Sa Die, Ganau e Pigliaru: “Più autonomia e riconoscimento insularità”

Nel giorno in cui si celebra Sa die de Sa Sardigna, giornata della festa nazionale dei sardi che ricorda l’insurrezione del 28 aprile 1794 e la cacciata dei dominatori piemontesi, in Consiglio regionale la conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province Autonome discutono di autonomia. E nel dibattito la Sardegna ha portato sul tavolo la questione insulare. “La data del 28 aprile 1794 e l’episodio storico ricordato sono oggi simbolo dell’orgoglio sardo e il riferimento per un percorso non ancora compiuto che trova le ragioni più profonde nella ricerca di autonomia, nella sua difesa e nel suo ampliamento verso il pieno riconoscimento della sovranità e della piena autodeterminazione del popolo sardo – ha detto il presidente del Consiglio Gianfranco Ganau – L’esperienza della nostra specialità appare ancora radicata nel sentire comune, pur con i limiti e le distanze che separano oggi le istituzioni dalla popolazione. Essa ha fondamenti e motivazioni forti e difficilmente controvertibili: l’insularità e con essa l’esigenza di politiche particolarmente dedicate (si pensi alle politiche di infrastrutturazione statali dalle quali la regione è esclusa, collegamenti, trasporti, energia), identità culturale e linguistica, specificità ambientali, il non colmato problema della distanza economica dal resto del Paese, che da un lato dovrebbe essere destinata ad essere superata, dall’altra è ancora attuale e presenta particolarità per molti indicatori, per lo più connesse alle peculiari condizioni geografiche del mercato interno”.

Secondo Ganau, “un regionalismo efficiente e cooperativo dovrebbe tener conto, sia pure in un’ottica di equità e solidarietà, delle diversità e particolarità di ciascuna esperienza regionale. Su questi temi il coordinamento delle Assemblee delle regioni speciali e province autonome ha approvato un documento”. “Sa die de sa Sardigna celebra un evento di responsabilità e coraggio – ha sottolineato il governatore Francesco Pigliaru – ci insegna quanto serve avere obiettivi ambiziosi e quanto è importante lavorare assieme per ottenerli. C’è una connessione tra passato e presente e quella di oggi è l’occasione per un chiaro rendiconto delle nostre azioni per rivendicare i diritti essenziali per la nostra terra a cominciare dalle pari opportunità: regole certe e giuste e risorse adeguate. Oggi non abbiamo né le une né le altre – ha chiarito il presidente della Regione – lo stato di insularità è riconosciuto in maniera insufficiente, a Roma e a Bruxelles”. Secondo Pigliaru, che ha citato il patto per la Sardegna e la battaglia sulla dismissione delle servitù militari e sullo sblocco dei cantieri a partire da quello di La Maddalena, “sono stati fatti passi in avanti che hanno portato avanzamenti ma molta strada è ancora da fare”.

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