Riqualificazione Funtanazza, la Regione: “Intesa nata quando c’era Cappellacci”

Continua la querelle sul progetto di riqualificazione dell’ex colonia marina di Funtanazza a Scivu, di proprietà della famiglia dell’ex governatore e attuale segretario regionale del Pd, Renato Soru. Ieri l’europarlamentare ha querelato Libero e il Fatto Quotidiano dopo un mese di polemiche nelle quali la minoranza in Consiglio regionale, con alcuni distinguo, ha attaccato Soru e puntato il dito sull’opportunità della scelta di trasformare il rudere in un residence alberghiero con 50 bungalows. Il segretario del Pd ha invece ribadito che il progetto di recupero “rispetta il piano paesaggistico regionale”. E mentre Forza Italia ha richiesto l’accesso agli atti sul progetto, dagli uffici della Regione fanno sapere che “l’attivazione dell’intesa, che sulla proposta della società Riva di Scivu ha esitato un giudizio positivo con prescrizioni, e gli atti relativi, sono riferibili a un periodo ricompreso tra il 2009 e il 2012, sotto la legislatura del centrodestra”. “L’atto dello scorso agosto del Corpo Forestale – precisa ancora la Regione – ha riguardato solo la verifica delle soluzioni proposte dalla stessa società in ottemperanza alle prescrizioni del 2012”.

La replica di Cappellacci. “Per una completa informazione invitiamo ‘l’anonima fonte’ regionale a precisare la data esatta della presentazione dell’istanza per l’intesa relativa a Funtanazza e quella in cui sono state emanate le norme vigenti all’epoca dell’intesa stessa, certamente non attribuibili in nessun modo al centrodestra”. Così l’ex governatore Ugo Cappellacci (Fi) in merito alla vicenda della riqualificazione dell’ex colonia marina. “Invitiamo inoltre a proseguire senza interruzioni la narrazione fino ad oggi, anziché fermare e riavviare goffamente il ‘film’ tra il 2009 e il 2012 – attacca il coordinatore di Forza Italia – E’ un fatto che anche rispetto all’intesa la Forestale ha verificato delle difformità ed è un fatto che il procedimento si sia concluso sotto la Giunta Pigliaru: la stessa che in questi mesi ha riesumato il Ppr e ha cancellato il Piano Casa”. Cappellacci ribadisce che “la questione non è tecnico-giuridica, come qualcuno vorrebbe, ma spiccatamente politica: infatti, l’episodio evidenzia una contraddizione tra chi da un lato si erge a censore dei costumi e guardiano delle coste e dall’altro propone progetti edilizi a poche decine di metri dal mare”.

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