liste civiche a me collegate».

Con chi pensa di allearsi, se arriverete alla rottura?

«Non ci sono alleanze precostituite, gli accordi si fanno su base programmatica».

Nella riunione di stasera per il Pd chi va?

«Il segretario cittadino Mario Salis, più una delegazione in rappresentanza delle diversi anime del partito. Io, altra assurdità, non sono stato invitato. A me pare sia necessario un intervento da parte degli organismi provinciali e regionali».

Proprio questa mattina si è dimesso il segretario provinciale, il sassarese Giuseppe Lorenzoni.

«Sarebbe anche ora che la dirigenza del Pd la smettesse di gestire il partito come un’oligarchia, un centro di potere».

Alle primarie di Sassari, Lorenzoni sosteneva Angela Mameli, la grande sconfitta sostenuta da big del calibro di Silvio Lai e Giacomo Spissu. A quella stessa area è vicino Salis.

«Il Pd deve cambiare registro: vanno agevolati i percorsi dei sindaci, bisogna lavorare per risolvere i problemi delle città. A Sassari, invece, ci sono pezzi di partito che a Nicola Sanna, il vincitore (cuperliano) delle primarie, stanno sollevando questioni che nulla c’entrano con gli obiettivi di un’amministrazione».

Tra Sanna e Lai è di qualche ora fa un velenoso botta e risposta su Facebook.

«I posti di sottogoverno non si chiedono a urne ancora chiuse. Nel Pd non si sono accorti che i cittadini vogliono una politica trasparente, il partito invece sembra più interessato alle poltrone, agli assetti e non ai contenuti.

Con Lai vi siete sentiti?

«No. Col segretario non ci sentiamo da un mesetto».

Siete ai ferri corti?

«Alghero avrebbe bisogno dell’autorevole intervento di Lai, nella doppia veste di senatore e leader sardo del Pd. Ma si stanno scambiando le elezioni comunali per una fase pre-congressuale, l’esatto contrario di quando chiedono i cittadini. Il Pd si mostra sordo davanti alle domande di cambiamento e maggiore partecipazione che arrivano dagli elettori. E ciò non fa altro che accrescere il distacco tra la società civile e la politica».

Voi consiglieri della legislatura 2004-2009 siete tutti sotto accusa per peculato, per via dell’inchiesta sui fondi ai gruppi. Non è che il fuoco incrociato sulla sua candidatura a sindaco sia legato a quell’avviso di garanzia?

«Per un avviso di garanzia, sia la Costituzione che lo Statuto del Pd non pongono limiti alle candidature. Io un mese fa mi sono presentato in Procura e ho risposto a tutte le domande, spiegando di aver agito nel totale rispetto delle leggi vigenti e nell’interesse del mio gruppo consiliare. L’ho fatto sempre. Ad Alghero la mia attività politica è nota, partecipata, vasta e l’ho sempre interpretata come servizio alla comunità».

Alessandra Carta

(@alessacart on Twitter)

 

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