Sanità, ok di Pigliaru all’Azienda del 118. Ma “vanno tagliate altre Asl”

L’Areu, l’Azienda sanitaria del 118 contenuta nella riforma del Pd, piace anche al presidente della Regione che annuncia la riduzione delle altre Asl.

Una cosa è sicura: taglieremo le Asl. E l’Areu (l’Azienda sanitaria del 118 contenuta nella riforma del Pd) non è la dodecisima. Arrivare a questa conclusione è sbagliato. L’Areu, semmai, è un servizio indispensabile in un’Isola come la nostra che ha tanti chilometri quadrati e pochi abitanti“. Così dice il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, chiarendo definitivamente la propria posizione sull’Azienda che a luglio l’aveva portato allo strasppo con l’assessore alla Sanità, Luigi Arru. I due sono seduti accanto nella conferenza stampa con la quale la Giunta ha illustrato le delibere approvate oggi, anche in materia di sanità, visto che sarà istituito il Comitato permanente di monitoraggio sulla spesa delle Asl.

Dunque, l’Areu piace al governatore, ma calata in una riorganizzazione complessiva della sanità, nella quale si procederà al taglio delle Asl. È la prima volta che Pigliaru, in maniera così netta, fa il punto sulla riforma del Pd, presentata dal capogruppo Pietro Cocco: sono in tutto sette articoli e il terzo prevede l’Azienda del pronto soccorso, cara anche al presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, uno dei più convinti sostenitori da medico del 118. Quindi ecco chiarito il secondo passaggio: non è escluso che la Giunta proponga la riduzione commplessiva delle Asl già in Aula, attraverso un emendamento che potrebbe andare ai voti quando il riordino arriverà in Consiglio per l’approvazione finale.

Come è noto, la riforma del Pd, il cui via libera dalla commissione Sanità sta slittando ancora di qualche giorno, porterà al commissariamento delle Aziende sanitarie. E a domande precisa sui tempi, Arru sottolinea: “Lo faremo immediatamente, non appena il percorso legislativo-politico lo consentirà”. A questo punto entro la fine di ottobre, se non ci saranno altri intoppi.

L’assessore spiega poi la composizione del Comitato permamente per il controllo della spesa sanitaria. E ciò significa 3,090 miliardi di euro, costi fuori controllo su cui ha allungato la scure pure la Corte dei Conti. Di qui la decisione di procedere con verifiche capillari sulla programmazione dei manager, “attraverso monitoraggi trimestrali“. Il Comitato, formato da cinque persone, sarà presieduto dall’assessore alla Sanità, “o da un suo delegato”, precisa Arru. Un nome a testa lo inchicheranno la Presidenza della Regione e l’assessorato alla Programmazione, a cui si aggiungeranno tre esperti in materia di contabilità pubblica. “Potranno essere anche esterni all’amministrazione”, precisa ancora Arru.

L’obiettivo della Giunta “è razionalizzare la spesa, “il che significa ridurre gli sprechi e i costi inutili, garantendo nel contempo i Lea (Livelli essenziali assistenziali) che misureremo utilizzando i paramentri nazionali”, spiega Arru. Le Asl sarde hanno accumulato 400 milioni di deficit che “contiamo di recuperare con una programmazione pluriennale, risparmiando circa 110 milioni all’anno”.

Insomma, sarà questa la strada che seguirà la Giunta per riequilibrare il bilancio regionale, dove la sanità pesa per oltre il 50 per cento, costi totalmente a carico dei contribuenti sardi. Ma dal 1° gennaio 2015, quando scatta il nuovo patto di stabilità col solo vincolo del pareggio, i soldi recuperati sulle spese inutili delle Asl potranno esseere investititi in altri capitolo di spesa, è l’obiettivo dell’Esecutivo.

Arru, insieme all’assesore al Lavoro, Virginia Mura, ha anche illustrato i 5.275.000 euro che “saranno spesi per formare 1.500 nuovi Oss (operatori socio-assistenziali)”. Tanti, infatti, saranno i posti disponibili nei 60 corsi che la Regione attiverà da febbraio. La Mura spiega: “Il provvedimento approvato oggi annulla due delibere della precedente amministrazione che aveva ugualmente previsto un’attività formativa per Oss, ma con criteri che, secondo noi, non rispondevano ai principi dell’alta qualità, come richiede invece il mercato”. Le risorse sono europee: 5 milioni sono della programmazione 2007-2013, mentre 1.275.000 arrivano dal Fondo sociale 2014-2020.

Per Pigliaru quelle 1.500 iscrizioni sonoprossime e sicure buste paga, il dato infatti è stato ricavato dal reale fabbisogno di operatori socio-assistenziali nelle strutture pubbliche, in quelle private e nei servizi comunali di settore”. I corsi verranno divisi in quattro0 fasce, da 375 posti ciascuna : “Una l’abbiamo riservata sotto i 29 anni, un’altra riguarda i disoccupati, poi ci sono i lavoratori che hanno perso gli ammortizzatori sociali e infine le iscrizioni per gli operatori già impiegati nel settore, ma senza qualifica”.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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