Regione, lascia l’assessore Demuro e RossoMori fuori da maggioranza

È crisi in Regione: Gianmario Demuro si è dimesso da assessore alle Riforme e i RossoMori hanno deciso di uscire dalla maggioranza.

È crisi in Regione: Gianmario Demuro si è dimesso da assessore alle Riforme, al Personale e agli Affari generali. L’addio è arrivato nello stesso giorno in cui i RossoMori hanno deciso di uscire dalla maggioranza.

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Gianmario Demuro

Sulle dimissioni di Demuro ne dà notizia l’agenzia Agi. Il costituzionalista prestato alla politica era entrato in Giunta a marzo 2014 in quota Pd area Soru, ma si sa ancora pochissimo sulle ragioni della scelta. È probabile che l’assessore abbia voluto lasciare dopo il risultato del referendum: Demuro sosteneva convintamente il Sì e anzi è stato il primo in Sardegna a schierarsi a favore della modifica della Costituzione. Ma domenica i sardi l’hanno bocciata con una quasi plebiscito: 72,22 per cento (leggi qui).

Quanto ai Rossomori, l’annuncio ufficiale sull’uscita dalla maggioranza verrà dato domani mattina in una conferenza stampa convocata in Consiglio regionale alle 9,45. A lasciare il centrosinistra saranno tutti gli esponenti del partito in blocco: l’assessore Elisabetta Falchi, titolare dell’Agricoltura, e gli esponenti dell’Assemblea Emilio Usala e Paolo Zedda.

Il presidente Francesco Pigliaru perde dunque pezzi di Esecutivo e di coalizione a due giorni dal referendum in cui i RossoMori erano mobilitati attraverso il comitato #BallaCaNo. E la loro decisione di mettersi fuori dalla maggioranza si lega a doppio filo anche all’esito delle urne, in opposizione allo stesso governatore schierato sul Sì.

Dal partito filtra un ragionamento sulla modifica della Costituzione, voluta dal segretario-premier Matteo Renzi. “Il Pd – dicono i RossoMori – ha completamente rotto quel patto federatore che in Sardegna, due anni fa, ha portato all’alleanza per le Regionali. Di fatto è stata rinnegata una storia di autonomismo, federalismo e quasi indipendentismo”. Non solo: visto il 72,22 per cento di risultato referendario, per i RossoMori “il presidente Pigliaru si è delegittimato da solo appoggiando il Sì”, è il secondo rilievo mosso contro il capo della Giunta.

Nella conferenza stampa di domani i capiranno meglio confini e contorni della decisione. Ma oltre al referendum c’è un problema politico, di governo della Regione. Sempre stando a quando trapela dai RossoMori – il partito è guidato da Gesuino Muledda, presidente e fondatore – l’azione della Giunta è ritenuta insufficiente sui grandi temi del lavoro, dello sviluppo e della lotta alla povertà.

Quella di oggi è una giornata tutt’altro che facile per Pigliaru. Ieri il governatore, commentando ieri l’esito del referendum, aveva parlato di “un giudizio e inequivocabile sulla riforma”, ma anche sottolineato “un malcontento diffuso e la domanda di azioni più incisive per migliorare la vita delle persone” (leggi qui). Tutto lasciava intendere un’accelerata sul rimpasto dell’Esecutivo. Adesso, però, il capo della Giunta è costretto a cambiare la squadra di governo. Il toto-assessori è davvero cominciato.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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