Regione, verso l’uscita dall’impasse: trovata una soluzione

L’Assemblea regionale può riprendere l’attività con 59 consiglieri anziché 60, sostituendo in una prima fase solo 3 dei 4 decaduti.

Il Consiglio regionale può lavorare in 59. Così ha scritto il costituzionalista Massimo Luciani, al quale il presidente dell’Aula, Gianfranco Ganau, ha chiesto un parere legale, arrivato oggi. Questo vuol dire che esiste una strada perché l’Assemblea esca in breve tempo dalla palude del caos seggi assegnando lo scranno ai tre candidati-ricorrenti indicati dal Consiglio di Stato. Ovvero, a Gianfranco Congiu (Partito dei sardi), Antonio Gaia (Upc) e Piefranco Zanchetta (Upc). Poi si penserà al quarto, in quota centrodestra.

La paralisi dell’Aula dura da una settimana. A causarla, il vuoto lasciato proprio dalla sentenza dei giudici amministrativi, i quali hanno deciso la decadenza di quattro consiglieri (Efisio Arbau, Michele Azara, Gavino Sale e Modesto Fenu), ma indicando solo tre sostituti. I tre ricorrenti appunto. Di qui la richiesta di parere legale avanzata da Ganau a Luciani.

Che l’Assemblea possa lavorare in 59 è la prima novità che trapela dalla Giunta per le elezioni: è l’organismo di via Roma cui spetta materialmente firmare le surroghe dei consiglieri. Surroghe che, accogliendo il parere di Luciani, possono essere fatte in due tranches, cominciando dai tre ricorrenti come ordinato dai giudici amministrativi. E ciò porterebbe l’Assemblea – scesa a 56 dopo la sentenza – a un numero ritenuto ‘sufficiente’ dal costituzionalista.

Nelle prossime ore si capirà si capirà come si intende procedere con il 60° seggio da assegnare. Gianni Lampis, candidato alle Regionali 2014 nel Medio Campidano con Fratelli d’Italia, rivendica lo scranno. Ma in via Roma si fa questo ragionamento: se il verbale dell’Ufficio centrale elettorale è stato cassato dal Consiglio di Stato nella parte relativa all’attribuzione dei seggi ad Arbau, Azara, Sale e Fenu, non c’è motivo per non pensare che si presti ad ulteriori ricorsi, quindi si è deciso di procedere con tutte le cautele del caso. Non solo: sempre stando al parere di Luciani, non spetterebbe all’Assemblea regionale indicare il 60° seggio (il quarto della specifica querelle amministrativa) e nemmeno all’Ufficio centrale elettorale. Per Luciani la competenza sarebbe ancora del Consiglio di Stato.

La Giunta per le elezioni, insomma, non ha alcuna intenzione di prendersi oneri che non le competono, come il riconteggio dei voti. La priorità è riprendere subito l’attività e quindi procedere con l’approvazione delle riforme, sulle quali è possibile il voto di 59 consiglieri anziché 60, almeno in questa prima fase e senza che ciò comporti rischi di illegittimità per le delibere.

La seduta della Giunta per le elezioni, presieduta dal vendoliano Eugenio Lai, è riconvocata per domani. Christian Solinas (Psd’Az) ha chiesto tempo per rileggere il parere del costituzionalista. Questo pomeriggio, invece, è convocata la conferenza dei capigruppo, per aprire un ulteriore confronto tra gli schieramenti.

Lai dice: “Col parere del professor Luciani abbiamo acquisito una prima certezza: l’Assemblea si può riunire legittimamente anche senza plenum. Resta incerto il percorso da seguire per la quarta surroga. Entreremo nel merito domani, seguendo sempre le indicazioni del costituzionalista, sebbene si tratti di un parere. Il professore ha scritto che la Giunta sta comunque procedendo correttamente, anche nell’aver sollevato la questione diversa fra i tre ricorrenti e il quarto scranno da attribuire fuori dalla sentenza”.

Va pure detto che con le surroghe di Congiu, Gaia e Zanchetta diventa scontato l’avvio di nuovi ricorsi. Fra i tre, il più in bilico parrebbe Gaia, il cui seggio viene rivendicato dal Pd. Stando ai conteggi dem, il Partito democratico ha diritto al 19° consiglieri con Giampaolo Diana.

Un doppio controricorso lo ha invece già depositato Arbau. Al Consiglio di Stato, tramite i suoi avvocati Benedetto e Francesco Ballero, il leader de La Base ha chiesto la sospensiva della sentenza, “per le gravi conseguenze che ne deriverebbero”, dice riferendosi alla possibile pioggia di ricorsi. L’eventuale accoglimento della sospensiva si deciderà nelle prossime quarantotto ore. Arbau ha pure impugnato la sentenza davanti alla Cassazione che, tuttavia, si esprimerà non prima di sei mesi. Ma potrebbe anche tardare un anno.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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