Rete ospedaliera, la ministra Lezzi: “Si troverà punto di equilibrio”. Il Psd’Az: “Annullare gli atti”

“Abbiamo scelto la posizione del dialogo, la ministra della Salute Giulia Grillo sentirà il presidente Pigliaru e di sicuro si raggiungerà un punto di caduta e di equilibrio tra le diverse esigenze”. Così la ministra del Sud, Barbara Lezzi, sullo strappo tra Governo e Regione Sardegna sulla riorganizzazione della rete ospedaliera, dopo la “bocciatura” della legge approvata dal Consiglio regionale.

Sull’argomento è intervenuto anche il presidente Pigliaru: “Ho informato la ministra del nostro disappunto rispetto a una richiesta tecnica di un’applicazione miope e acritica di un decreto che imporrebbe la chiusura di molti ospedali – ha detto il capo dell’esecutivo regionale -. Un decreto che potrebbe funzionare per una grande città dove i trasporti sono ben diversi da quelli che abbiamo noi per collegare la nostra popolazione dispersa in un territorio molto più ampio. Abbiamo le nostre ragioni e le porteremo avanti fino in fondo – ha concluso il presidente della Regione – col ministro ho rilevato che c’è ancora del tempo per dialogare. In caso contrario resta la possibilità del conflitto istituzionale e quindi dei ricorsi”.

L’ex parlamentare ed ex assessore regionale alla Sanità Roberto Capelli (Centro democratico) ha puntato il dito contro gli attacchi di alcuni partiti di maggioranza verso il titolare della Sanità Luigi Arru, e il gruppo consiliare del Psd’Az ha chiesto all’esponente della giunta Pigliaru di ritirare tutti gli atti connessi alla riorganizzazione ospedaliera.

“È stucchevole e poco seria – sostiene Capelli – la polemica sulle osservazioni del Ministero della salute sulla riforma Sanitaria e ospedaliera sarda. Noi del Centro Democratico fin dal primo momento abbiamo fortemente e convintamente osteggiato la proposta della Giunta regionale fino a non votarla in aula. Ci siamo opposti al testo facendo una proposta che è stata definita dall’assessore competente e dal tavolo tecnico ‘la migliore, la più razionale e la più utile per la Sardegna’, ma è stata respinta dalla Giunta perché ‘non c’erano le condizioni politiche’. Condizioni che successivamente ci hanno portato ad abbandonare la nostra collaborazione con la Giunta regionale”.

“Ricordo la nostra ferma opposizione alla proposta di aumento dell’Irpef per finanziare la sanità con la spesa fuori controllo – prosegue l’esponente di Cd – ricordo il nostro no alla creazione dell’Aereus essendo contrari alla creazione di nuove aziende con nuove spese per Direttori vari e logistica amministrativa, ricordo che ancora oggi non abbiamo avuto riscontro del costo lordo annuale del Direttore e Dirigenti apicali dell’Ats, comprensivo di rimborsi e spese varie (viaggi, trasferte, autisti, vitto e alloggio). Il giudizio dei sardi sulla ‘sanità percepita’ ritengo ci abbia dato ragione. E il nostro giudizio sull’operato fin qui dell’Assessore Arru è decisamente negativo! Detto questo non capisco però le critiche ‘amiche’ dei partiti di maggioranza, dettate da puro calcolo elettorale. Posso capire l’opposizione nero-sardo-leghista con tinte sbiadite d’azzurro (per di più silenti in questi quattro anni) e l’abbaiare alla luna degli stellati, ma gli altri? Governano le Assl, enti, assessorati: insomma, almeno un po’ di dignità e rispetto per l’intelligenza dei sardi!”, afferma ancora Capelli. “È assolutamente chiaro a tutti che nel merito del nuovo caso l’Assessore alla sanità della Sardegna, invece, va unitariamente difeso e bene fa a sollevare gli scudi. Sia chiaro, nel dibattito e confronto tecnico-politico Arru è sempre stato contrario al salvataggio dei piccoli ospedali, e non l’ha mai nascosto, vedendoli in prospettiva come una sorta di poliambulatori di frontiera. Personalmente non sono mai stato d’accordo con Arru su quasi nulla. Ma l’Assessore ha l’obbligo di difendere una legge approvata dal Consiglio Regionale anche contro i propri personali convincimenti: quindi oggi sul tema specifico sto con l’Assessore che rappresenta la Sardegna. Non lo facesse occuperei la Presidenza, e credo non da solo. Chi cerca solo di strumentalizzare per fini utilitaristici anche quel minimo di ragione che è rimasta, dovrebbe farlo dall’opposizione e abbandonare seduta stante le rendite di posizione”, conclude Capelli.

I consiglieri regionali del gruppo Psd’AzGaetano Ledda, Angelo Carta, Paolo Dessì, Nanni Lancioni e Giovanni Satta – hanno invece presentato in Consiglio regionale un’interpellanza urgente rivolta all’assessore della Sanità, Luigi Arru, sulla mancata approvazione della ridefinizione della rete ospedaliera dellA regione, approvata dall’Assemblea sarda nella seduta del 25 ottobre 2017. Gli esponenti dei Quattro Mori invitano l’assessore ad annullare immediatamente tutti gli atti posti in essere dalla Regione e dall’Ats, in attuazione della non efficace riforma della rete ospedaliera, ad incominciare dall’atto aziendale dell’Azienda per la tutela della salute (Ats), approvato dalla Giunta il 10 ottobre 2017. Il gruppo Psd’Az chiede inoltre la cancellazione della selezione dei direttori di distretto (presenta una serie di anomalie gravi che attribuiscono al direttore generale dell’Ats massima discrezionalità nell’attribuzione degli incarichi) e accusa l’assessore Arru “di aver tentato di celare” la lettera del ministero della Salute con la quale, lo scorso 7 settembre il dicastero ha rispedito all’assessorato della Sanità “lo stralcio del verbale della seduta del 31 maggio 2017 (era in carica il governo guidato da Paolo Gentiloni) nel quale è stato definito l’esito dell’istruttoria del parere formulato dal cosiddetto tavolo per il monitoraggio dell’attuazione del D.M. 70/2015 sulla ridefinizione della rete ospedaliera della Regione autonoma della Sardegna”. Da qui la richiesta di spiegazioni sul perché l’assessore “abbia ammesso la ricezione della nota ministeriale solo il 12 settembre 2018, dopo che il senatore Christian Solinas ne aveva divulgato copia” e per quali ragioni “pur presente in Aula nella riunione del Consiglio regionale dell’11 settembre 2018 non abbia informato l’assemblea sarda dell’avvenuta ricezione della nota ministeriale del 7 settembre 2018”. Ledda, Carta, Dessì, Lancioni e Satta concludono l’interpellanza domandando polemicamente all’assessore “per quali ragioni sia ancora in carica e alla guida dell’assessorato della Sanità, nonostante l’inadeguatezza mostrata e nonostante la scarsa sensibilità istituzionale e politica dimostrata in questa e in altre importanti occasioni”.

La Rete sarda difesa sanità pubblica ha espresso “indignazione e sconcerto per il parere espresso dal Ministero della Salute, secondo il quale i tagli effettuati dalla Giunta Regionale, con il Piano di riordino degli ospedali sardi, non sarebbero addirittura sufficienti rispetto al DM 70 della precedente ministra Lorenzin, quindi alle aspettative dei governi italiani di questi ultimi anni”. “La Ministra Grillo del M5S – si legge in una nota firmata dalla portavoce Claudia Zuncheddu – non ha capito che alla sanità sarda non c’è più niente da tagliare e che per la crisi sociale ed economica in corso, solo un’ èlite ristretta di sardi potrà pagare le assicurazioni per garantire alle proprie famiglie un’assistenza privata. Con i tagli effettuati ai nostri ospedali dai territori più disagiati e poveri, ai più grandi ospedali di Cagliari, l’aspettativa di vita dei sardi si è notevolmente ridotta rispetto ad altre regioni d’Italia. Il 14,6% dei sardi già rinuncia all’assistenza sanitaria contro il 5% dei toscani. Siamo sconcertati che la Ministra della Sanità, come chi l’ha preceduta, non risponda alle sollecitazioni dei nostri territori attraverso la Rete Sarda. Siamo ancor più sconcertati che diversi parlamentari del suo movimento, alla vigilia delle elezioni regionali, siano impegnati in dichiarazioni pubbliche e visite agli ospedali in sofferenza dove ostentano con facilità promesse da non mantenere e già smentite dai fatti”.

“Assistiamo – prosegue la nota – al balletto del gioco delle parti tra centro destra e centro sinistra, come se le politiche di Arru e Moirano non fossero la continuità delle scelte del precedente governatore Cappellacci. Siamo indignati per l’uso elettoralistico del dramma della Sanità da parte di vecchi e nuovi politici. La salute e la vita delle nostre collettività non possono essere il teatro dove far sfilare i nostri carnefici vestiti da paladini della causa. Tutti sono fedeli esecutori di ordini che provengono da Roma e da Bruxelles. Il “Governo del cambiamento” non può appellarsi a decreti di vecchi governi. Il DM 70 del governo Renzi per la sua concezione centralista e neoliberista della Sanità va contro le esigenze e le potenzialità finanziarie dei sardi. È proprio vero che viviamo nell’epoca del paradosso. In questo mondo rovesciato l’unica garanzia per difendere i diritti ad una sanità pubblica e gratuita per tutti è la mobilitazione e la partecipazione di ognuno di noi a questo movimento di difesa dei diritti dei sardi che imponga il blocco dello smantellamento della Sanità pubblica sino ad oggi auspicato, voluto e perpetuato da chi ci governa”.

 

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share