Province cancellate, Erriu: “Il futuro lo decidono Comuni e Regione”

In una conferenza stampa, l’assessore agli Enti locali, Cristiano Erriu, fa il punto sulla riforma approvata dal Consiglio regionale.

“L’importanza di questa riforma è grande”. Cristiano Erriu, l’assessore agli Enti locali, lo dice in premessa, alle 14,30, quando non è passata neanche mezz’ora dall’approvazione della riforma degli Enti locali, quella votata oggi dal Consiglio regionale e che ha cancellato le Province del Sulcis, Medio Campidano, Ogliastra e Gallura disegnando un nuovo schema amministrativo per la Sardegna. E questo anche in vista della possibile soppressione di tutti gli enti intermedi, se il ddl Boschi dovesse superare la tagliola del referendum confermativo previsto a ottobre.

Erriu parla dalla sala Giunta del Consiglio, al terzo piano del Palazzo, durante una conferenza aperta dall’assessore Raffaele Paci. “In qualità di vicepresidente della Giunta – dice – introduco io i lavori perché, come sapete, il governatore sta partecipando a Roma alla bicamerale sul Federalismo fiscale”.

Erriu riassume la riforma facendo riferimento “ai capisaldi: intanto – spiega – i Comuni sono individuati come i nuovi protagonisti della programmazione, insieme alla Regione. Col voto di oggi la Sardegna supera il livello amministrativo intermedio, caratterizzato dagli organi elettivi. Passiamo agli enti di secondo livello, dove le funzioni amministrativi sono interamente gestire dagli enti locali, senza doppioni”.

Per Erriu, con “i sindaci padroni del proprio territorio, l’Isola si innova e apre allo stesso tempo una sfida: con questa legge – aggiunge -per certi versi siamo anche andati oltre la riforma Delrio (che a livello nazionale ha tracciato le direttrici del dopo Province). Questo perché – va avanti l’assessore agli Enti locali – lo schema amministrativo della nostra legge è stato cucito addosso alle specificità della Sardegna”.

L’esponente della Giunta si riferisce per esempio “all’estensione della Città metropolitana di Cagliari(con 17 Comuni)”, ma anche alla “governance delle aree rurali”.

E se la Città metropolitana è in cima alla nuova piramide amministrava, Erriu declina poi le altre articolazioni della riforma citando “la Rete metropolitana di Sassari e quelle urbane che si andranno a formare”. Tecnicamente le Reti sono classificate come “Unioni dei Comuni potenziate” e questa è “un’altra novità della legge, visto che tutti i Comuni avranno l’obbligo di adesione”.

L’ingresso nelle Unioni “avrà una duplice caratteristica – prosegue Erriu -: sarà su base volontaria e rispetterà il diritto di autodeterminazione dei territori”.

Attualmente in Sardegna ci sono 38 Unioni dei Comuni più 5 Comunità montane, che sono equipollenti e dovranno solo cambiare nome. “Noi – fa sapere Erriu – puntiamo a ridurre il numero totale”.

Le adesioni alle Unioni dei Comuni diventeranno definitive con il Piano di riordino che la Giunta dovrà approvare entro 100 giorni dalla pubblicazione della legge sul Buras (il Bollettino ufficiale).

Sotto il profilo economico, Erriu parla di “riforma a costo zero” e ricorda che il testo normativo detta anche le regole “perché i Comuni più piccoli (sotto i 3mila abitanti) gestiscano collegialmente le funzioni, come previsto dalla Finanziaria 2013 in un articolo mai recepito dalla Sardegna e per il quale ci mettiamo invece al passo”.

In aula, questa mattina, Roberto Deriu, vicecapogruppo Pd e relatore di maggioranza, ha commentato così la riforma degli Enti locali: “Abbiamo fatto un grande lavoro, anche grazie alla spinta dell’opposizione che ha quasi sempre svolto un lavoro di critica profonda. Il testo approvato oggi è una legge di sistema scritta ispirandoci alla Costituzione”.

Francesco Agus (Sel), il presidente della commissione Riforme del Consiglio, ha detto: “Questa norma è un ponte tibetano che finalmente congiunge passato e futuro”.

Era gennaio 2015 quando la Giunta, proprio su proposta di Erriu, aveva approvato il ddl. Nel mezzo mesi e mesi di consultazioni, ma anche più di una guerra all’interno della maggioranza. Oggi il voto finale, alle 14,06, a chiudere un camino lungo dodici mesi.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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