Regione. Sfirs, malumori nel centrosinistra per la nomina di Sestu

Nuovi malumori nel centrosinistra: Rossomori, Upc, Sinistra sarda (Pcdi e Rifondazione comunista) e Psi contro la nomina di Paolo Sestu alla guida della Sfirs, così come deciso dalla Giunta regionale. Si tratta di sette consiglieri di maggioranza che rivendicano “un metodo della condivisione” e “lealtà”, dopo il vertice di lunedì che avrebbe dovuto sancire una nuova “pax” tra alleati, Giunta e presidente Pigliaru. Invece la delibera sulla nomina Sfirs è arrivata fuori sacco e l’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi, espressione dei Rossomori, ha abbandonato la seduta dell’Esecutivo. La notizia della nomina, secondo quanto riferiscono i consiglieri regionali, è arrivata lunedì a tarda sera dopo il vertice, ma nella riunione il nome di Sestu non sarebbe mai stato fatto, “mentre si è parlato proprio di condivisione e di fiducia”. Il tema però non è il nome di Sestu, ma, come nel caso della nomina del supermanager della Asl unica, il metodo ed i criteri per la scelta ” che sarebbe potuta essere anche condivisibile”.

“Siamo stati sempre leali e sempre disponibili ad essere alleati, ma qualcuno ha travisato nel considerarci massa manovrabile ed è successo anche lunedì – attacca Emilio Usula dei Rossomori -. Anche noi abbiamo contribuito all’elezione di Francesco Pigliaru e se nella riunione di lunedì prossimo non ci sarà un cambio di passo e un ordine del giorno preciso sarà inutile andarci. Fatte salve le prerogative del presidente a nominare non possiamo dare un mandato in bianco”. Paolo Zedda, anch’egli dei Rossomori, ricorda che è stata presentata una proposta di legge sulla trasparenza: “avevamo previsto che tutte le nomine venissero pubblicate sul sito con anticipo congruo così che tutti i sardi possano giudicare se si tratta di una buona scelta. È una questione di fiducia tra noi, la Giunta e i cittadini”.

“Quello che ha più offende è che una Giunta che ha delegittimato Pigliaru per la nomina del manager della Asl unica – tuona Fabrizio Anedda del Pdci – oggi si è messa a nominare con gli stessi metodi. Solo che almeno l’altra volta Pigliaru ci ha informato, Paci stavolta no”. Per Alessandro Unali (Rifondazione comunista) c’e stata “una forte scorrettezza da parte della Giunta. Noi tutti siamo usciti con un programma sulle nomine e sui criteri di scelta, ma non è stato rispettato il ruolo dei consiglieri”. Raimondo Perra (Psi) sostiene che “i vertici servono per chiarire, mentre ci sembra che il vertice di ieri sia servito per alimentare ulteriore malcontento e per aumentare le distanze tra Consiglio e Esecutivo. Se viene a mancare il rispetto non ci sono elementi per proseguire in questi 2 anni e mezzo – aggiunge – noi vogliamo consideralo ancora un errore di percorrenza”. Pierfranco Zanchetta (Upc) osserva: “la parola d’ordine di ieri era la rinnovata fiducia tra le parti. Un principio che è stato disatteso. Noi non siamo interessati agli incarichi, ma a mantenere un leale rapporto con la maggioranza e il governo della Regione affermando il nostro ruolo politico al quale non vogliamo rinunciare. Non ci piace fare gli asini in mezzo ai suoni”. Infine Antonio Gaia (Upc) si dice dispiaciuto per “la scarsa considerazione della Giunta stessa”.

La posizione del deputato Meloni
Sulla nomina a presidente della Sfirs dell’avvocato Paolo Sestu da parte della Giunta regionale, ha preso posizione anche il deputato del Pd Marco Meloni secondo il quale la decisione “sembra accelerare la tendenza della ‘giunta dei tecnici’ a far prevalere, nelle scelte più rilevanti, logiche spartitorie. Una tendenza già emersa in occasione della confusa e oscura vicenda della nomina del direttore generale dell’Azienda sanitaria regionale, sulla quale la giunta e il presidente Pigliaru appaiono tuttora balbettanti e intimoriti dall’incredibile diktat di alcune correnti del Pd e di altri partiti e partitini del centrosinistra”.

“Finora in tanti, nel Pd e nel centrosinistra, abbiamo assistito silenti e delusi – ha sottolineato Meloni – a questo triste e inatteso ritorno al passato: ora è giunto il momento di chiedere a Francesco Pigliaru se intende rendersi complice della peggior politica o mostrare una capacità di leadership adeguata al ruolo al quale lo hanno eletto i cittadini. Si faccia coraggio, non si faccia coinvolgere in queste spartizioni di sottogoverno, e forse la sua amministrazione sarà capace di ritrovare anche la capacità di affrontare le grandi questioni che attanagliano la nostra regione – a partire da quella dei trasporti e della continuità territoriale – che sembra del tutto smarrita”.

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