S come Santino, U come Uragano: le Amministrative 2016 dalla A alla Z

Spot, volantini, slogan, social network: la campagna elettorale per il rinnovo di sindaci e consigli comunali in 99 comuni sardi si combatte su più fronti. C’è chi si presenta agli elettori sulle tradizionali affissioni nei muri, chi sceglie video professionali, prodotti caserecci, chi ama incontrare le persone direttamente e chi affida il proprio pensiero unicamente al web o a facebook, whatsapp e twitter. Ecco l’alfabeto creato per destreggiarsi tra personaggi, fatti, notizie, tormentoni di queste elezioni amministrative in Sardegna.

A come Anela e Austis. Mancano i candidati, e così per il secondo anno consecutivo niente elezioni di sindaco e consiglio. Rinviate a data da destinarsi.

B come Bufale. Il candidato sindaco di Cagliari Piergiorgio Massidda propone lo ‘Zeddometro’, il ‘rilevatore di balle e promesse non mantenute’ del suo avversario Massimo Zedda, sindaco uscente. “Abbiamo creato lo Zeddometro – scrive Massidda – uno strumento che evidenzia in rosso gli impegni disattesi e in giallo quelli rispettati a metà”. In poche ore arriva la bacchettata: grafiche, immagine e idea vengono dal sito web ‘Bufale un tanto al chilo’, il candidato e i suoi collaboratori hanno scopiazzato l’idea senza chiedere il permesso. “Politica: la state facendo male”, commentano quelli di Butac.

C come Colla. I candidati consiglieri di Cagliari per Sel si sono fatti ritrarre in versione attacchini, mentre si auto- affiggono nei pannelli pubblicitari con secchio e scopa d’ordinanza. Tutto documentato su Facebook. “Che colla hai usato?” chiede il candidato di un’altra lista.

D Doppia Preferenza. Per garantire tra gli eletti una presenza equa maschile e femminile si vota con la doppia preferenza di genere: si può indicare il nome di uno o due candidati, in questo secondo caso devono essere un uomo e una donna, pena l’annullamento della seconda preferenza. L’isola è invasa di ‘santini’ doppi con il suggerimento di due nomi. Qualcuno a Olbia è andato oltre e propone una candidatura matrimoniale: l’immagine scelta arriva direttamente dall’album delle nozze.

E come Equitalia. Sull’agenzia di riscossione si è consumato lo scontro tra Piergiorgio Massidda e Matteo Massa, candidato consigliere. Il primo annuncia di volerla cancellare come primo atto della sua amministrazione. Il secondo risponde con uno screenshot: “Equitalia venne istituita nel 2005 dal Parlamento anche grazie al voto dell’allora senatore Massidda”.

F come Fai da Te. Video, santini, slogan, testi: mai come quest’anno assistiamo a una diffusione di prodotti elettorali handmade. Complici smartphone, tablet e applicazioni, tutti possono creare uno spot elettorale a costo zero. Come il candidato di Monserrato che manda on line il suo video con il vicinato della Cooperativa Cento in sostegno della sua candidatura.

G come Giovanni Montis. Il candidato sindaco di Capoterra non demorde: il suo nome non è stato appoggiato dal Movimento 5 Stelle e così Montis si presenta con un logo simile. E alza il tiro: non cinque ma ben 12 stelle per la sua lista civica Capoterra Stellata. Fisico da culturista, barba lunga e fiera, dragoni tatuati sul corpo, una medaglia d’argento come Mister Universo, nome di battaglia ‘Sardus’, Montis ha già il primato di candidato sindaco più bello.

H come Hashtag. Se ne abusa soprattutto a Cagliari: #massiddasindaco, #colpadizedda, #cagliari2016, #ilovepirri, #amocagliari#paroladivinci. C’è anche #forzacagliari, che comunque ci sta sempre bene.

I come Intanto in viale Trento. La pagina Facebook di satira politica regionale raccoglie materiali, immagini, video e documenti. Molti candidati rispondono divertiti alle prese in giro, altri replicano piccati. La campagna elettorale in Sardegna si combatte anche sui social.

L come Love. È il simbolo delle liste I love Cagliari e I love Pirri. I 26 candidati si sono fatti ritrarre mentre disegnano un cuore o indossano una magliettina bianca con cuore rosso. Insieme hanno realizzato un video accompagnato dalla cover di un brano di Gloria Gaynor. Neanche a dirlo, nel refrain ‘I love you baby’ è sostita da ‘I love you Pirri’.

M come Massidda, Piergiorgio: è il candidato del centrodestra per Cagliari. Le ha usate tutte: ha fatto i video-selfie mettendoci la sua faccia, ha raccolto altri sostenitori al suon di ‘Io sono Piergiorgio Massidda’, ha parlato di tasse, turismo, lavoro, piste ciclabili (vedi alla lettera P).

N come Numeri. Si vota in 99 su 377 comuni della Sardegna. Nei comuni con più di 15mila abitanti è previsto il ballottaggio se nessuno dei candidati sindaco avrà conquistato la maggioranza assoluta, cioè il 50 % più uno delle preferenze. Potrebbero andare a ballottaggio Cagliari, Olbia, Carbonia, Capoterra, Monserrato e Sinnai. Gli altri 95 sono così ripartiti: 17 nel Cagliaritano, 9 nel Sulcis, 9 nel Medio Campidano, 16 nell’Oristanese, 15 nel Nuorese, 6 in Ogliastra, 4 in Gallura e 19 nel Sassarese.

O come Olocausto. Le esternazioni sconcertanti di Antonello Zanza, medico, ex sindaco e oggi candidato sindaco di Bonorva, sono rimbalzate su tutti i giornali: saluto romano, forni crematori, post contro gli ebrei e canti nazisti nella sua pagina faceboook.

P come Piste ciclabili. Croce e delizia della campagna elettorale a Cagliari. I sostenitori di Zedda le usano come bell’esempio di viabilità ecologica, i suoi oppositori come simbolo di spreco e inefficienza. A Sassari invece le polemiche viaggiano su toni completamente diversi: chi le ha volute colorare di viola?

Q come Quando: si vota domenica 5 giugno tra le 7 e le 23. Nei comuni con più di 15 mila abitanti, se nessuno avrà ottenuto il 50% delle preferenze più una si andrà al ballottaggio, in programma il 19 giugno. Il vincitore del ballottaggio sarà quello che avrà conquistato più voti.

R come Ruspa. È la parola d’ordine per Angela Sotgiu, candidata al consiglio comunale di Olbia. La lista di riferimento? Noi con Salvini, ovviamente. E c’è pure il suo ritratto accanto a una ruspa, in campagna.

S come Santino. Grafici e improvvisati, esperti di photoshop e non addetti ai lavori hanno lavorato alacremente per realizzare un migliaio di volantini elettorali che troviamo ovunque, sulle cassette postali, nel parabrezza, sul bancone del bar dove prendiamo il caffè. Sul santino elettorale si gioca tutto: una foto sgranata, un font sbagliato possono generare disastri.

T come Temptation Pirri. È indubbiamente uno dei volti della campagna elettorale cagliaritana 2016. Roberto Giambroni, noto ‘Temptation Pirri’, ha inondato il web con il suo santino elettorale. Ma la sua forza sono i video: canta “tu mi fai girar come fossi una bombola”, scopre il gas che esce dai fornelli di cucina, promette “Mi occuperò di documentare i problemi del mio quartiere, per il mio popolo di Pirri” e “devolverò i miei ‘gettoni’ alle famiglie bisognose”. Gli spot di Temptation si chiudono sempre con un saluto: “Ciao, vi lovvo”.

U come Uragano. Salvatore Vincis noto Uragano è un altro grande protagonista della propaganda elettorale cagliaritana. Chioma ribelle, baffoni, look anni Settanta.  “Le mie passioni: prima di tutto la famiglia e poi lo sport sulle due ruote”. In città è famoso per le sue impennate in moto.

V come Voto. Nei comuni con meno di 15mila abitanti si vota con una sola scheda per eleggere il sindaco e i consiglieri. Sulla scheda è già stampato il nome del candidato Sindaco, con accanto a ciascun candidato il contrassegno della lista che lo appoggia. Il voto per il sindaco e quello per il consiglio sono uniti: votare per un candidato Sindaco significa dare una preferenza alla lista che lo appoggia. Sopra i 15 mila abitanti cambia tutto: l’elettore può dare la preferenza al sindaco, alla lista che lo appoggia, al consigliere (o a due consiglieri, vedi alla lettera D) oppure optare per il voto disgiunto con voto per il sindaco e voto per un consigliere di una lista diversa.

Z come Zedda. Che vinca o che perda, nel dubbio, sarà comunque colpa sua.

Francesca Mulas

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