Sanità e finanza, maggioranza divisa. Al via un’altra settimana calda

Continuano a restare agitate le acque nel centrosinistra che sembra aver definitivamente smarrito l’unità, sebbene la legislatura non sia a rischio. Anche questa settimana è la sanità a farla da padrona con la riforma della rete ospedaliera, il cui dibattito riprende domani in Consiglio regionale (dalle 16). Ma si è aggiunta l’Areus, l’azienda sanitaria del 118 che per decollare ha bisogno di un direttore generale: la nomina dovrebbe farla domani la Giunta ed equivarrà a uno strappo certo, visto che in maggioranza manca l’accordo. E poi l’Agenzia sarda delle entrate, la cui legge istitutiva è stata impugnata lo scorso dicembre dal Governo. Il 24 ottobre la Corte costituzionale dirà se ha torto lo Stato oppure la Regione.

Quanto alla rete ospedaliera, coi partiti della coalizione che trattano su ogni punto e ciascuno per conto proprio, sono stati sciolti i nodi di Alghero, Ozieri, Ghilarza e La Maddalena. Ma restano aperti casi di Lanusei, Cagliari (ospedali San Giovanni di Dio e Marino) e in parte quello di Nuoro (qui tutti i dettagli). Nessun partito ha intenzione di andare a casa e mettere fine alla legisaltura. Ma ormai gli scontri avvengono alla luce del sole. E le diverse forze politiche si stanno dando da fare per portare a casa singoli risultati senza più una logica di coalizione.

Il decollo dell’Areus è reclamato da mesi nel centrosinistra, anche con diverse interrogazioni consiliari (ultima è di settembre). Stavolta la battaglia è tutta interna al Pd, tra due big: da una parte l’assessore alla Sanità, Luigi Arru, che vorrebbe indicare come Dg Giorgio Lenzotti, il manager che a dicembre 2014 si era sfilato dai giochi e aveva rinunciato alla nomina come commissario straordinario del Brotzu; l’altro papabile è Piero Delogu, sponsorizzato dal presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau. Comunque si decida in Giunta, una parte sarà sconfitta perché non esiste alcuna possibilità di mediazione.

Il destino dell’Agenzia sarda per le entrate interessa moltissimo al Partito dei Sardi che l’ha proposta ottenendo l’unanimità in Aula, oltre che il pieno sostegno dell’assessore alla Programmazione, Raffaele Paci. Ma il partito dell’ex assessore Paolo Maninchedda e del segretario Franciscu Sedda torna ad accusare il governatore Francesco Pigliaru, dopo l’affondo dei giorni scorsi sugli accantonamenti (leggi qui). Il PdS, che ormai contesta la maggioranza su tutto, affida al capogruppo in Consiglio regionale, Gianfranco Congiu, il compito di bacchettare il capo della della Giunta. “Ci spiace constatare – si legge in una nota – come tutto taccia sul fronte dell’Agenzia Sarda delle Entrate. Mancano ormai meno di dieci giorni al fatidico appuntamento del 24 davanti alla Corte Costituzionale e, nonostante le innumerevoli e recenti sollecitazioni, non registriamo alcuna decisa presa di posizione da parte del presidente Pigliaru. Ricordiamo che sul punto misureremo il livello di determinazione politica rispetto ad un tema frutto di un preciso impegno e mandato elettorale. Ricordiamo che la scelta del Governo italiano di impugnare il solo articolo 3 (eventuale riwscossione diretta dei tributi regionali), è frutto di una visione dinastica e gerarchizzata dei rapporti istituzionali, rispetto alla quale non si può rimanere inerti”.

In maggioranza non si può dire che esista una crisi politica aperta, ma è sempre più difficile capire le intenzioni reali della coalizione. A fare da cuscinetto rispetto al rischio del voto anticipato, ci sono le Politiche del prossimo anno. La stessa possibilità che si vada alle urne col Rosatellum bis, la nuova legge elettorale su cui manca solo il via libera da parte del Senato, sta evitando alla coalizione in Regione di sfaldarsi del tutto. Proprio in vista delle possibili alleanze da mettere in campo per il Parlamento.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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