Rischio idrogeologico, a Olbia cantieri al via da ottobre. Lavori per 40 milioni

Previsti quattro lotti. L’intesa è stata siglata nel tavolo tecnico convocato in Regione dall’assessore ai Lavori pubblici, Paolo Maninchedda.

Quattro lotti per un valore totale di 39,3 milioni. Obiettivo: mettere Olbia al riparo dal rischio di un nuovo alluvione, dopo quello devastante del 18 novembre 2013 che fece contare sette vittime (ma in morti, in tutta l’Isola, furono diciassette). A ottobre 2016 l’apertura dei cantieri. Ma qualche piccola demolizione è già cominciata.

Il cronoprogramma sui lavori di Olbia è stato concordato l’altro ieri nel tavolo tecnico “per le opere di mitigazione dal rischio idrogeologico”. Così si chiama. L’ha convocato, nel suo ufficio di viale Trento. l’assessore ai Lavori pubblici, Paolo Maninchedda. Oltre alla Regione hanno partecipato Genio civile, Ufficio tutela del paesaggio, Distretto idrografico, Provincia Gallura e Comune. Presenti anche Anas e Rfi (Rete ferroviaria italiana).

Con 25,3 milioni verranno costruite le vasche di laminazione. Sono bacini contenitivi realizzati lungo i fiumi per ridurre le portate di piena. Con i restanti 14 milioni si procederà alla demolizione di quelle strutture che bloccano flusso e deflusso delle piogge, in corrispondenza del rio San Nicola, del Gadduresu e del Siligheddu, i tre corsi d’acqua che attraversano Olbia. Tecnicamente si parla di opere incongrue.

I quattro interventi sono inseriti da giugno 2015 nel Piano sardo delle infrastrutture, approvato dalla giunta di Francesco Pigliaru lo scorso 7 maggio. I lavori verranno finanziati quasi integralmente con fondi regionali, recuperati anche attraverso il mutuo da 750 milioni diventato l’improntata keynesiana della Finanziaria 2015. Solo 16,3 milioni, da utilizzare per le vasche di laminazione, sono arrivati col finanziamento nazionale “Italia sicura”.

Il tavolo di ieri non è stato però una passeggiata. Anas e Rfi pretendevano che fosse la Regione a coprire pure la messa in sicurezza di strade e ponti ferrati. C’è stato un duro scontro tra l’assessore e i delegati dei due enti. Ma Maninchedda ha ricordato l’impegno preso dal ministero delle Infrastrutture con l’Esecutivo sardo, perché siano Anas e Rfi, in quando titolari di contratti di servizio, a coprire i costi dei nuovi investimenti con risorse proprie.

Sull’apertura dei cantieri a ottobre, dagli uffici di viale Trento parlano di “miglioramento rispetto al passato“. Al tavolo tecnico è dedicato anche un articolo intitolato “Esistono sardi che sanno fare”. L’ha pubblicato sul suo blog, Sardegna e libertà, lo stesso Maninchedda, che scrive. “A Olbia si parte coi lavori a tre anni dall’alluvione. A Villagrande invece ce ne solo voluti dieci” per bonificare il territorio dopo la tempesta di gennaio 2006. A Capoterra “sono trascorsi sette anni” tra le piogge torrenziali di ottobre 2008 e i primi interventi contro il rischio idrogeologico.

A Olbia, per i danni e i morti del ciclone Cleopatra, che nel 2013 ha attraversato l’intera Sardegna, sono aperte due inchieste, entrambe in mano alla Procura di Tempio Pausania. Tra i rinviati a giudizio, lo stesso sindaco Gianni Giovannelli che avant’ieri ha partecipato al vertice in Regione insieme agli assessori Carlo Careddu (Urbanistica) e Giovanna Spano (Ambiente). Il primo cittadino dice: “Stiamo registrando un ottimo rapporto collaborativo da parte della parte della Giunta e di tutti gli enti che concorrono alla realizzazione dei lavori pubblici in Sardegna. Questo grazie al grosso impulso che continua a dare l’assessore Maninchedda. L’obiettivo è comune: tutti vogliamo contenere, nel più breve tempo possibile, i rischi idrogeologici. E lo stiamo facendo malgrado i limiti burocratici che derivano dalle lunghe procedure autorizzative”.

Nel capoluogo gallurese arriveranno in tutto 60 milioni, compresi i circa 21 che serviranno per contenere le esondazioni. “Il primo lotto – fa sapere Giovannelli – riguarderà il rio Siligheddu -. Daremo corso al Piano Mancini” che ha preso il nome dall’ingegnere idraulico a cui il Comune ha affidato “lo studio delle cosiddette opere di mitigazione”.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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