Puddu (M5S): “Lo stop al dl Urbanistica certifica il fallimento della giunta Pigliaru”

“Alla fine l’assessore Erriu non ha potuto fare a meno che riconoscere il proprio fallimento politico, della giunta di cui fa parte, e del presidente Pigliaru. La decisione di non portare in aula la legge urbanistica è frutto di una tardiva presa d’atto: come da tempo sanno bene i sardi, questa giunta rappresenta solo se stessa ed è priva di una vera maggioranza in Consiglio regionale. E chi non ha la maggioranza, non può decidere il futuro dei sardi. Questo compito spetterà al prossimo Consiglio regionale”. Lo afferma Mario Puddu (a sinistra nella foto, insieme con il vicepremier Di Maio), candidato del MoVimento 5 Stelle alla presidenza della Regione, in un post pubblicato sulla sua pagina Facebook. “Dopo mesi passati a rilasciare dichiarazioni lunari, con un misto di arroganza e supponenza, Erriu e Pigliaru ora si scontrano con la realtà. Il voto dei sardi alle elezioni di febbraio li riporterà definitivamente sulla terra”, prosegue Puddu.

“Noi Cinquestelle lo avevamo detto da subito: la legge urbanistica firmata Pigliaru-Erriu era una pessima legge, che favoriva i signori del cemento a scapito degli interessi dei sardi ad avere uno sviluppo equilibrato in un ambiente tutelato e protetto. Una legge che, non a caso, continua ad avere contro gran parte dell’opinione pubblica» prosegue Puddu. Ma «dallo scorso 4 marzo Pigliaru e alleati hanno provato a resistere, a trovare ogni escamotage, a far passare perfino per grandi conquiste ciò che in realtà erano dei fallimenti, come la controriforma della sanità. Ma i cittadini l’avviso di sfratto lo avevano già presentato, e scritto a caratteri cubitali, il giorno delle elezioni politiche”.

Sul merito della legge, Puddu ricorda che “da subito il Movimento 5 Stelle ha denunciato come la legge urbanistica proposta da Erriu e Pigliaru avrebbe cementificato le coste e leso i diritti dei territori. Questo i sindaci – di tutte le aree politiche – lo sapevano bene, ed è per questo che non si sono espressi come Consiglio delle Autonomie Locali. Un silenzio pesante e che è pesato, al pari delle prese di posizione di intellettuali, associazioni, cittadini”.

 

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