Riforma Rai e lingua sarda esclusa, Pigliaru: “Inaccettabile disparità”

Quanto accaduto in Senato, con la bocciatura dell’emendamento proposto da Luciano Uras (per integrare col sardo le lingue delle minoranze), si configura come l’applicazione di una vera e propria disparità di trattamento nei confronti della nostra Isola”. Così il governatore Francesco Pigliaru che prende posizione sul mancato riconoscimento della lingua sarda nell’ambito della legge di riforma della Rai, nella quale sono invece inclusi lo sloveno, il tedesco, il francese e il ladino. Sulla querelle, definendola la faccenda inaccettabile, è intervenuta anche l’assessore alla Cultura e Pubblica istruzione, Claudia Firino.

“Come è scritto nella Costituzione – argomenta il presidente della Regione – la Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche. Da uno Stato di diritto, impegnato formalmente a garantirne tutela e valorizzazione, ci aspettiamo che siano riconosciute le nostre peculiarità linguistiche e culturali in quanto ricchezza inestimabile e unica del patrimonio non solo regionale ma nazionale, specie se si tratta di servizio pubblico radiotelevisivo. Vedere che invece si tutelano alcune minoranze linguistiche e si penalizza la Sardegna, non è accettabile”.

Pigliaru assicura il suo impegno per un cambiamento di rotta. “Apriremo tutte le interlocuzioni possibili con i parlamentari e con il Governo – dice il governatore – per ottenere una correzione profonda della norma, perché sia riconosciuto il diritto alla tutela della nostra lingua e cultura”. Il presidente annuncia che di questo argomento si parlerà nella prossima Giunta per valutare le iniziative da prendere.

 

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