Il regista Giovanni Columbu è stato rieletto segretario del Psd’Az, con 47 voti a favore e 37 astenuti. Nessun voto contrario dal Consiglio nazionale riunito a Ghilarza, nell’Oristanese. È il risultato di un compromesso fra i suoi sostenitori e la componente del partito che fa capo al presidente Giacomo Sanna e che il 14 marzo scorso, al momento della sua prima elezione, aveva confermato una spaccatura al suo interno tanto che il Consiglio è stato riconvocato per oggi. Columbu per cercare di ricucire il partito si è quindi dimesso dalla carica di segretario del Psd’Az ma ha subito ripresentato la sua candidatura. I lavori del Consiglio si sono svolti a porte chiuse. La mediazione ha portato quindi alla rielezione di Columbu.
“Il Partito sardo d’Azione non può aspettare il raggiungimento dell’indipendenza per risolvere i problemi dei sardi ma deve dare subito risposte concrete”, sono le prime parole di Giovanni Columbu dopo le dimissioni presentate al Consiglio nazionale, convocato alla Torre aragonese di Ghilarza dal presidente Giacomo Sanna, e la immediata rielezione con 47 voti a favore e 33 astensioni. I lavori del Consiglio sono cominciati alle 17. Sanna al tavolo della presidenza, il segretario Columbu seduto, invece, fra i consiglieri dopo una fugace stretta di mano che nel giro di una sola ora, dopo le dimissioni e la rielezione lampo, è diventata un caloroso abbraccio accompagnato da grandi sorrisi e immortalato da decine di tablet e smartphone. Dimissioni e rielezione sono avvenute a porte chiuse per decisione del presidente Sanna che oltre ai giornalisti ha invitato a uscire anche gli iscritti al partito che non avevano diritto di voto. C’è stata qualche protesta e qualche tentativo di resistenza da parte dei sostenitori di Columbu, poi rientrato davanti alla minaccia di rinvio del Consiglio a nuova data. Il mandato di Columbu durerà fino al Congresso nazionale annunciato per la fine ottobre, ma dopo la rielezione il neo segretario ha presentato un programma a lungo termine che riserva grande attenzione ai temi dell’economia, del territorio, dell’architettura urbana, della cultura con un appello all’unità del partito e di tutti quelli che si sentono “sardisti” anche se non hanno la tessera del partito: “Se lavoriamo tutti insieme, ha detto, le cose per i sardi e per la Sardegna possono davvero cominciare a cambiare”.
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