Rete ospedaliera, dibattito al via in Consiglio e proteste fuori dal palazzo

La riforma della rete ospedaliera è approdata in Consiglio regionale fra le proteste. Sotto il palazzo di via Roma a Cagliari la Rete sarda Difesa Sanità pubblica chiede lo stop del passaggio in Aula del ddl, mentre – sempre in via Roma – il Consiglio comunale di Carbonia si è riunito in seduta straordinaria.

“Nonostante il dialogo con i territori l’assessore alla Sanità ha assicurato che il piano da loro concepito non sarà scombussolato – spiega la portavoce della Rete, Claudia Zuncheddu -. Pensiamo che in questo modo si miri solo a garantire piccoli contentini un po’ qui e un po’ la’ per rompere l’unità del grande fronte dei territori. Ma ciò che conta sono le lamentele dei cittadini che non hanno più riferimenti sanitari”.

La Rete fa anche un appello ai consiglieri regionali di tutti gli schieramenti che hanno garantito il proprio impegno contro la riforma ad abbandonare l’Aula al momento del voto, per esprimere il proprio dissenso su questa “controriforma. Ciò consentirebbe – prosegue la Zuncheddu – di superare la prassi dei muretti a secco, con la possibile richiesta del voto segreto dietro cui nascondere l’espressione delle proprie scelte in modo tale che nessuno sia responsabile di niente”.

Così Daniela Marras, presidente del Consiglio comunale di Carbonia: “I sindaci devono essere ascoltati e la riforma fermata: lo dico a nome di tutti i gruppi consiliari”. Per la sindaca Paola Massidda (M5s) “il decreto ministeriale 70 è stato applicato seguendo criteri per noi incomprensibili”. Per esempio “a Carbonia ci troviamo ad avere due chirurgie e due ortopedie e nel frattempo ci è stata tagliata l’emodinamica. Non solo: l’ostetricia è stata trasferita da Carbonia a Iglesias dove cioè il trend delle nascite è inferiore”.

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